Il Fatto Quotidiano

Reggio ha paura: “L’effetto Bibbiano fa vincere la Lega”

La città non ha emergenze migranti, né economiche: “Bonaccini è bravo, però Matteo piace”

- » ANTONELLO CAPORALE

“Per me è Lucifero, mi spaventano le sue sembianze, parlo proprio delle fattezze fisiche. Non so perché ma mi ricorda il diavolo”. Il negozio di pantofole della signora Silla, 76 anni, è sulla via Emilia, lungo i portici sotto i quali Reggio passeggia e pedala (ora però è vietata la bici al coperto). A lei che abita al civico 54, “due portoni più in là della Flavia, la moglie di P r o di ”, democristi­ana fin quando lo scudocroci­ato ha retto, poi diligentem­ente nel Pd, Matteo Salvini fa paura: “Eppure piace a tante mie amiche e non so perché. Questa cosa mi angustia molto”.

È la tremarella che prende la città che ha dato il tricolore all’Italia. Sovrana per costituzio­ne, capitale per vocazione e dal cuore rosso così. Settant’anni e mai un problema, poi tutto d’un tratto Reggio deve fare i conti con i barbari, che effettivam­ente sono alle porte. Quasi trenta per cento alle europee i leghisti. Solo cinque punti in meno dai padroni del vapore che ora devono difendere la rocca: ad ovest Piacenza e Parma sembrano perdute, la periferia che dà verso la Lombardia è già verde, come la Romagna che guarda il mare.

“I MIGRANTI fanno paura, e poi la sicurezza, e poi la salute”, dice Cosimo, ragioniere in pensione. Il miracolo che Salvini ha compiuto è di aver combattuto contro il principio di gravità. La città tra le più sicure ha paura dei ladri, è messa meglio degli altri in quanto a ospedali e scuole ma teme per la salute, vive la sua prosperità che è ragguardev­ole e comunque si sente impoverita. Nove miliardi e mezzo di euro in export, la disoccupaz­ione limata verso il 3,5 per cento, un nucleo industrial­e forte e solido che attraversa tutti i passanti manifattur­ieri (dalle confezioni di lusso come Max Mara, agli elettrodom­estici della Smeg, agli alimentari con la gran mortadella Veroni). Decine di altri marchi, un sistema bancario rispettabi­le (qui nasce il Credito emiliano), un reddito pro capite elevato (33.518 euro) e una demografia che, a parte gli ultimi mesi, inverte la tendenza nazionale. Nel 2001 Reggio contava 141mila abitanti. Oggi ne ha 32mila in più.

È ricca eppure trema. “Andiamo giù nelle simpatie nel distretto delle ceramiche, li facciamo fatica a restare nell’animo della gente. È la classe operaia che non ci riconosce più, è quella sconnessio­ne che ci sta costando cara”. Andrea Rossi è figlio del partito e uno degli ultimi, insieme a Luca Vecchi, sindaco di Reggio, ad aver goduto degli onori di una carriera cucitagli addosso dalla gerarchia: assunto in federazion­e, poi sindaco a 26 anni di Casagrande, paesone di diecimila abitanti, quindi c on s i gl i er e regionale e infine deputato. Ex renziano, è lì a tirare la carretta di Stefano Bonaccini: “Se conta un po’ la buona amministra­zione noi vinciamo alla grande. Se il voto sarà tutto politico allora vedremo i sorci verdi. Perché Lucia Borgonzoni non sa nulla dell’Emilia e della Romagna ma in television­e fa la sua figura. In tv non c’è bisogno di mostrare competenza ma di apparire simpatica, banalmente convincent­e. E lei tutto sommato se la cava”.

Il guaio del Pd è questo deficit di reputazion­e pubblica che lo costringe a patire anche i fatti di cronaca nera. La vicenda Bibbiano, la questione degli affidi ceduti, rubati, estorti, è il perfetto quadro in cui la cronaca nera si fa cronaca politica.

È LA PRIMA VOLTAche un partito, dal nulla, diviene l’icona non del malaffare ma della violenza ai danni dei minori. “Sono divenuto l’orco, sono stato vittima dei vili barbari del web”, commenta oggi Andrea Carletti, il sindaco al quale la Cassazione restituisc­e un po’ di onore e il ritorno alla vita pubblica. “Bibbiano è l’emblema di una tragedia democratic­a, perché è divenuto, attraverso l’uso manipolato­rio dei social network, il simbolo di una aggression­e violenta. Una valanga di bot, macchine che costringon­o con un’onda d’urto organizzat­a nel segreto dei software a fare i conti con la vergogna”. Graziano Delrio, il politico di riferiment­o, che di Reggio è stato sindaco, vede in Bibbiano il pericolo dei pericoli: “Una valanga di tweet e di post, migliaia di likes ad opera di robot, l’uso spregiudic­ato di un sistema che ti annienta perché è incontroll­abile”.“Salvini senza i social quanto varrebbe? Penso la metà dei voti che oggi ha”.

Con le sardine in campo, l’imprevista invasione che ha fatto deragliare il treno del leader leghista che cercava anche in Emilia le piazze viste in Umbria, la scena, almeno quella pubblica è cambiata. L’ultimo evento di Lucia Borgonzoni è dell’11 novembre scorso. Mai da sola, sempre un passo dietro al leader. Il quale ha cambiato strategia, e la polemica sul Mes è il primo effetto della mutazione delle regole d’ingaggio. Ora si fa notare solo in piccoli ambienti, piccoli paesi. Tre giorni fa è stato avvistato a Castelnuov­o Monti, borgo piccino e platea limitata. “Gli abbiamo tolto le piazze, lo abbiamo fatto andare nei bar”, dice entusiasta Mattia Santori, il capobranco di questo nuovo mare di pesci.

È COSÌ, eppure i sondaggi non producono ribaltamen­ti clamorosi: qualche mezzo punto in meno. Oggi a Ravenna la partita di ritorno: c’è Salvini, e coperta dal suo corpo la Borgonzoni. Ha scelto una strada per il comizio, i pesciolini, per rendergli la pariglia, nuoteranno invece in piazza. Eppure la Romagna sembra persa per Bonaccini, la costa è con la Lega, e infatti il Papeete è lì a Milano Marittima a issare il pennone della rivoluzion­e.

“La società emiliana – spiega Delrio – mal sopporta il sistema verticale che invece è la forza della Lega. Fede assoluta nel capo, solo lui conta e per gli altri un ruolo da gregari, da yes men. La cultura di questa terra, che è stata ben governata (altrimenti non avremmo retto ininterrot­tamente per settanta anni), ti vuole vedere pari tra la sua gente. Uso la bici, viaggio sempre in seconda classe perché so che altrimenti perderei stima e consideraz­ione. Non c’è nulla di verticale in Emilia. È piana come la Padania. Ed è piana per tutti”.

Un altro incrocio Stasera comizio del leghista a Ravenna ma in piazza scendono anche le sardine

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LaPresse In aula Borgonzoni, t-shirt su Bibbiano
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È uno dei leader del movimento anti salviniano delle sardine
MATTIA SANTORI È uno dei leader del movimento anti salviniano delle sardine
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LUCA VECCHI Attuale sindaco di Reggio Emilia del Partito democratic­o
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ANDREA ROSSI Deputato ex renziano, fa campagna elettorale per Bonaccini
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Il capogruppo del Pd, ex ministro, è stato sindaco di Reggio
GRAZIANO DELRIO Il capogruppo del Pd, ex ministro, è stato sindaco di Reggio

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