Natale anno zero: ridere per salvare Gesù (e i migranti)
Non hanno paura della concorrenza Ficarra & Picone, vuoi che si chiami Star Wars o Pinocchio, anzi “lo invitiamo al cinema poi se disturba il pubblico con il naso lungo lo facciamo spostare...” scherzano i due comici palermitani, pronti a festeggiare i primi 25 anni di “matrimonio artistico”. E forse un po’ di ragione ce l’hanno, perché il loro Il primo Nataleha tutte le carte in regola per assecondare i gusti del grande popolo delle famiglie italiane: divertimento garbato, intreccio narrativo accattivante, e soprattutto il recupero dell’iconografia natalizia tradizionale, riportata letteralmente ab origine e quasi in situ, essendo gran parte del film girato in Marocco, praticamente un immaginario da eterno presepe vivente.
LA MEDUSA ha confermato di credere in loro, affidandogli alla sesta regia ( la quarta “da soli”) la propria commedia di Natale, una responsabilità assoluta parlando in termini di aspettative al botteghino, con un’uscita extralarge in 600 copie dal 12 dicembre. “Qu es to film non poteva che stare sotto l’A lb ero ” a ss ec on da Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato della società di proprietà Mediaset. Da parte loro, (Salvo) Ficarra & (Valentino) Picone hanno restituito la fiducia, giurando col sangue di rispettare le 10 settimane di riprese e un budget (non da poco) di 11 milioni di euro messo insieme dalla Tramp Ltd di Attilio De Razza. Un ricco production value che salta subito agli occhi alla visione del film, illuminato dalla fotografia di Daniele Ciprì sulle rigogliose scenografie di Francesco Frigeri, mentre in termini di cast spicca la presenza di un istrionico Massimo Popolizio nelle vesti di Re Erode. Ma al duo siculo, rivelatosi quanto mai perfezionista, interessava soprattutto colpire nel segno con una sceneggiatura che spaccasse. Ecco allora ad affiancarli le penne sia di Fabrizio Testini sia della richiestissima superstar Nicola Guaglianone, per una scrittura durata mesi, sintomo preparatorio di un’opera con tutti i crismi.
Insomma, Il primo Natale di nome e di fatto (è la prima volta che F & P escono a Natale...) era destinato a diventare una commedia formato kolossal, e come tale doveva oltrepassare – senza bypassarla – la pura comicità. “È un soggetto che abbiamo in testa da anni, e in sintesi è il racconto rivisitato del compleanno di Gesù, quello vero, che noi due riportati all’anno zero, andiamo a salvare”. Al centro c’è l’espediente narrativo del viaggio nel tempo che conduce casualmente “i nostri” dalla Sicilia contemporanea alla Palestina del dicembre A.D. Se Ficarra è il cinico ladro Salvo, “specializzato” in oggettistica sacra, Picone è don Valentino, il parroco di Roccadimezzo Sicula, letteralmente ossessionato dai presepi viventi. Questi è infatti all’allestimento della nuova natività che sta infatti lavorando, fra preparativi millimetrici e un casting da far impallidire Hollywood, perfino dei poveri buoi delle campagne limitrofe. Quando il primo capita nella chiesetta dell’altro intenzionato ovviamente a rubarne i tesori, i due vengono spediti all’origine dei tempi con tutti i malintesi che ne conseguono. È chiaro che il viaggio temporale non sortisca originalità alcuna, da Ritorno al futuroaNon ci resta che piangere etc, ma l’effetto comico che ne deriva resta magicamente immutato, specie se dietro e davanti all’obiettivo ci sono le maschere degli eredi Ciccio & Franco, perché ormai così figurano Ficarra & Picone.
ATTRAVERSO la comicità, si diceva, si raggiungono temi alti, su cui svetta l’attenzione al diverso, soprattutto se arriva dal mare e da “lontano, molto lontano” come i migranti d’Africa che tentano di approdare – giustappunto – in Sicilia. “Non abbiamo mai voluto esplicitare questi argomenti: li abbiamo lasciati sullo sfondo senza calcarvi la mano”.
E A MARGINE, ma fino a un certo punto, è anche la riflessione che i 48enni registi/attori fanno a proposito del massimo premio cinematografico italiano, il David di Donatello, alla cui iscrizione avevano tolto L’ora legale per protesta. “Il regolamento del premio è stato modificato grazie ai cambiamenti apportati da Piera Detassis, il nostro gesto del 2017 intendeva mettere l’accento su un’istituzione che seguiva meccanismi superati. Il problema è stato condiviso da molti, oggi siamo pronti a iscrivere Il primo Natale”.