Il Fatto Quotidiano

CARO PRESIDENTE, SI FACCIA UN DONO: LI MOLLI LÌ DA SOLI

- » ANTONIO PADELLARO © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gentile presidente Conte, mi permetta: perché non si fa (non gli fa) un bel regalo di Natale e li molla tutti? Una domanda, mi rendo conto, parecchio irresponsa­bile ma sincera che l’autore di questo diario ha maturato lunedì pomeriggio. Quando, dopo il suo intervento alla Camera, con l’interminab­ile elenco di tutte le volte in cui aveva informato il Parlamento e gli alleati leghisti e grillini sul fondo salva-Stati (Mes) mi sono sentito con Marco Travaglio concordand­o sulla figura di melma che avevano fatto Matteo Salvini e i suoi reggicoda verdi gridando al complotto dei plutocrati di Bruxelles e al tradimento degli italiani (Giorgia Meloni ha perlomeno l’attenuante di essere sempre stata all’opposizion­e).

F IG UR ACCI A fo to gr af at a all’indomani dal titolo di questo giornale: “Mes, Conte sbugiarda 26 volte Salvini: ‘La Lega era d’accordo ecco le prove’”. Purtroppo, ho capito di non avere capito nulla più tardi, quando il benzinaio sotto casa mi ha chiesto: dottò, ma davvero ci tolgono i soldi che abbiamo in banca? Ma cosa dice, ho sorriso indulgente, eppure, nel mentre cercavo di spiegargli come Conte avesse dimostrato dati alla mano perché di un’incredibil­e, gigantesca, vergognosa bufala si trattava, mi sembrò che il suo sguardo, e la pompa del pieno, si stessero come affloscian­do: voleva credermi (voleva crederci) ma non ci riusciva proprio. Poi, la serata televisiva ha aggiunto amarezza ad amarezza poiché non c’era talkdo

ve il prelievo forzoso (e proditoria­mente notturno) dai nostri conti correnti non fosse previsto, affrontato e sviscerato con accenti drammatici simili a quelli del presidente degli Stati Uniti all’annuncio dell’invasione marziana in Independen­ce Day.

È stato allora, stimato presidente, che ho dovuto prendere atto che ormai la realtà dei fatti – quella delle parole dette e scritte, dei verbali d’aula, dei numeri, dei dati incontrove­rtibili – ha perso definitiva­mente la guerra: soffocata non nelle spire dei viscidi tentacoli alieni, ma dalle balle spaziali delle fake news. Si chiama pregiudizi­o di conferma, ovvero ciò a cui si vuole ardentemen­te credere e non importa se smentito dall’evidenza dei fatti. Un modo di processare le informazio­ni alla ricerca di tutto ciò che può convalidar­e un’idea già presente nel nostro sentire, soprattutt­o se falsa. Tecnica di cui, ammettiamo­lo, il suo ex vicepremie­r si è rivelato maestro.

Non mi dilungherò oltre sul tema e torno alla domanda iniziale: presidente, chi glielo fa fare se malgrado le 26 smentite a Salvini& Meloni ciò che nel discorso pubblico resta del Mes – e di tutta la mole complessa di analisi, negoziati, soluzioni – rischia di rivelarsi un boomerang: che cioè state fregando nottetempo i risparmi agli italiani (o che ci stavate provando).

Ora, rifletta per un momento alle opportunit­à che offrirebbe ai protagonis­ti di questo circo una sua improvvisa uscita di scena. Finalmente, vinte le successive elezioni, Salvini potrebbe esercitare i pieni poteri senza sapere come (primo caso di premier a sua insaputa). Finalmente, il governo dell’economia (creativa) sarebbe esercitato dal tandem Bagnai&Borghi; e se lo spread dovesse impazzire come un razzo nordcorean­o, chissenefr­ega potendo stampare tutte le lirette che vogliamo (convertibi­li in rubli). Finalmente, l’imbronciat­o Luigi Di Maio ritrovereb­be il sorriso dopo tanta sofferenza alla Farnesina. Finalmente, Gianluigi Paragone (“Cadiamo? Magari”), e insieme a lui la possente armata dei 5stelle non più rieletti potrebbero riscoprire le gioie di una vita laboriosa (il rientro nel calore della famiglia mentre il caminetto crepita). Finalmente, Matteo Renzi dopo l’inevitabil­e dissolvime­nto di Italia Viva potrebbe realizzare il sogno di fare da consulente all’amico Salvini (anche se centomila a botta è un po’ caruccio).

INUTILE DIRE, p reside nte Conte, che da un lato egoisticam­ente esistenzia­le lei avrebbe tutto da guadagnarc­i (anche perché un lavoro ce l’ha): non più giorni bruciati a inseguire gli orecchiant­i della politica, i venditori di pentole bucate (e magari qualche volta lo stadio a vedere la Roma). Forse basterà aspettare la conferenza stampa di fine anno per conoscere le intenzioni di un premier che ha già dimostrato il 20 agosto scorso di non essere uno che subisce.

Infine, visto l’uso che ne ha fatto Salvini, le dono un Confucio che saprà a chi dedicare. Se incontri uno convinto di sapere tutto e sicuro di sapere fare tutto, non ti puoi sbagliare: è un imbecille.

PERCHÉ ANDARSENE/1

Dopo la figura di melma di Salvini sul Mes, in tv parlano solo del presunto prelievo dai conti Neanche il mio benzinaio mi crede...

PERCHÉ ANDARSENE/2

Così finalmente vincerebbe la Lega, Di Maio ritrovereb­be il sorriso e gli eletti 5S la famiglia. E pure lei starebbe assai meglio: un lavoro tanto ce l’ha

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