Pensioni, l’architetto della riforma lavora per le assicurazioni
Proteste sociali L’Alto commissario Delevoye si dimette: si era “dimenticato” di avere consulenze con le grandi assicurazioni
Nel pieno della protesta contro la riforma delle pensioni, i francesi hanno scoperto che il “Monsieur Retraîtes” di Macron, l’uomo delle pensioni che sussurra all’orecchio del presidente le linee guida del contestato testo, è “strettamente legato” con il mondo delle assicurazioni. È stato Le Parisiena rivelarlo: Jean-Paul Delevoye, l’“alto commissario” per le pensioni del governo, è anche consigliere all’Ifpass, l’Istituto per la formazione delle professioni dell’assicurazione.
UN ORGANISMO, fondato nel 2004, “di riferimento per il settore”, ha detto una fonte anonima al quotidiano, “dove tutti gli assicuratori mandano a studiare i loro dipendenti”. E che è dunque legato alla FFA, la Federazione francese dell’assicurazione, principale organismo di rappresentanza delle società d’assicurazione francesi. Insomma, il Signor Pensioni in pubblico insiste sulla necessità di misure che peggiorano le condizioni pensionistiche dei lavoratori, con la soppressione dei “regimi speciali” più vantaggiosi, e in privato va a braccetto con chi tutti i giorni vende polizze vita a fondo pensione e si sta già sfregando le mani. Le Parisien ricorda che in un intervento al Journal du Dimanche, già un mesetto fa, il direttore di una nota società di assicurazione francese aveva commentato: “La riforma delle pensioni apre delle prospettive”. Il rischio di conflitto d’interesse appare evidente. Ma c’è di più. Delevoye ha omesso di indicare la missione all’Ifpass, che svolge a titolo gratuito, nella sua dichiarazione all’Authority per la trasparenza della vita politica, obbligatoria per chiunque occupi un posto ministeriale, consegnata a novembre ma resa pubblica sabato scorso. Colto in fallo da Le Parisien, sommerso da critiche a destra e a sinistra, il diretto interessato ha detto che si è trattato di una “dimenticanza”. Ma poi ha ammesso di aver commesso “un errore” e si è dimesso d al l ’ Ifpass. Il ruolo di Delavoye nella riforma delle pensioni, che intende introdurre un sistema universale a punti, mettendo ordine nel complesso sistema pensionistico francese che conta 42 casse e regimi specifici, è stato determinante. A 72 anni, l’ex ministro di Jacques Chirac è un macronista della prima ora. Nel 2017 il presidente gli ha affidato l’incarico di compilare il rapporto che sarebbe servito come base della futura riforma. Lo scorso settembre è entrato al governo per spalleggiare l’esecutivo. Ancora ieri doveva incontrare i sindacati per tirare le conclusioni di mesi di dibattiti. L’“architettura della riforma” che il premier Edouard Philippe dovrà, per la prima volta, illustrare domani ai francesi è in gran parte opera sua.
PHILIPPE MARTINEZ, segretario generale del sindacato Cgt e uno dei volti principali della protesta contro la riforma, ieri ha boicottato l’incontro con Delevoye: “Gli assicuratori sanno che possono trarre vantaggi da questa riforma che spinge i francesi verso un’altro tipo di pensione, la pensione complementare mediante capitalizzazione”. Persino alcuni membri di LaRem, il partito di Macron, hanno ammesso che la situazione è “imbarazzante”. Mentre Anticor, l’associazione per la lotta alla corruzione, spiega che le dimissioni ora dall’Ifpass “non cambiano nulla” perché Delevoye sono già due anni che lavora sulle pensioni. Da giovedì scorso, primo giorno di mobilitazione, che ha portato un milione di persone nelle strade, la Francia si muove a rallentatore. Ieri mattina, con i treni e i trasporti pubblici fermi, si è creato all'ingresso di Parigi un traffico di 631 chilometri, un record per il 2019. Il Louvre ha dovuto chiudere delle sale per mancanza di personale. Oggi, nell’attesa degli annunci di Philippe, è di nuovo sciopero generale.
Sinistra indignata
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