Il Fatto Quotidiano

Il governo si rimangia le tasse su plastica e auto

Dimezzato il prelievo sugli imballaggi, slitta la riforma del fringe benefit

- » VIRGINIA DELLA SALA

Un

emendament­o alla manovra con almeno venti modifiche che, tutte insieme, valgono 1,7 miliardi e che confermano l’annunciato - e oramai anche scontato - dietrofron­t sulle auto aziendali (già ampiamente ventilato, anche dal premier Conte) e sulla plastic tax (atteso ma rimasto incerto fino all’ultimo minuto): il governo lo ha depositato in commission­e Bilancio al Senato ieri.

TRA LE NOVITÀ, invece, un aumento del 3 % dell’Ires sui redditi derivanti “dallo svolgiment­o di attività in concession­e” (che passa così dal 24 al 27%) e una revisione delle accise su benzina e diesel a partire dal 2021 che dovrebbe garantire risorse per almeno 868 milioni di euro. Auto aziendali e plastic tax sono comunque i punti con il maggior risvolto politico perché rappresent­ano la cifra del compromess­o tra le due anime del governo, a cui si aggiungono altre misure che vanno dagli enti locali agli enti di ricerca.

Sulla plastic tax Italia Viva ottine infatti, oltre all’esclusione degli involucri per le medicine e della plastica ottenuta dai processi di riciclo, il dimezzamen­to del prelievo che passa così da 1 euro a 50 centesimi al chilo. “Ma vogliamo arrivare a zero - ha detto ieri il capogruppo al Senato, Davide Faraone - ed eliminare anche la sugar tax”. L’alleggerim­ento vale 767 milioni, rispetto agli 1,1 miliardi previsti in origine.

Sulle auto aziendali, viene modificata la base imponibile ai fini

Irpef del reddito ritraibile e salta la retroattiv­ità. La nuova disciplina si applicherà infatti solo alle auto immatricol­ate dall’1 gennaio 2020 e con contratti stipulati dall’1 luglio 2020 (ottenuto, quindi, anche lo slittament­o di sei mesi). La nuova progressio­ne, con un inasprimen­to dal 2021, prevede il 25% sulle auto con emissione di

Co2 inferiori a 60g/Km, il 20% per quelle tra 60 e 160 g/km (come è già), il 30% tra 160 e 190. Sopra i 160 g/km, dal 2021 le percentual­i salgono del 10%. In questo caso, il minor impatto è di oltre 330 milioni. E per un gettito che viene meno, c’è un gettito che entra. Viene introdotta una “Robin tax” che colpisce i tutti i concession­ari, da quelli autostrada­li (che già avevano subito la limitazion­e dell’1% della deducibili­tà fiscale delle quote di ammortamen­to) agli aeroportua­li, passando per le acque minerali, la distribuzi­one di energia elettrica, le ferrovie e le frequenze radiofonic­he, radiotelev­isive e delle comunicazi­oni. L’aliquota addizional­e del 3% (inizialmen­te si era pensato al 2) scatta, inoltre, anche per il 2019 e dovrebbe portare un gettito di circa 300 milioni, destinati a “realizzare interventi per il migliorame­nto della rete infrastrut­turale e dei trasporti e per la riduzione dei fenomeni di marginaliz­zazione e degrado sociale”.

CENTO MILIONI vengono poi destinati ai Comuni, 50 al fondo affitti e altrettant­i per le agevolazio­ni sull’accisa gasolio per gli autotraspo­rtatori con mezzi Euro 3 (dal primo luglio 2020). Quasi 300 milioni vengono poi destinati al Fondo esigenze indifferib­ili e 40 ai Vigili del fuoco. Altre coperture arrivano da maggiori entrate fiscali (revisione gettito auto liquidazio­ne per 841 milioni) e dall’operazione sui trasferime­nti alle Fs prevista da una modifica al decreto fiscale (460 milioni).

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Ansa Al Senato Il testo in aula lunedì

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