La carica dei facilitatori: tanti i fedeli di Di Maio
Parlamentari ed ex sottosegretari: il voto su Rousseau entro il 15 dicembre
Ci sono un ex ministro, il deputato in trincea contro il Mes, l’a ssessore di Virginia Raggi e qualche nome di spicco tra gli eletti a Roma e Bruxelles. Luigi Di Maio li aveva annunciati lo scorso luglio, ancora scottato dalla batosta alle Europee di fine maggio. Cinque mesi più tardi il Movimento 5 Stelle inizia a dare nome e volto ai “facilitatori”, ovvero le 12 figure intermedie divise per settore di competenza che dovranno fare da raccordo tra i territori e i vertici nazionali. La scelta finale sugli incarichi spetterà agli iscritti di Rousseau ed è prevista entro il 15 dicembre, ma intanto in queste ore decine di attivisti stanno presentando la propria candidatura per il ruolo, ciascuno segnalando anche il team di esperti e portavoce disponibili ad affiancarlo in caso di nomina.
TRA I CANDIDATI più noti c’è Dino Giarrusso, l’ex Iena eletto a Bruxelles che ora ambisce ad essere facilitatore nel settore “Istruzione, ricerca e cultura”. Nella sua squadra, come da regolamento per la candidatura, ci sono un portavoce nazionale del Movimento, un consigliere regionale e uno comunale, oltre ad esperti “tecnici” fino a un massimo di otto persone. Ad affiancare Giarrusso, tra gli altri, sono lo storico dell’arte Tomaso Montanari e Daniele Frongia, fedelissimo della Raggi e assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili di Roma.
Per la stessa area tematica corrono poi la senatrice Bianca Laura Granato e il deputato Alessandro Melicchio, che tra gli altri ha convinto il sociologo Domenico De Masi a far parte del team.
Da seguire sarà anche l’area dell’Economia: oltre al senatore Vincenzo Presutto c’è Raphael Raduzzi, giovanissimo onorevole che da giorni è in trincea contro la riforma del Mes, il meccanismo europeo “salva- Stati” difeso da Giuseppe Conte le cui modifiche non convincono molti 5 Stelle.
Tra i candidati c’è poi il deputato Michele Gubitosa, imprenditore campano attivo nell’informatica e nelle telecomunicazioni che ambisce al ruolo di facilitatore per le Imprese. Gubitosa, che in passato è stato anche presidente dell’Avellino Calcio, può contare sul sostegno dell’ex ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, del deputato lombardo Cristian Romaniello e di alcuni noti esponenti locali dei 5 Stelle, come il veneto Jacopo Berti e il lucano Antonio Mattia. A contendere il settore a Gubitosa c’è l’onorevole Giovanni Currò, che invece ha in squadra la deputata regionale siciliana Angela Foti, una delle più attive sul ricalcolo dei vitalizi dell’Ars.
Sfida a due anche per il Lavoro, dove si sono candidati Claudio Cominardi, sottosegretario proprio al ministero del Lavoro durante il Conte I, e la deputata Maria Pallini, l’avvocata che lo scorso anno propose di abolire il voto di laurea tra i requisiti dei concorsi pubblici.
Un ex sottosegretario c’è anche tra i contenenti per i Traporti. Si tratta di Andrea Cioffi, al Mise con Di Maio nello scorso esecutivo e tra i primi a annunciare la propria candidatura, a cui adesso si è aggiunta quella di Agostino Santillo, senatore al primo mandato ed eletto, proprio come Cioffi, in uno dei collegi campani.
VENGONO dal Parlamento pure i contendenti per la Giustizia, con la palermitana Valentina D’Orso e Vittoria Baldino, e per la Sanità, dove si sfidano Valeria Ciarambino, consigliera in Campania e vicinissima a Di Maio, e l’onorevole Angela Ianaro. All'Innovazione si sono invece presentati Luca Carabetta eMichele Sodano, entrambi deputati al primo mandato.
Ben più scontata, al momento, è la campagna elettorale per altri settori. Per l’Ambiente, per esempio, l’unico candidato è il membro dell’Ars siciliana Giampiero Trizzino. Stessa situazione per l’Agricoltura, dove si è fatto avanti solo il deputato Luciano Cadeddu, la Difesa, per cui si propone Luca Frusone, e gli Esteri, con Iolanda Di Stasio.
Nessuno spazio, salvo sorprese, per Elisabetta Trenta: l’ex ministra della Difesa sembrava destinata a far parte dei 12 referenti, ma su di lei è pesata l’inchiesta del Corriere della Sera sulla casa di servizio che ha mantenuto – a prezzi ben più bassi del mercato, come consentito a certe cariche – anche dopo la fine del mandato.
I nomi Ci sono Dino Giarrusso, Baldino e Di Stasio, Carabetta e Gubitosa La Trenta rinuncia