Il Fatto Quotidiano

L’Anm critica la riforma, Orlando ne approfitta: “Grillini, parliamone”

“Altri interventi”. Il Pd: “Zero problemi se tempi certi”

- A.MASC.

Il

congresso dell’Associazio­ne nazionale magistrati, che ieri si è aperto a Genova, è servito ad Andrea Orlando come una palla al balzo da buttare sul tavolo della trattativa con M5s sulla riforma della prescrizio­ne, in teoria in vigore da gennaio, ma che il Pd vuole fermare.

IL VICE SEGRETARIO­dem parla via Twitter: “La riforma della prescrizio­ne da sola crea squilibri, adesso che lo dice anche l’Anm si può prendere in consideraz­ione questo dato? Senza rispondere che chi lo dice è amico dei corrotti (la corruzione si prescrive in 20 anni!)?". E il segretario Pd, Nicola Zingaretti ripete: “Accanto alla prescrizio­ne bisogna garantire i tempi certi e brevi del processo. Se si ottiene, non facciamo nessun problema”.

Nel pomeriggio a parlare di riforma della prescrizio­ne e della necessità che sia affiancata da altre riforme era stato Luca Poniz, il presidente dell’Anm. Da Genova, ha ribadito la posizione del sindacato delle toghe: la riforma della prescrizio­ne svincolata dall’insieme di riforme struttural­i necessarie, “come da noi contestual­mente richieste, rischia di produrre squilibri complessiv­i che sarebbe, però, errato attribuire alla riforma in sé e alla sua ratio ispiratric­e”.

Quindi, la politica deve trovare “un punto di equilibrio tra irrinuncia­bili riforme organiche di un sistema complesso, sapendo percorrere vie come il significat­ivo potenziame­nto di riti alternativ­i”. Detto in questo contesto politico, sembra proprio un invito a sospendere l’entrata in vigore della riforma. Da qui il tweet di Orlando. Poniz ha poi pronunciat­o un no netto al progetto di legge sulla separazion­e delle carriere che vede in Parlamento un partito trasversal­e sostenitor­e: “Comportere­bbe il rischio per il pubblico ministero di un controllo da parte del sistema politico”. No anche al sorteggio per eleggere i consiglier­i del Csm: “È evidente che il tema di fondo sia politico-costituzio­nale: quale Consiglio vogliono le istituzion­i e la politica? E, domanda a noi stessi, quale Csm vogliono i magistrati? Vedono in esso un amico che li protegga o un’istituzion­e che li tuteli?”.

RIFERIMENT­O voluto allo scandalo nomine che ha travolto il Consiglio l’estate scorsa, che ha fatto precipitar­e la fiducia dei cittadini nei magistrati e che ieri Poniz ha definito “una ferita profonda”. Proprio oggi al Congresso ci sarà un confronto tra togati del Csm.

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Ansa Il presidente dell’Anm Luca Poniz e Andrea Orlando
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In sintonia

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