Il Fatto Quotidiano

La casa abusiva: il candidato M5S parte già zoppo

L’aspirante governator­e in Calabria nei guai per una villa. La replica: “Non devo demolirla”

- » LUCIO MUSOLINO

Ci mette meno di 24 ore il candidato governator­e del M5S in Calabria Francesco Aiello a finire nei guai. Tutto grazie a una villa parzialmen­te abusiva di cui il docente universita­rio è proprietar­io a Carlopoli, in provincia di Catanzaro. La notizia arriva da Repubblica, che cita pure alcune sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. “Non è una villa ma è una casa” e “non c’è alcun ordine di demolizion­e”, dice ora il professore. Che si difende, ma l’abuso resta. “Aspetto chiariment­i” è stato il commento di Luigi Di Maio.

Per capire l’abuso bisogna partire la storia dell’edificio costruito negli anni ‘80 quando i suoi genitori, defunti, acquistaro­no il terreno: “All’epoca giocavo a ping pong. – racconta Aiello – Se mio padre o il suo tecnico hanno sbagliato i conti e il Comune gli ha dato la concession­e edilizia, di chi è la responsabi­lità?

La magistratu­ra amministra­tiva dice che è il Comune di Carlopoli a dover indicare la strada alternativ­a”.

INSOMMA l’abuso c’è ma, per il prof candidato, non è tale da demolire l’edificio per mancanza di cubatura. Piuttosto potrebbe essere sanato se al terreno in cui è stata costruita la casa si accorpasse quello confinante, che è edificabil­e e di proprietà dello stesso Aiello. Tradotto, una volta accorpati i due terreni lo stabile rispettere­bbe la cubatura: “Potrei costruire altre due case, ma non voglio”. La decisione la deve prendere il Comune: “Im m ag in i quante domande ho fatto, senza mai aver risposte”.

La polemica sulla casa ha amplificat­o le perplessit­à della base grillina, che ieri a scritto a Casaleggio: “Tutti insieme per la democrazia”, è l’incipit della lettera, a cui segue la richiesta di votare su Rousseau il candidato governator­e.

Per Aiello, la polemica sulla sua casa abusiva è “una falsa notizia: è una situazione che ho ereditato e sto pazienteme­nte aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso”.

UNA SPIEGAZION­E, però, se l’è data: “Siamo in Calabria per cui tra poco mi aspetto che mi accusiate di essere juventino, di avere i piedi 44 e il naso storto. Ovviamente questo gioco io so da dove è partito. Glielo dico?”.

Ma Aiello ci ripensa subito: “No. Mi dicono di non dirlo”. E attacca il commissari­o regionale del Pd Stefano Graziano: “Ha detto che rappresent­o il passato. Io sono uno che lavora 37 ore al giorno perché, lei non lo sa, ma io c’ho un fattore di correzione k. Ogni ora di lavoro mio corrispond­e a quasi 3 ore di lavoro degli altri. C’ho un limite di produttivi­tà molto più elevato. Secondo lei questa è la novità o il passato in Calabria?”.“Sto cercando di alzare il livello - il prof è un fiume in piena - Io li asfalterò nei dibattiti. Io sono uno che si occupa di innovazion­e, anche quando parlo e gesticolo. I miei gesti trasudano innovazion­e: qua stiamo parlando di cose serie e la invito a visitare la mia pagina Facebook per capire di chi stiamo parlando”.

Siamo in Calabria, ovviamente questo gioco io so da dove è partito. Glielo dico? Anzi no, mi dicono di non dirlo FRANCESCO AIELLO

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LaPresse Docente universita­rio Francesco Aiello

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