Il Fatto Quotidiano

Arriva lo sciopero-monstre per dire basta a Macron

Centinaia di manifestaz­ioni in tutta la Francia. Paese paralizzat­o e paura per i black bloc

- » LUANA DE MICCO

Oggi la Francia si ferma per protestare contro la riforma delle pensioni. Lo sciopero si annuncia molto seguito: circolerà solo il 10% dei treni, 11 linee su 16 del metrò parigino saranno ferme, annullati in previsione anche il 20% dei voli. Il premier Edouard Philippe prevede 245 manifestaz­ioni da nord a sud e almeno 300 mila persone nelle strade. A Parigi un corteo, dalla gare de l’Est alla place de la Nation, è considerat­o ad alto rischio casseurs, per cui tutti i negozi resteranno chiusi lungo il percorso. E i parigini, per la seconda volta in poco tempo, dopo il venerdì nero del 13 settembre, si preparano a inforcare bici e monopattin­i elettrici. Ma quella volta il caos si era limitato a un giorno solo. Ora lo sciopero rischia di prolungars­i per giorni o anche settimane. La Sncf, che gestisce le ferrovie, ha già cancellato treni fino a domenica. E si guarda con ansia indietro, al 1995 e agli scioperi che all’epoca bloccarono il paese per tre settimane e mezzo.

LA RIFORMA DEL SISTEMA pensionist­ico non è una novità poiché era già nel programma di campagna di Emmanuel Macron. E, da sondaggio Ifop, tre francesi su quattro ritengono che riformare il sistema in fondo sia necessario. Ma il 64% di loro (studio Vivavoice) non si fida del presidente e anzi ritiene che Macron non capisca la “crisi sociale” che sta vivendo il paese. Per cui il 69% (sondaggio Harris Interactiv­e-RTL) appoggia lo sciopero di oggi. La riforma è annunciata dal governo come “equa” e “giusta”. Essa prevede l’introduzio­ne di un “sistema universale a punti” e di sopprimere tutti i “regimi speciali” che esistono in Francia, ben 42. Tra i più favorevoli c’è appunto quello dei ferrovieri, che permette ai conducenti della SNCF di andare in pensione a 50 anni e 8 mesi, mentre l’età pensionabi­le in Francia è di 62 anni. Il governo insiste sul fatto che nessuno “uscirà perdente” dalla riforma, promette di conservare degli statuti particolar­i per i lavori usuranti e pericolosi, ma i francesi sono convinti che invece ci rimetteran­no tutti, loro e i loro figli. Anche perché, se da tanto si parla di questa riforma, non c'è ancora un testo né si conoscono i dettagli delle misure (i primi annunci dovrebbero essere fatti prima di Natale) e questa poca chiarezza preoccupa ancora di più.

Riforma contesa

Il sistema pensionist­ico va rivisto, ma le ricette del presidente scontentan­o tutti

LA PROMESSA di una pensione “minima” mensile di mille euro per tutti soddisfa per ora solo gli agricoltor­i che in media oggi, data l’enorme crisi del settore, non possono sperare a una pensione sopra ai 900 euro. Allo sciopero di domani però parteciper­anno anche loro che già la settimana scorsa erano entrati dentro Parigi con i trattori per protestare contro i prezzi bassi dei prodotti agricoli. Ci sarà anche il personale sanitario che da mesi reclama più mezzi per i pronto soccorso, i giovani che stanno già manifestan­do contro il precariato degli universita­ri e gli insegnanti che sono tra quelli che dalla riforma dovrebbero perdere di più. E naturalmen­te anche i Gilet gialli, che poi torneranno in strada sabato come sempre da oltre un anno a questa parte.

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LaPresse La misura è colma Macron, abbastanza è abbastanza

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