Il Fatto Quotidiano

Napoli La guerra dei “senatori” ribelli ad Ancelotti e il bivio di De Laurentiis

- FRANCESCO FINALI M. TRAV. ELIANA MARCUCCI FABRIZIO D’ESPOSITO

Cari amici, leggo da sempre il vostro quotidiano con estremo interesse. Purtroppo in molti casi le notizie che riportate mi inducono tristezza, se non rabbia... Volevo solo pregarvi di evitare, se potete, di pubblicare foto di Renzi&C. in formato gigante, almeno per non aumentare la mia (e credo di molti altri) già notevole incazz...

Caro Francesco, ha ragione. Tenteremo di contenerci, in nome del vecchio e mai superato “comune senso del pudore”.

BUONGIORNO, ho sentito in radio che Carlo Ancelotti, furioso per l’ennesima sconfitta del Napoli, ha obbligato la squadra a un ritiro forzato da domani, ma così, mi chiedo, non rischia di inimicarsi ulteriorme­nte i suoi giocatori? E di chi è la colpa dell’attuale divisione tra l’allenatore e lo spogliatoi­o? È vero che i calciatori si stanno comportand­o in modo irresponsa­bile, tuttavia il tecnico non sta facendo nulla per riportare l’armonia e il giusto spirito di collaboraz­ione.

GENTILE MARCUCCI, la sostanza dei fatti è sempre testarda e ci dice varie cose. Primo: il due novembre scorso il Napoli perse a Roma due a uno contro i gialloross­i, con un secondo tempo osceno e irritante, e il presidente Aurelio De Laurentiis decise di mandare tutti in ritiro per una settimana. Ancelotti espresse subito il suo parere contrario, pur adeguandos­i. La rabbia dei giocatori esplose invece la sera del martedì successivo, dopo il pareggio interno con il Salisburgo in Champions League. Indi l’ammutiname­nto e la dura reazione del presidente con le multe salate. La rivolta sarebbe stata capeggiata dai “senatori” dell’era estetica del sarrismo (Insigne, Callejon, Mertens, Allan, finanche Ghoulam). Questo è il filo rosso che porta alla decisione di ieri dell’allenatore, all’indomani dell’indegna sconfitta al San Paolo con il Bologna e in cui i giocatori non hanno fatto il massimo, per stessa ammissione di Ancelotti. La verità, cara Eliana, è che il povero tecnico, uno dei migliori al mondo con il suo palmares, ha tentato per giorni di usare una strada di buon senso tra la società e la rosa a sua disposizio­ne. Questo nonostante avesse fatto alcune richieste a De Laurentiis la scorsa estate. Richieste non esaudite in materia di cessioni, non di acquisti. A questo punto la sua decisione di mandare tutti in ritiro punta a far emergere il ribellismo dei “senatori”, due dei quali, Callejon e Mertens, in scadenza di contratto. Poi ogni decisione sarà presa, credo, dopo la partita con il Genk del 10 dicembre che dovrebbe valere la qualificaz­ione agli ottavi di Champions. O l’epurazione dei senatori, con la campagna di gennaio, oppure l’esonero di Ancelotti, queste le due soluzioni più estreme. Il fatto è che, come accade spesso alla fine di un ciclo, De Laurentiis avrebbe dovuto garantire questo ricambio già due anni fa. Insomma, sarebbe bastata una valutazion­e preventiva alla fine del sarrismo. Le grandi società lo fanno sempre. Evidenteme­nte il Napoli, con questa crisi, ha dimostrato di non esserlo.

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LaPresse Nel pallone Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli

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