Gli sms di Bianchi pro Gavio e i 2 ras della corruzione del voto a Catania
L’inchiesta Per Luca Sammartino, già “re delle preferenze”, l’accusa è corruzione elettorale: sistema di raccomandazioni in cambio di voti
Ci sono consiglieri comunali che vogliono un lavoro. Ma anche un sindaco, un tempo militante di Alleanza Nazionale, che sistema il proprio figlio. Qualcuno, invece, ha già un’occupazione, ma ambisce alla promozione o semplicemente vorrebbe riavvicinarsi a casa grazie a un trasferimento. Altri si muovono per la cugina, desiderosa di lavorare in un ospedale specifico. Sono questi i contorni dell’inchiesta della procura di Catania nei confronti del deputato regionale Luca Sammartino, nei giorni scorsi – come ha raccontato Il Fatto – destinatario di un avviso di conclusione indagini insieme ad altre 12 persone.
L’ACCUSA per l’ex Pd, diventato uomo simbolo di Mattero Renzi in Sicilia con Italia Viva, è corruzione elettorale. Nel mirino della Digos di Catania sono finite le regionali 2017 e le politiche 2018. Competizioni che hanno consacrato Sammartino: un plebiscito di voti (oltre 32mila) che gli ha permesso di essere riconfermato all’Assemblea regionale siciliana. Cinque anni dopo la sua prima elezione, a soli 27 anni, ma con l’Udc.
L’ultimo test, quello della Camera, per Sammartino non si è concluso bene, ma ha comunque aperto le porte del Senato – grazie al ripescaggio nel plurinominale – alla sua compagna, la senatrice Valeria Sudano. Non indagata ma citata nell’inchiesta come “beneficiaria” di parte del consenso finito sotto i riflettori degli investigatori. La pioggia di promesse e raccomandazioni, che sarebbero alla base della fitta rete clientelare dell’uomo di Renzi, sarebbe passata, per esempio, dalle richieste di Carmelo Scandurra, attuale sindaco di Aci Castello con un passato a destra. Indagato per avere promesso e dato il proprio voto, e quello di altri, in cambio dell’assunzione del figlio Filippo (non indagato) in Althea Italia, società specializzata in tecnologie biomediche non coinvolta nell’indagine. Sempre all’assunzione in questa azienda viene accostato
Giuseppe Musumeci, ex consigliere comunale a Catania. Sammartino sarebbe intervenuto nei confronti dei vertici della ditta “per garantirgli migliori condizioni di lavoro”. Alla EliSicilia srl, invece, sarebbero finiti Marco
Mirici Cappa e Sebastiano Anastasi, entrambi tra gli indagati e con l’ultimo che avrebbe fatto campagna elettorale per ottenere in cambio un posto per il figlio Vincenzo (non indagato).
Tra i bacini elettorali più rilevanti del deputato c’è quello nel settore sanitario. Storico, l’impegno dei genitori con il colosso della sanità privata Humanitas. La procura mette nero su bianco i presunti interventi del deputato nei confronti dei vertici dell’Azienda sanitaria provinciale e di quelli degli ospedali Garibaldi e
Cannizzaro. Obiettivo: garantire alla cugina di Alfredo Scozzarella, ex consigliere comunale a Caltagirone, “la collocazione lavorativa all’Asp”.
ALTRA VICENDA è quella che ha come protagonista l’assessore di Mascalucia Antonino Rizzotto. Quest’ultimo avrebbe fatto campagna elettorale così da ottenere il rientro nella sede Inps di Mascalucia. Il figlio di Rizzotto avrebbe beneficiato dell’assunzione nel colosso della vigilanza privata Ancr. Per la figlia, l’assessore avrebbe chiesto al deputato renziano il trasferimento dalla sede Unipol di Bologna a quella di Catania. Nelle carte, il duo Rizzotto-Sammartino spunta anche per le presunte agevolazioni per una liquidazione di una pratica di trattamento di fine rapporto. Richiesta che Sammartino avrebbe messo sul tavolo di Rizzotto, in qualità di dipendente Inps, per favorire “una sua amica stretta”.
Il sospetto
Sotto la lente dei pm le elezioni 2017 e 2018 e i lavori e le promozioni per parenti e amici vari