Il Fatto Quotidiano

“Il pubblico non ama il dubbio ma noi attori siamo impostori”

ELENA RADONICICH È in teatro con “L’onore perduto di Katharina Blum” e in tv interpreta Marlene Dietrich

- » ALESSANDRO FERRUCCI

Se esistesse una categoria morettiana di attrice, Elena Radonicich sarebbe tra le prime iscritte. Seria, posata, soppesa le parole, ma senza pesantezza, solo nel rispetto del significat­o, poi torna sui concetti, li elabora prima nella testa, poi accetta le accezioni dell’interlocut­ore, non si nasconde, e conosce il valore dell’esperienza “e per fortuna in carriera ho lavorato con dei grandi”.

Attualment­e i “risultati” sono in una tournée teatrale con L’onore perduto di Katharina Blum ( ora all’Eliseo di Roma) e nel ruolo di Marlene Dietrich nel programma Io e lei in onda su Sky.

“L’attore sposta i confini dell’infanzia senza farti invecchiar­e” parole sue. Davvero l’ho detto? Sono d’accordo con me stessa.

Con “Irishman” l’asticella si è spostata: li hanno ringiovani­ti al computer.

Toglie il problema di doversi rifare.

Non toglie anche spontaneit­à nella recitazion­e? Attualment­e al pubblico non interessa la spontaneit­à.

E cosa?

Preferisce trovare qualcosa di eterno, inscalfibi­le e soprattutt­o che esprime felicità.

Mentre prima...

Negli anni Settanta era importante il dubbio, le persone si sentivano rassicurat­e nel vivere in una società viva e plurale; oggi si punta solo ad allontanar­e il pensiero della morte attraverso l’ab ba tt imento della caducità.

Per Gianluca Guidi frequentar­e troppe scuole di recitazion­e toglie spontaneit­à. Studiare mi calma, placa il “mito dell’i mp os to r e”, soprattutt­o se uno è ben cosciente di cos’è l’eccellenza e cos’è la mediocrità.

Quindi ai provini è sempre iper preparata.

A volte sono un impostore.

Allora?

Quel discorso è per giustifica­re che alla fine uno è un gran paraculo.

Sa bluffare?

È il mio mestiere; anni fa sono andata a un provino per un film tedesco, e il mio inglese di allora era basico; a un certo punto mi dicono: “Ora improvvisi­amo una scena in mezzo al bosco”.

Morale?

Quel giorno sono stata avvolta e guidata da un istinto di sopravvive­nza, quando scopri che in te vivono delle risorse sconosciut­e, e capisci di non conoscerti fino in fondo: all’improvviso ho iniziato a parlare un inglese ottimo, e mi hanno preso.

E a teatro?

Tutti i giorni si apre il sipario e tutti i giorni mi domando “perché sono qui”, o “che dio me la mandi buona”.

Sobria.

Dura poco, poi si trasforma in potere; un potere che quando sbagli ti si mangia, quando va bene, lo eserciti e godi di quello che stai realizzand­o.

Tensione.

Le prime volte sul palco per l’adrenalina andavo a dormire alle cinque del mattino. Comprende i suoi colleghi che optano per la droga... Certo, e capisco tutti i vizi; va peggio alle rockstar.

Un copione comico le è mai arrivato?

Mi piacerebbe, ma con questa faccia è impossibil­e.

Cosa la fa ridere?

Le persone patetiche, gli inetti, gli inadatti, i fuoriluogo.

Fantozzi?

Da morire; poi sorrido dei gaffeur, e in casa mia c’è un ramo di gaffeur, e se poi vedo qualcuno cadere per strada...

Lì si sente male...

Un giorno esco con un’amica, camminiamo, passa un ragazzo sul motorino, ci guarda, si distrae, va contro un cassonetto dell’immondizia e ci finisce dentro. Io impazzita.

Un suo vizio.

Il cibo. Penso solo a mangiare. Solo ristoranti. E non voglio regolarmi.

Un suo cruccio.

Da torinese ho sempre paura di offendere gli altri, preferisco sorridere e fingere che va tutto bene, e in quei rari casi in cui riesco a mettere i puntini sulle “i” allora dentro di me scatta la ola.

Ha lavorato con Elio Germano, Luca Marinelli e altri: cosa ha rubato a chi?

Da loro ho imparato la serietà, perché sono attori dediti, che si pongono domande e analizzano le scene.

Cioé?

Ti prendono per mano e ti portano con loro, perché non hanno alcun interesse a brillare da soli, e uno si sente partecipe di un contesto maggiore e magari ritrova sul palco o davanti alla cinepresa i risultati di questo percorso.

(E magari trasformar­si in maniera stupefacen­te anche in

un’icona come la Dietrich).

Da Luca Marinelli ed Elio Germano ho imparato la serietà, perché si pongono domande e analizzano le scene

Tutti i giorni si apre il sipario e tutti i giorni io mi domando ‘perché sono qui’

 ?? Ansa ?? Da Moncalieri In carriera ha recitato anche in “Montalbano” , “1992”, “1993” e “1994”
Ansa Da Moncalieri In carriera ha recitato anche in “Montalbano” , “1992”, “1993” e “1994”
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