“Su Uber 3 mila assalti sessuali, 58 incidenti fatali, 9 omicidi”
Più di tremila aggressioni sessuali, nove omicidi e 58 incidenti mortali. Soltanto negli Usa, nel
2018, e a bordo delle auto di Uber. I dati vengono da un report messo a punto dall’azienda di trasporto californiana per rispondere alle polemiche sulla sicurezza delle corse, sfociate in un buon numero di azioni legali. Rispetto al 2017 crescono sia gli episodi di violenza sessuale (da 2936 a 3045) sia gli omicidi (da 9 a 10) e gli incidenti mortali (da 49 a 58).
Il 92% di chi ha subito aggressioni sessuali sono passeggeri, mentre, tra le 19 vittime di omicidio registrate negli ultimi due anni, 7 erano autisti, 8 passeggeri e 4 soggetti terzi, ad esempio passanti. “Sono numeri scioccanti e difficili da digerire”, ammette Tony West, responsabile legale della compagnia, secondo cui, però, “Uber non è altro che un riflesso della società di cui è al servizio”. Tuttavia, puntualizza l’azienda, il numero degli incidenti rappresenta una frazione infinitesimale degli 1,3 miliardi di corse effettuate ogni anno negli Usa, appena lo 0,0002%.
Difficile fare paragoni con altri servizi di trasporto privato, visto che Uber è la prima società a scegliere di diffondere questo tipo di numeri. La polizia di New York, però, ha contato solo nello scorso anno 533 crimini sessuali consumati all’interno del sistema di trasporto pubblico cittadino. Appena qualche giorno fa, 19 donne hanno portato in giudizio Lyft, azienda rivale di Uber, per non aver prevenuto le aggressioni sessuali di alcuni suoi autisti o per aver ignorato le denunce sporte nei loro confronti.