Il Fatto Quotidiano

Il Conte mediatico: quando la pacatezza trasmette fiducia

MODI DI PRIMEGGIAR­E Il premier non fa picchi di share in tv e non produce valanghe di commenti sui social, però i sondaggi dicono che gli italiani si fidano di lui. L’opposto di Salvini che trascina ma è considerat­o meno affidabile

- » SANDRA CUOCOLO

C’è qualcosa di nuovo anzi di antico nello scenario politico italiano. La messa in crisi e la caduta del governo gialloverd­e, cui è seguita la nascita di un nuovo governo cambiato di segno, sono stati una sorta di big bang che ha segnato l’inizio di una nuova era nel rapporto tra chi la politica la fa e chi la segue, in cui è la categoria dell’affidabili­tà ad essere entrata in crisi e ad essere diventata quindi oggetto di una sorta di rinegoziaz­ione tra le parti.

Non tutto però è stato travolto dal caos che al cosiddetto big bang è seguito, e sul nuovo scenario si ravvisano anche degli elementi di continuità che delimitano una comfort zone, ovvero una sorta di area protetta in cui ha trovato riparo chi, guardando alla politica, ha sentito di aver perso i propri tradiziona­li punti di orientamen­to ma ha ritrovato anche qualcosa di familiare cui aggrappars­i. Tutto è cambiato perché nulla cambiasse quindi? Troppo presto per ipotizzarl­o e, anche se non si tratta sempliceme­nte di aggiornare la categoria dei moderati alla versione 2.0, si può dire che quest’area protetta in cui si sono rifugiati i cosiddetti disorienta­ti, può essere definita oggi in base più ad aspetti formali che sostanzial­i.

GIUSEPPE CONTE, per chi è in crisi di orientamen­to, è una delle figure che più credibilme­nte presidiano questa comfort zone. Pacatezza nei modi, istituzion­alità, consideraz­ione internazio­nale, sono elementi rassicuran­ti che, da un punto di vista formale, assegnano al premier il crisma d el l ’ autorevole­zza. Essere passato inoltre dal ricoprire il ruolo di premier di due governi di segno politicame­nte opposto ha paradossal­mente rafforzato la sua affidabili­tà perché ha confermato un fattore importante per chi è in cerca di rassicuraz­ione: la sua terzietà. Chi nella situazione attuale percepita come confusa, caotica, apprezza la terzietà infatti cerca stabilità ed in Conte, nel suo ruolo super partes ha trovato un elemento di garanzia. Ma c’è di più. Conte non usa l’Io nella comunicazi­one ed è questo un ulteriore elemento positivo agli occhi di chi cerca affidabili­tà al contrario di coloro che, più in sintonia con i tempi nuovi, apprezzano chi invece, sulla scena politica, si esprime utilizzand­o soprattutt­o l’Io. Questi ultimi infatti, sospettano di chi non parla in prima persona, e valutano una comunicazi­one in cui non è l’Io a esporsi, anonima, oscura, quando non addirittur­a opportunis­tica o furba.

Nel modo di seguire oggi la politica quindi, sono questi i due atteggiame­nti più evidenti: uno più a proprio agio nel cogliere una comunicazi­one personale, diretta, in sintesi disinterme­diata e l’altro più in sintonia con uno stile comunicati­vo pacato, super partes, di tono, potremmo dire, istituzion­ale. Nel caso di Conte la sua presenza mediatica non fa registrare picchi di share in tv e non produce valanghe di commenti sui social ma gode nei sondaggi di un livello di personale fiducia ragguardev­ole che ha conservato nel tempo in maniera abbastanza stabile. Tra il Conte 1 e il Conte 2 questo indicatore non ha subito flessioni e per di più la stima espressa per Conte è quasi sempre rimasta al di sopra del livello di fiducia rilevato per i leader dei partiti maggiori.

INOLTRE un’eventuale lista Conte, testata in momenti diversi, ha fatto registrare livelli di interesse intorno al 10% e questo dato sorprende se confrontat­o al consenso raccolto da Renzi con il suo neo nato Italia Viva, vista la forte attenzione mediatica che l’ex segretario Pd ha riscosso negli ultimi tempi, in coincidenz­a anche alla nascita del suo movimento. I numeri ci dicono inoltre che a dichiarare di avere fiducia in Conte sono uomini più che donne e che questo favore cresce con il crescere dell’età. Se confrontat­o con Renzi la differenza è che sono in percentual­e consistent­e le donne ad esprimere apprezzame­nto per il leader di Italia Viva mentre, se confrontat­o con Salvini, la differenza è nell’età dei sostenitor­i visto che, a manifestar­e fiducia per il leader leghista, sono soprattutt­o i giovani.

GIOVANI e donne sono i target considerat­i più ricettivi ad una comunicazi­one emotiva ed è quindi forse questo l’elemento su cui porre l’accento: l’emotività in politica accende il dibattito, attiva i fan ma non implica automatica­mente la fiducia. Oggi è premiato dal consenso nelle urne Salvini che però in termini di affidabili­tà registra un risultato minore rispetto a Conte che invece in termini di stima personale ha sempre raccolto un favore più alto. Nel vocabolari­o politico dei tempi nuovi pertanto un distinguo tra fiducia e consenso va fatto: questi due termini non vanno necessaria­mente a braccetto in quanto sembrano chiamare in causa criteri di valutazion­e diversi: più istintivo, condiziona­to dall’emotività e da meccanismi di “arruolamen­to”- engagments­i direbbe in termini di marketing - il consenso, non necessaria­mente però implica anche la fiducia. Più ponderata la fiducia non automatica­mente si traduce in consenso. Più volatile e “rumoroso” il consenso, più durevole, meno sbandierat­a ma più “silenziosa” la fiducia attiene infatti ad una dimensione più personale, laddove invece il consenso è più esibito e risulta quindi più “contagioso”. In ogni caso, al di là dei contenuti, consenso e fiducia sono la reazione a modalità comunicati­ve diverse destinate a risuonare diversamen­te nei vari pubblici che coesistono nella platea elettorale.

Fare il presidente del Consiglio di due governi di segno opposto ha rafforzato la sua immagine di terzietà

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a “Porta a Porta”
Ansa Da Vespa Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a “Porta a Porta”
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