“I no a Von der Leyen hanno violato le regole”
L’europarlamentare del Movimento: “Non è da 5Stelle votare contro il proprio gruppo”
Il sì alla nuova commissione europea lo rivendica, innanzitutto per motivi politici: “La presidente Von der Leyen è molto distante dal M5S, ma ha assunto precisi impegni con noi”. Poi c’è il tema interno: “Se decidi una linea a maggioranza poi la devono seguire tutti, le nostre regole sono anche i nostri valori”. L’europarlamentare dei 5Stelle Dino Giarrusso parte da qui. Dieci a favore della commissione Von der Leyen, due contro e due astenuti: la delegazione del M5S è andata in ordine sparso. Perché?
A luglio avevamo discusso tra noi, e alla fine avevamo votato all’unanimità per la Von der Leyen, anche perché si era impegnata su punti importanti come la revisione del Trattato di Dublino e un maggior impegno antimafia a livello europeo. Abbiamo regole molto stringenti che ci differenziano dagli altri partiti, e una di queste ci impegna a rispettare la posizione della maggioranza.
Pochi giorni fa non si votava la presidente, ma la commissione. È legittimo che ad alcuni di voi non piaccia, no? Rispetto moltissimo chi ha votato contro, ma se avessimo votato tutti no non saremmo stati comunque decisivi e saremmo rimasti isolati, senza poter incidere. Mentre ora potremo vantare un credito. Però il punto centrale è che se non osserviamo le nostre regole diventiamo come il Pd o la Lega. E poi se qualcuno era contrario avrebbe sempre potuto chiedere che i nostri iscritti votassero sulla piattaforma web Rousseau.
Dica la verità: vi siete divisi tra contiani, voi dieci, e dimaiani, i quattro critici. Proprio no, Conte e Di Maio non c’entrano. Ci siamo divisi sulle idee. Anche uno dei dieci era indeciso eppure ha votato sì, attenendosi all’indicazione che ha prevalso.
Ora sembrate quasi invocare sanzioni per i contrari. Non invoco nulla. Ma è inaccettabile condannare la scelta della maggioranza.
Si riferisce ad Alessandro Di Battista e alla sua intervista sul Fatto di ieri?
No, oggi ho parlato con Alessandro: ci manca tanto, spero torni presto. Credo che lui avrebbe seguito l’indicazione presa dalla maggioranza.
Di chi parla allora?
Di chi si autopromuove sui social come un paladino dei valori del M5S, accusando implicitamente di essere “impuri” i dieci che democraticamente hanno votato sì. Non è corretto. Peraltro è lo stesso che ha spinto perché il nostro ex capogruppo in Regione Sicilia Giancarlo Cancelleri diventasse viceministro a mandato in corso, forzando il senso di una regola e facendo arrabbiare molti attivisti, assieme a portavoce come Dalila Nesci che ora vuole candidarsi in Calabria.
Lei si riferisce all’eu roparlamentare Ignazio Corrao. Ma Cancelleri lo ha nominato Luigi Di Maio. Certo, e ne è padrone. Ma c’è chi ha spinto per quella forzatura creando un precedente.
Lei cosa pensa del Mes? Così com’è non va bene, perché rischia di nuocere ai cittadini italiani.
Ora come può ripartire il M5S europeo?
Dagli attivisti, dai territori e dal rispetto reciproco. Siamo guerrieri, lottiamo per i cittadini: chi urla “siamo peggio del Pd” non fa il nostro bene. I Verdi si rifiutano di accogliervi nel loro gruppo: vi imputano il legame “poco chiaro” con la Casaleggio. E forse anche il governo con la Lega e le posizioni sull’immigrazione. Nessun legame opaco, non siamo telecomandati da nessuno. Una parte dei Verdi teme che una delegazione rilevante come la nostra possa toglierle un po’ di spazio. Però spero ancora che l’intesa si trovi.
Corrao sui social fa il paladino dei nostri valori, ma ha spinto perché Cancelleri fosse ministro