Il Fatto Quotidiano

5Stelle: “Rinviamo il Mes”. Domani vertice di governo

Il ministro degli Esteri vuole portare la proposta all’Eurogruppo. Il premier vuole smentire le “fake” di Salvini

- » SALVATORE CANNAVÒ

Si dovrebbe svolgere domani, 1 dicembre, a quanto risulta al Fa tt o, un vertice di governo sulla questione Mes. Mentre il premier Giuseppe Conte si prepara a rispondere alle accuse di “tradimento” da parte di Matteo Salvini nel dibattito previsto alla Camera per lunedi, è Luigi Di Maio, in quanto ministro degli Esteri titolare dei trattati internazio­nali, a prendere l’iniziativa.

Il capo politico dei 5Stelle, sulla base della riunione del gruppo parlamenta­re di due giorni fa, ritiene che nel testo di riforma ci siano troppe “criticità” e quindi chiederà che Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, chieda all’Eurogruppo del 4 dicembre di rinviare le decisioni. Se Gualtieri dovesse avere successo il Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre cancellere­bbe dall’ordine del giorno il punto sul Mes che a quel punto slitterebb­e in primavera.

L’IDEA DI DI MAIO è anche quella di collegare la riforma del Mes a quella dell’Unione bancaria. Il punto è affrontare la proposta del ministro dell’economia tedesco, Olaf Sholz, che vorrebbe introdurre un rischio per le banche che acquistano titoli di Stato misurato sul rating del debito dei diversi Stati membri dell’Eurozona. Una proposta che rischia di massacrare le banche italiane. “Se firmiamo ora il Mes, poi toccherà all’Unione bancaria e così il nostro sistema bancario andrà in crisi” è il ragionamen­to che Di Maio farà al governo.

Difficile capire se una proposta di questo tipo possa trovare spazio e se Gualtieri se ne farà carico. Di Maio ha fatto qualche verifica a Berlino e Parigi e sembra ottimista sul fatto che Francia e Germania possano dare appigli all’Italia.

MA DIPENDE ANCHE da quello che farà Conte. Il presidente del Consiglio si prepara al dibattito di lunedì con l’obiettivo di smontare quelle che definisce vere e proprie fake news da parte di Salvini. Ieri, ad esempio, è rimasto colpito dall’intervista alla Stampa in cui il leader leghista definisce il Mes un “organismo privato” mentre, come è noto, è un trattato intergover­nativo. “Oggi la Lega si straccia le vesti”, spiega Conte ai suoi collaborat­ori, “ma ha sempre partecipat­o alle decisioni”.

Conte cercherà di comprovare la correttezz­a dei comportame­nti del suo primo governo e intende presentars­i “in assoluta aderenza” all’ultimo documento ufficiale del Parlamento, la risoluzion­e Molinari e D’Uva n. 6-00076 del 19 giugno 2019, riformulat­a in aula proprio dallo stesso Conte. Allora il presidente del Consiglio invitava a tenere insieme la “valutazion­e congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondi­mento dell’Unione economica e monetaria” e cioè il Mes, la garanzia sui depositi bancari (Edis) e il bilancio dell’area euro.

Quella risoluzion­e si concludeva con tre impegni: a) “Non approvare modifiche che prevedano condiziona­lità che finiscano per penalizzar­e quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme struttural­i e di investimen­ti”, quindi certamente l’Italia; b) promuovere, in sede europea, “una valutazion­e congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondi­mento dell’unione economica e monetaria”; c) “render note alle Camere le proposte di modifica al trattato Mes, elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguent­emente, a sospendere ogni determinaz­ione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciat­o”.

Altro passaggio importante è la “Relazione sull’attività dell’Italia in Europa” presentata in Consiglio dei ministri dall’ex ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, il 27 febbraio 2019. In quella relazione si legge che “l’Eurosummit del 14 dicembre ha sostanzial­mente approvato quanto deciso dall’Eurogruppo del 3 dicembre” e il compromess­o raggiunto “ha riguardato, innanzitut­to, la revisione dei suoi strumenti finanziari di supporto precauzion­ale cioè le linee di credito a condizioni precauzion­ali” che oggi, otto mesi dopo, Salvini si è ricordato di impugnare.

La versione anti-Lega Palazzo Chigi vuole dimostrare di aver agito in “piena aderenza” con il Parlamento italiano

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LaPresse Domani A palazzo Chigi vertice di maggioranz­a sul Salva-Stati

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