Dell’Utri di nuovo libero Ora B. teme la “vendetta”
Marcell0’s Day Finiti i domiciliari: preoccupazione ad Arcore dopo il rifiuto di “Silvio” di testimoniare a suo favore a Palermo
Eora ad Arcore sale la preoccupazione. Per quello che Marcello Dell’Utri potrebbe dire. Per vendicarsi della scena muta di Silvio Berlusconi il 25 settembre scorso in tribunale. Ieri l’ex senatore forzista è tornato in libertà dopo aver scontato 5 anni e mezzo dei 7 della condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, passati in carcere fino al 18 luglio scorso, quando gli sono stati concessi i domiciliari. Ma un altro processo importante grava sulla sua testa: quello sulla “trattativa Stato-mafia”, appunto, per cui è stato condannato a 12 anni in primo grado. E sul quale Silvio Berlusconi, chiamato a testimoniare, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Con grande arrabbiatura della moglie di Dell’Utri. “È meglio che non parlo, che non dico quello che penso. La testimonianza di Berlusconi era ritenuta decisiva dalla Corte d’appello. Qui c’è in gioco la vita di Marcello”, le parole di Miranda Ratti due mesi fa.
DAL L’ENTOURAGE dell ’ ex premier filtra pochissimo e l’argomento è tabù. Ma qualcosa trapela. Da una parte il sollievo di B. per il ritorno in libertà dell’“amico Marcello” che in carcere “è stato molto male”, ma dall’altra una grande preoccupazione per quello che ora l’ ex manager di Pub litali a potrebbe dire nei procedimenti ancora aperti: la“trattativa ”, ma pure l’ inchiesta sulle stragi del 1993, che vede indagato l’ex premier. “Berlusconi è terrorizzato”, dice una fonte vicina aB. Anche se l’ ex Cavaliere confida nel fatto che l’amico di una vita continuerà a non tradirlo.
In Forza Italia, invece, si segue il ragionamento opposto. “Premesso che Berlusconi non ha nulla da temere perché non c’è niente da sapere, anche nel caso vi fosse qualcosa, avrebbe dovuto temere prima, quando Dell’Utri era in carcere. Lì una persona è più portata a parlare, magari per avere sconti di pena. Ma adesso che Marcello è tornato libero, che senso avrebbe…?”, è il ragionamento che fanno un paio di senatori azzurri. “E poi, nonostante quel che dice la signora Miranda (che ieri era all’estero, ndr), Marcello sa bene perché Silvio non è mai potuto andare a trovarlo in carcere e sa anche perché Coppi e Ghedini gli hanno imposto di non testimoniare…”, osserva un deputato.
Se Berlusconi (che questa settimana incontrerà Salvini) non è stato vicino fisicamente al suo ex collaboratore, lo è stato però economicamente, visto che, secondo l’ufficio informazioni finanziarie di Bankitalia, tra il novembre 2016 e il febbraio 2017 Berlusconi ha “donato” alla famiglia Dell’Utri oltre 3 milioni di euro.
DA LUGLIO, dunque, Dell’Utri era ai domiciliari nella sua abitazione a Milano 2, il quartiere immerso nel verde alle porte di Milano da cui tutto è cominciato. È proprio lì che ieri mattina gli è stata recapitata l’istanza di scarcerazione. Dell’Utri è uscito di casa verso le 15 per recarsi dal suo avvocato Francesco Cetonze, che lo assiste nel processo sulla “trattativa”. “Sono frastornato dalla libertà. Non ero più abituato. Ora ho una gran voglia di andare al cinema e al ristorante. Del resto cos’è la libertà se non questo …”, ha detto ai cronisti che lo attendevano. Dell’Utri, 71 anni, è apparso in buone condizioni fisiche. “Mi sto curando. Di salute ora sto meglio. Vorrei mandare un saluto ai miei colleghi carcerati che stanno ancora dentro. Li saluto tutti con affetto…”, ha aggiunto. Qualcuno gli chiede proprio di Berlusconi e della sua scelta di non testimoniare. “Su questo non ho nulla da dichiarare. È materia di avvocati…”, la risposta dell’ex senatore.
Manager di Publitalia, promotore Fininvest e fondatore di FI, ma pure, secondo le sentenze, anello di collegamento tra B. e le cosche siciliane cui l’ex premier chiese protezione alla metà degli anni ’ 7 0, Dell’Utri si è pure rimesso a studiare. “Mi sono iscritto all’università di Bologna, facoltà di storia e letteratura italiana. Ho un esame tra pochi giorni…”, ha dichiarato al Corriere. Grande appassionato di libri antichi, nel 2015 gliene sono stati sequestrati diverse migliaia con l’accusa di averli sottratti a biblioteche pubbliche ed ecclesiali.
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