Il Fatto Quotidiano

Adolescenz­a, l’età ribelle “Mio figlio, ex bimbo modello, bestemmia e odia la scuola”

- » SELVAGGIA LUCARELLI

CARA SELVAGGIA, ho un figlio adolescent­e che prometteva bene e invece da un anno a questa parte ha scelto me come genitore da sfidare per affermare, forse, la sua identità. Almeno questo è ciò che mi ha detto la mia psicologa, da cui vado di tanto in tanto da quando è iniziata questa fase di continui contrasti e scoperte. Lorenzo era davvero un ragazzo adorabile e disciplina­to fino ai 13 anni, poi una bella mattina ci chiamano da scuola e ci dicono che ha già fatto 9 giorni di assenze in un mese e mezzo. In pratica lo lasciavo davanti l’istituto e lui si infilava nel bar accanto per poi girare per la città con l’amico di turno. Poi è venuto il momento di smettere di studiare matematica per la quale era portatissi­mo dicendo che è una materia che non gli interessa. Io insegno matematica in un liceo. Credere che sia un caso mi resta un po’ difficile. Ti racconto quest’altra. Io e mio marito abbiamo due conti correnti diversi, con le rispettive carte di credito nei portafogli. Ebbene, io dall’estratto conto mi accorgo che sono state fatte transazion­i da pochi euro ma numerose in circuiti americani di cui non conosco la provenienz­a. Infine, pur sapendo quanto sono credente e che sono volontaria nell’oratorio dietro casa, ha aperto una pagina Instagram con i suoi amici in cui posta meme con bestemmie e insulti al Papa e ai sacerdoti, cosa che mi ha dato un dispiacere enorme. La cosa più umiliante è stato scoprirlo proprio dal parroco al quale la pagina era stata segnalata da una mamma di questi ragazzi che pubblicava­no contenuti idioti con mio figlio. Tutto davvero avvilente, anche perché messo di fronte alle sue colpe mi chiede scusa e poi ricomincia come se niente fosse. Ora la novità è che nelle chat con gli amici mi chiama “la cagacazzi”. La sensazione è che la sua battaglia sia contro di me e non so cosa gli possa aver fatto, a parte intervenir­e sulla sua vita più del padre, che invece gioca da sempre in ritirata.

LOREDANA

CARA LOREDANA, co ra gg io . Questo è l’ultimo messaggio su whatsapp tra mio figlio quattordic­enne e una sua amica. L’amica: “Sai che ho letto il libro di tua madre?”. Mio figlio: “Chissà che schifo”. Sipario.

Dopo Bibbiano, assistenti sociali alla berlina

Ciao Selvaggia, a proposito di Bibbiano, volevo dirti che questa situazione ha creato un caos infinito le cui conseguenz­e sono ancora molto sottovalut­ate. Nella scia dei genitori accusati ingiustame­nte si sono infilati anche quelli a cui i figli sono stati tolti legittimam­ente che ora vengono creduti sulla fiducia qualsiasi storia raccontino. È il caso di mio cognato (anzi, ex cognato) a cui è stato negato il diritto di vedere sua figlia da solo e puó frequentar­la tramite visite protette una volta al mese. La ragione è che è un uomo violento e pericoloso, dipendente da psicofarma­ci. Spesso ho accolto in casa mia sorella spaventata con la bambina prima che si separasser­o. Beh, è riuscito a convincere mezza cittadina dell’ingiustizi­a subita perché ovviamente ormai gli assistenti sociali sono tutti perfidi e bugiardi e settimane fa c’è stata addirittur­a una manifes tazione in piazza con gli striscioni “r i d atemi mia figlia”. Davvero una cosa assurda.

GIORGIA

Ieri mi ha scritto un padre separato chiedendom­i di aiutarlo perché gli assistenti sociali dicono che è inadeguato ed è una falsità. Sono andata sulla sua pagina fb e la prima foto pubblicata era di lui a petto nudo con un fucile in mano e il messaggio “spero di non dovermi fare giustizia da solo”. Hai ragione anche tu, sì.

Endometrio­si: Carmen Di Pietro insulta chi soffre

Cara Selvaggia, ti scrivo infuriata a nome di tutte le donne che soffrono di endometrio­si. Per chi non lo sapesse, non si tratta di un dolorino mestruale ma una malattia altamente invalidant­e. Sono infuriata perché è andata in onda una trasmissio­ne radiofonic­a su Radio Globo in cui la signora (?) Carmen Di Pietro, vedova di Sandro Paternostr­o, si è permessa di “in su lt ar e” noi vittime di questa orribile malattia. Totalmente ignorante di cosa sia l’endometrio­si, si èmessa a deridere una povera ascoltatri­ce che raccontava le sue difficoltà legate al fatto di non riuscire neppure a uscire di casa quando ha il ciclo. La invitava a prendere un antidolori­fico e ad andare a lavorare come fanno tutte le donne quando hanno il ciclo, senza tante storie. La malattia comporta dolori lancinanti, operazioni, infertilit­à, spese consistent­i per spostarsi in diversi parti d’Italia per le visite, tanta sofferenza e mille conseguenz­e. É una malattia tanto diffusa quanto ancora purtroppo ancora poco conosciuta. Io sono stata operata due volte. L’ultima a settembre, mi hanno tolto utero, tube e pulizia di vari noduli posizionat­i sul legamento utero sacrale e legamento rotondo. Ma i dolori sono rimasti, purtroppo. Sono cresciuta a pane, antidolori­fici e antiemorra­gici e questa “signora” si permette di dire che non merito di lavorare. Allora questo dovrebbe valere per tutti i malati cronici!!! Che schifo!!! Ti chiederei, se possibile, una tua pungente risposta.

LAURA

Hai detto tutto tu. L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che la signora Di Pietro non mi è mai parsa un’indefessa lavoratric­e nè nei giorni normali nè in quei giorni lì.

Prometteva bene, poi ha scelto la madre come genitore da sfidare, per affermare la sua identità

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