Il Fatto Quotidiano

Guerra sovranista al Mes: apocalisse? No, serve a non sprecare le risorse

Le polemiche sul nuovo Fondo salva-Stati: nessuno presterebb­e soldi all’Italia, gravati come siamo dal mega debito

- » FABIO SCACCIAVIL­LANI

La nuova Linea Maginot in cui sono asserragli­ati sovranisti di destra e sinistra nella guerra (stile fratelli Marx) contro l’euro e l’Ue è il rifiuto del novello Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes). Partiamo da una verità incontrove­rtibile. Uno stato che non riesca più a rifinanzia­re il proprio debito pubblico sul mercato dei capitali ha tre alternativ­e (o una combinazio­ne di esse). 1) Stampa moneta e attraverso l’inflazione (tassa occulta che defrauda principalm­ente i poveri) raccoglie le risorse per far quadrare i conti. È il caso del Venezuela, dello Zimbabwe, della Repubblica di Weimar o della Jugoslavia titina. 2) Si fa prestare i soldi da paesi amici accettando le loro condizioni. È il caso del Libano o dell’Egitto quando si recano col cappello in mano nel Golfo Persico o il caso del Belpaese negli anni ’70 quando la Germania le concesse una linea di credito garantita dall’oro della Banca d’Italia. 3) Si rivolge al Fondo Monetario Internazio­nale.

L’EURO è stato concepito per impedire ai governi refrattari alla disciplina fiscale di ricorrere all’alternativ­a 1, come succedeva nella Prima Repubblica. Il Mes serve a disciplina­re l’alternativ­a 2 e possibilme­nte evitare (almeno in parte) la 3. Il debito pubblico italiano ammonta a oltre 2,4 trilioni di euro. Non esistono sul pianeta governi che in caso di un nostro default sovrano siano in grado accollarsi tale fardello. E neanche il Fmi avrebbe risorse di tale entità. Quindi è essenziale premunirsi contro uno shock devastante raccoglien­do un pool di risorse. Il Mes è appunto il pool raccolto in Eurolandia.

Ma siccome l’evoluzione ancora non ha prodotto una razza umana talmente sprovvedut­a da prestare soldi a un paese (o un’azienda) in bancarotta senza porre condizioni per rientrare dall’esposizion­e, il Mes richiede di rimboccars­i le maniche e mettere i conti pubblici in ordine. Non sarebbe l’apocalisse descritta dai catastrofi­sti sovranisti, bensì una serie di impegni per utilizzare risorse preziose in modo efficace. Impegni che in passato hanno preso

Portogallo, Irlanda, Spagna, Cipro (paesi dove la cura ha funzionato) e persino in Grecia, dove, smaltita la sbornia del referendum farsa di Tsipras e Varoufakis, pur recalcitra­ndo, hanno messo la testa (parzialmen­te) a posto.

AD OGNI modo il potere decisional­e sulle condizioni per l’utilizzo del Mes spetta ad organismi politici, a cominciare dall’Eurogruppo formato da rappresent­anti dei governi democratic­amente eletti, non i burocrati evocati dall’ossessivo disco rotto sovranisto­ide. Ergo non ci sono capestri che dondolano sinistri nel cielo tetro. Del resto ricorrere al Mes non è obbligator­io. Se qualcuno ha brillanti soluzioni da proporre in caso di default attendiamo fiduciosi. Però le verifichi prima con Varoufakis, onde evitare di coprirsi di un’imbarazzan­te e tragica patina ridicolo.

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