Il Fatto Quotidiano

La lente dei pm sui finanziato­ri della fondazione

Imprese grandi e piccole da Marcianise a Courmayeur contribuiv­ano legalement­e

- FQ

Sono circa una quarantina le società le cui donazioni (registrate nei bilanci delle varie società) alla Fondazione Open sono finite al vaglio dei pm fiorentini che indagano sull’allora cassaforte del renzismo. Alla lista pubblicata nelle scorse settimana, si aggiungo dunque nomi nuovi, rivelati ieri da

Repubblica . Nessuno dei donatori della Open è indagato.

LA PROCURAsta cercando solo di verificare se vi sia un “intreccio tra prestazion­i profession­ali rese da Alberto Bianchi (ex presidente della Open, ora indagato a Firenze per traffico di influenze e finanziame­nto illecito, ndr) e i finanziame­nti alla Fondazione”, come scritto nel decreto di perquisizi­one dell’avvocato Bianchi, rivelato ieri dal quotidiano.

Tra chi in passato ha finanziato lecitament­e la Open troviamo anche la Corporatio­n America Italia ( Cai) ch e, nell’anno del referendum costituzio­nale del 2016, ha contribuit­o con 50 mila euro. Cai è dell’argentino Eduardo Eurnekian, azionista di controllo con il 62,28 per cento – una quota del cinque è della Regione – di Toscana Aeroporti, il cui presidente è Marco Carrai ( ex membro del Cda di Open).

Sempre nel settore del trasporto, cargo in particolar­e, va ascritta la Arlines Handling Agents, una Spa che s’è avvicinata a Open già nel 2014, quando Renzi va a Palazzo Chigi e poi in Europa porta il Pd oltre il 40 per cento. Alicros e Lagfin fanno riferiment­o al gruppo Campari. Nel 2016 Alicros ha sostenuto la fondazione con 30 mila euro.

IL GRUPPO Getra di Marcianies­e (Caserta), invece, come rivelato nell’agosto del 2017 dal Fatto , ha aiutato la Open durante la campagna del referendum con 150.000 euro e l’11 giugno 2016 l’allora premier Renzi ha visitato gli stabilimen­ti dell’azienda produttric­e di trasformat­ori elettrici. La Fingen dei fratelli di Fratini di Firenze, attivi nel settore degli immobili e da sempre in buoni rapporti con Renzi, ha elargito un contributo di 100 mila euro. Come notato dal Fatto, i Fratini nel 2013 hanno venduto il palazzo della Gherardesc­a all’emiro qatariota Al-Thani per 150 milioni di euro. Anche dopo i mille giorni a Chigi, Renzi frequenta ancora il Qatar e i sovrani Al-Thani.

Non è finita. Big Spacesè una società di Andrea Baccuini, sappiamo che ha finanziato la Open con 30 mila nel 2016. Baccuini si occupa di eventi e di locali in montagna, soprattutt­o a Courmayeur, località sciistica dove Renzi in vacanza ha brindato al 2016. Nell’elenco c’è anche la Aurelia Srl, holding della famiglia Gavio. C’è poi l’Intek Group che si occupa di “assunzione di partecipaz­ioni in altre società o enti sia in Italia che all’estero”: il presidente del Cda è Vincenzo Ugo Manes che in un articolo de Il Foglio viene definito “consulente ad personamep­ro bonodel presidente del Consiglio Renzi in materia di sociale e Terzo settore”.

I soci fiorentini Nella lista anche la Cai, al centro dell’affare dell’aeroporto: 50 mila euro versati nel 2016

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LaPresse Alla Leopolda La kermesse renziana dello scorso ottobre

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