Il Fatto Quotidiano

Neonazi sfilano verso San Siro: sanzioni dure contro i razzisti

- » LEONARDO COEN

Lo sport non è un’isola a parte, direbbe oggi Primo Levi: perché è teatro dei comportame­nti di una società, nel bene e nel male. Purtroppo, ultimament­e ho la sensazione che si alimentino i germi più micidiali, senza combatterl­i a fondo. Martedì 26 novembre Milano ha dovuto sopportare la sfilata di 5mila ultras neonazisti della Dinamo Zagabria (giocava a San Siro contro l’Atalanta), braccia tese, lugubri divise nere, svastiche, cori famigerati prima della partita a San Siro. Gliel’hanno concesso, dicono, per evitare guai peggiori. Ma scontri e feriti ci sono stati lo stesso. Quel giorno, i quotidiani riportavan­o l’infelice ed offensiva frase di Massimo Cellino, presidente del Brescia, sulla crisi di Mario Balotelli, bersaglio di insulti razzisti sul web e negli stadi. Il problema di Mario è “che è nero. Sta lavorando per schiarirsi, ma ha delle difficoltà”. No comment, caro Enrico. L’amico Gabriele Nissim, creatore e presidente di Gariwo ( l’associazio­ne dei Giardini dei Giusti), il giorno dopo ha organizzat­o sempre a Milano il terzo incontro di Gariwo Network che ha avuto per filo conduttore la lotta contro le piaghe dell’odio e dell’intolleran­za, in cui ha proposto 3 “Carte della responsabi­lità”, dedicate al web, al clima e allo sport. Gabriele è un idealista ed un’ottimista: per lui lo sport può cambiare in meglio il mondo. Ma il mondo è avvelenato. E per curare il male serve forza. Fox Sports, per esempio, ha sospeso per una settimana Marco Van Basten, il bomber del favoloso Milan di Arrigo Sacchi: aveva pronunciat­o “Sieg Heil” in diretta tv. La retribuzio­ne di quella settimana sarà versata all’Istituto Olandese per la Documentaz­ione di Guerra ( con l’archivio dell’o cc u p az i on e nazista). Una terapia, tra le tante: raccoglier­e e divulgare le storie dei Giusti dello sport. Per dimostrare che i comportame­nti di atleti, tifosi (e media) possono influenzar­e positivame­nte la vita democratic­a nelle nostre società. Lo hanno fatto Adam Smulevich e Massimilia­no Castellari scrivendo “Un calcio al r a z z is m o ” ( Giuntina). 20 storie. Anzi, 20 lezioni contro l’odio.

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