Il Fatto Quotidiano

L’Avvento del superfluo va a ruba: la mania del calendario di Natale

SEMPRE TROPPOUna volta era un modo per arrivare alla festività del 24 dicembre. Oggi è anche per adulti: le grandi marche offrono di tutto a tutti i prezzi. L’importante è spendere

- » ELISABETTA AMBROSI

Era nato con un semplice, ammirevole scopo: scandire il desiderio dei più piccoli verso l’arrivo del Natale cristiano, facendo il conto alle rovescia con un gessetto, sulle pareti o per terra. Poi un editore tedesco, nei primi nel Novecento, s’inventò un vero e proprio calendario di cartone, con 24 finestrell­e simboleggi­anti le varie scene del Natale e culminanti, il giorno della Vigilia, nell’immagine della Natalità. E tanto bastava per placare l’eccitazion­e dei bambini, che si svegliavan­o la mattina solo per aprire la casellina. Per molto tempo è andata avanti così, anche da noi: fino a poco tempo fa questi calendari li trovavi nelle polverose librerie cattoliche a pochi euro. Ma i bambini meno credenti non potevano restare senza, così il calendario dell’Avvento si è popolato di Babbi Natale e villaggi sulla neve. Poi però si è pensato che fosse troppo scandaloso che i bambini dovessero aspettare i 24 giorni precedenti il Natale senza alcun regalo, così si è cominciato a creare caselline-box, dove mettere cioccolati­ni, inizialmen­te, poi regalini simbolici: un pennarello, una figurina, un biscotto. Ma come sopportare l’insostenib­ile sofferenza di un bambino di fronte a un solo pennarello? Ed ecco dunque 24 regali veri e propri, sia pure di dimensione inferiore a quelli del Natale: calzini, macchinine, libri, tutto per “reggere” l’attesa dei regali “veri”. Ci fossimo fermati qui, sarebbe stato già troppo. Fiutando l’incredibil­e opportunit­à di vendere altri 24 regali ai genitori dei bambini oltre quelli del Natale, le aziende hanno reso il calendario dell’Avvento un assurdo format, dove sempliceme­nte si vende lo stesso, qualsiasi oggetto di sempre, purché ci sia un vago ricordo delle 24 caselle. E allora ecco i calendari dell’Avvento zuccherati – Ferrero, Haribo, m&ms, Nestlé - il calendario dell’Avvento dei Playmobil declinato in qualunque versione (Bosco degli Animali, Fattoria etc), il calendario di Lego Star Wars, quello di Harry Potter (anche Limited edition), quello di Cars Disney, Frozen, Barbie (con 24 scomparti per accessori moda): ogni marchio praticamen­te ne ha uno.

MA PERCHÉlimi­tarsi ai bambini? E infatti il calendario dell’Avvento è diventato per tutti: si va dalle birre alle tisane, ma vanno forte soprattutt­o i calendari “in versione beauty”. Da L’Oréal a Lancôme, da Sephora a L’Occitane, per fare solo alcuni esempi, è corsa ai cofanetti con 24 prodotti di bellezza e tante tipologie di prezzo, che possono arrivare a oltre 200 euro. Nessun problema, perché i calendari dell’Avvento vanno a ruba, fanno tanto Natale. Ora, che senso abbia sostituire l’antico rituale del l’attesa della nascita di Gesù col mettersi una crema al giorno o aggiungere un accessorio a una bambola non è dato saperlo. Di sicuro, il passaggio tra un segno per terra con un gessetto e il calendario con 24 smalti per i nail art addict è la dimostrazi­one che il filosofo Giambattis­ta Vico aveva ragione. La storia ha corsi e ricorsi, altro che progresso lineare. Si può regredire, oh sì.

 ?? Ansa ?? Sotto l’albero
Quella di regalare il calendario dell’Avvento è diventata una moda
Ansa Sotto l’albero Quella di regalare il calendario dell’Avvento è diventata una moda
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy