CARO PRESIDENTE, SI FACCIA UN DONO: LI MOLLI LÌ DA SOLI
Gentile presidente Conte, mi permetta: perché non si fa (non gli fa) un bel regalo di Natale e li molla tutti? Una domanda, mi rendo conto, parecchio irresponsabile ma sincera che l’autore di questo diario ha maturato lunedì pomeriggio. Quando, dopo il suo intervento alla Camera, con l’interminabile elenco di tutte le volte in cui aveva informato il Parlamento e gli alleati leghisti e grillini sul fondo salva-Stati (Mes) mi sono sentito con Marco Travaglio concordando sulla figura di melma che avevano fatto Matteo Salvini e i suoi reggicoda verdi gridando al complotto dei plutocrati di Bruxelles e al tradimento degli italiani (Giorgia Meloni ha perlomeno l’attenuante di essere sempre stata all’opposizione).
F IG UR ACCI A fo to gr af at a all’indomani dal titolo di questo giornale: “Mes, Conte sbugiarda 26 volte Salvini: ‘La Lega era d’accordo ecco le prove’”. Purtroppo, ho capito di non avere capito nulla più tardi, quando il benzinaio sotto casa mi ha chiesto: dottò, ma davvero ci tolgono i soldi che abbiamo in banca? Ma cosa dice, ho sorriso indulgente, eppure, nel mentre cercavo di spiegargli come Conte avesse dimostrato dati alla mano perché di un’incredibile, gigantesca, vergognosa bufala si trattava, mi sembrò che il suo sguardo, e la pompa del pieno, si stessero come afflosciando: voleva credermi (voleva crederci) ma non ci riusciva proprio. Poi, la serata televisiva ha aggiunto amarezza ad amarezza poiché non c’era talkdo
ve il prelievo forzoso (e proditoriamente notturno) dai nostri conti correnti non fosse previsto, affrontato e sviscerato con accenti drammatici simili a quelli del presidente degli Stati Uniti all’annuncio dell’invasione marziana in Independence Day.
È stato allora, stimato presidente, che ho dovuto prendere atto che ormai la realtà dei fatti – quella delle parole dette e scritte, dei verbali d’aula, dei numeri, dei dati incontrovertibili – ha perso definitivamente la guerra: soffocata non nelle spire dei viscidi tentacoli alieni, ma dalle balle spaziali delle fake news. Si chiama pregiudizio di conferma, ovvero ciò a cui si vuole ardentemente credere e non importa se smentito dall’evidenza dei fatti. Un modo di processare le informazioni alla ricerca di tutto ciò che può convalidare un’idea già presente nel nostro sentire, soprattutto se falsa. Tecnica di cui, ammettiamolo, il suo ex vicepremier si è rivelato maestro.
Non mi dilungherò oltre sul tema e torno alla domanda iniziale: presidente, chi glielo fa fare se malgrado le 26 smentite a Salvini& Meloni ciò che nel discorso pubblico resta del Mes – e di tutta la mole complessa di analisi, negoziati, soluzioni – rischia di rivelarsi un boomerang: che cioè state fregando nottetempo i risparmi agli italiani (o che ci stavate provando).
Ora, rifletta per un momento alle opportunità che offrirebbe ai protagonisti di questo circo una sua improvvisa uscita di scena. Finalmente, vinte le successive elezioni, Salvini potrebbe esercitare i pieni poteri senza sapere come (primo caso di premier a sua insaputa). Finalmente, il governo dell’economia (creativa) sarebbe esercitato dal tandem Bagnai&Borghi; e se lo spread dovesse impazzire come un razzo nordcoreano, chissenefrega potendo stampare tutte le lirette che vogliamo (convertibili in rubli). Finalmente, l’imbronciato Luigi Di Maio ritroverebbe il sorriso dopo tanta sofferenza alla Farnesina. Finalmente, Gianluigi Paragone (“Cadiamo? Magari”), e insieme a lui la possente armata dei 5stelle non più rieletti potrebbero riscoprire le gioie di una vita laboriosa (il rientro nel calore della famiglia mentre il caminetto crepita). Finalmente, Matteo Renzi dopo l’inevitabile dissolvimento di Italia Viva potrebbe realizzare il sogno di fare da consulente all’amico Salvini (anche se centomila a botta è un po’ caruccio).
INUTILE DIRE, p reside nte Conte, che da un lato egoisticamente esistenziale lei avrebbe tutto da guadagnarci (anche perché un lavoro ce l’ha): non più giorni bruciati a inseguire gli orecchianti della politica, i venditori di pentole bucate (e magari qualche volta lo stadio a vedere la Roma). Forse basterà aspettare la conferenza stampa di fine anno per conoscere le intenzioni di un premier che ha già dimostrato il 20 agosto scorso di non essere uno che subisce.
Infine, visto l’uso che ne ha fatto Salvini, le dono un Confucio che saprà a chi dedicare. Se incontri uno convinto di sapere tutto e sicuro di sapere fare tutto, non ti puoi sbagliare: è un imbecille.
PERCHÉ ANDARSENE/1
Dopo la figura di melma di Salvini sul Mes, in tv parlano solo del presunto prelievo dai conti Neanche il mio benzinaio mi crede...
PERCHÉ ANDARSENE/2
Così finalmente vincerebbe la Lega, Di Maio ritroverebbe il sorriso e gli eletti 5S la famiglia. E pure lei starebbe assai meglio: un lavoro tanto ce l’ha