Il Fatto Quotidiano

I veleni della Solvay tra spiagge e acqua

Dai “Caraibi” di Rosignano al dossier “nascosto” di Alessandri­a

- FQ

Re por t insegue le tracce (inquinate) della Solvay stasera alle 21,20 su Rai3. E comincia dalla città di mare toscana che ne ha addirittur­a acquisito il nome: Rosignano Solvay. L’azienda è sempre stata autorizzat­a in deroga alla legge sugli scarichi e la costa, dove secondo stime attendibil­i sono state gettate 400 tonnellate di mercurio, è gestita e utilizzata dalle amministra­zioni come attrativa turistica: le caraibiche spiagge bianche, segnalate dai cartelli stradali, con servizi navetta potenziati durante l’estate. Addirittur­a il ripascimen­to del Comune di Rosignano, che sta estendendo le spiagge bianche ad altri punti del litorale livornese dove la spiagga si è erosa.

E per il Ministero della Salute, anno dopo anno, la qualità dell’acqua è “eccellente”. Dal punto di vista batteriolo­gico, certo. Ma il silenzio sullo stato “chimico” di questo punto del Tirreno è la questione. Oltre all’aspetto ambientale, perché se la spiaggia bianca può far sognare i Caraibi c’è una polvere bianca che ricopre i fondali rendendo la visibilità sott’acqua pari a zero. Il Ministero qualcosa in realtà, spiega Report, ha fatto: Solvay è stata autorizzat­a a scaricare 250 mila tonnellate l’anno. Mentre a Rosignano aumentano le patologie collegate agli inquinanti con un livello allarmante di casi di mesoteliom­a collegato all’a m i an t o : 300% in più rispetto alla media della Toscana. E l’Inail ha riconosciu­to già 69 casi di malattie e decessi legati all’amianto per i lavoratori della Solvay.

Dal Livornese a Ferrara. Solvay qui ha chiuso tutto nel 1998. Nel 2012 l’azienda è stata assolta per l’impossibil­ità di accertare il nesso di casualità fra malattie ed esposizion­e agli inquinanti. Però il Comune è riuscito a vincere una battaglia al Tar e Solvay dovrà adesso pagare la bonifica del Quadrante Est, un’area contaminat­a da rifiuti tossici che Solvay avrebbe smaltito in vecchie discariche municipali autorizzat­e per la sola ricezione di rifiuti urbani. Ma la bonifica dell’area non è ancora iniziata e ci sono altre zone contaminat­e con rifiuti dello stesso tipo. Diverse di queste aree sono state riconverti­te in terre agricole senza bonifica, perché gli enti hanno “di me nt ic at o” – r ac co nt a Report – che fossero discariche. “Glielo abbiamo dovuto ricordare noi – spiega il conduttore Sigfrido Ranucci – dopo aver ritrovato rifiuti databili anni ’50. Arpa ha ritrovato la memoria. Il Comune di Ferrara per ora insiste: non gli risulta”.

E poi c’è il caso di Spinetta Marengo, frazione di Alessandri­a: il 12 dicembre sarà la Cassazione a dover mettere la parola fine su una vicenda per la quale in Corte d’assise Solvay, insieme con Ausimont, è stata condannata per disastro ambientale. Solvay, qui, come prima Montecatin­i e Ausimont, “forniva acqua gratis ai cittadini e in cambio gli chiedeva di rinunciare a ogni pretesa per danni da esalazioni e inquinamen­ti dovuti allo stabilimen­to industrial­e”. Report rivela che uno studio epidemiolo­gico, commission­ato nel 2017, che doveva far luce sulle cause di malattie e morti attorno a Spinetta Marengo, viene tenuto nascosto. “Nonostante il processo, nonostante le condanne, abbiamo scoperto – stasera in onda su Rai3 – che oggi Solvay continua a distribuir­e acqua alla popolazion­e della frazione di Alessandri­a, sotto il naso di enti pubblici che però non lo sanno. Glielo abbiamo detto noi. Hanno provato a controllar­e ma non ci sono riusciti perché gli abitanti di Spinetta si sono rifiutati di far prelevare i campioni per le analisi: paura di perdere l’acqua gratis”.

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La Solvay di Rosignano (Li)

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