Guerra sovranista al Mes: apocalisse? No, serve a non sprecare le risorse
Le polemiche sul nuovo Fondo salva-Stati: nessuno presterebbe soldi all’Italia, gravati come siamo dal mega debito
La nuova Linea Maginot in cui sono asserragliati sovranisti di destra e sinistra nella guerra (stile fratelli Marx) contro l’euro e l’Ue è il rifiuto del novello Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes). Partiamo da una verità incontrovertibile. Uno stato che non riesca più a rifinanziare il proprio debito pubblico sul mercato dei capitali ha tre alternative (o una combinazione di esse). 1) Stampa moneta e attraverso l’inflazione (tassa occulta che defrauda principalmente i poveri) raccoglie le risorse per far quadrare i conti. È il caso del Venezuela, dello Zimbabwe, della Repubblica di Weimar o della Jugoslavia titina. 2) Si fa prestare i soldi da paesi amici accettando le loro condizioni. È il caso del Libano o dell’Egitto quando si recano col cappello in mano nel Golfo Persico o il caso del Belpaese negli anni ’70 quando la Germania le concesse una linea di credito garantita dall’oro della Banca d’Italia. 3) Si rivolge al Fondo Monetario Internazionale.
L’EURO è stato concepito per impedire ai governi refrattari alla disciplina fiscale di ricorrere all’alternativa 1, come succedeva nella Prima Repubblica. Il Mes serve a disciplinare l’alternativa 2 e possibilmente evitare (almeno in parte) la 3. Il debito pubblico italiano ammonta a oltre 2,4 trilioni di euro. Non esistono sul pianeta governi che in caso di un nostro default sovrano siano in grado accollarsi tale fardello. E neanche il Fmi avrebbe risorse di tale entità. Quindi è essenziale premunirsi contro uno shock devastante raccogliendo un pool di risorse. Il Mes è appunto il pool raccolto in Eurolandia.
Ma siccome l’evoluzione ancora non ha prodotto una razza umana talmente sprovveduta da prestare soldi a un paese (o un’azienda) in bancarotta senza porre condizioni per rientrare dall’esposizione, il Mes richiede di rimboccarsi le maniche e mettere i conti pubblici in ordine. Non sarebbe l’apocalisse descritta dai catastrofisti sovranisti, bensì una serie di impegni per utilizzare risorse preziose in modo efficace. Impegni che in passato hanno preso
Portogallo, Irlanda, Spagna, Cipro (paesi dove la cura ha funzionato) e persino in Grecia, dove, smaltita la sbornia del referendum farsa di Tsipras e Varoufakis, pur recalcitrando, hanno messo la testa (parzialmente) a posto.
AD OGNI modo il potere decisionale sulle condizioni per l’utilizzo del Mes spetta ad organismi politici, a cominciare dall’Eurogruppo formato da rappresentanti dei governi democraticamente eletti, non i burocrati evocati dall’ossessivo disco rotto sovranistoide. Ergo non ci sono capestri che dondolano sinistri nel cielo tetro. Del resto ricorrere al Mes non è obbligatorio. Se qualcuno ha brillanti soluzioni da proporre in caso di default attendiamo fiduciosi. Però le verifichi prima con Varoufakis, onde evitare di coprirsi di un’imbarazzante e tragica patina ridicolo.