Legge Intercettazioni Bavaglio: Bonafede rinvia nvia di altri 6 mesi e il Pd strilla rilla
Amicinemici I leader di Lega e Iv si sentono ogni settimana e si usano a vicenda per fare pressione sugli altri. Pronti a scaricarsi all’occorrenza
“Renzi
e Salvini sono d’accordo in generale. Cioè, sono d’accordo di essere d’accor do”. La situazione la riassume così un alto dirigente della Lega.
Il “patto” tra i due Matteo da giorni è sulla bocca di tutti. Per una legge elettorale proporzionale, per dare un aiutino al suo candidato in Toscana, nelle richieste di Renzi. Per far cadere il governo, in quella di Salvini.
Ma si tratta davvero di un patto scritto con il sangue? Seguendo il ragionamento del dirigente leghista, quel che appare certo è che i due sono alleati per tenere sotto ricatto tutti gli altri. Ma poi, procedono divisi: entrambi per alzare il proprio prezzo, per portare meglio a casa i propri obiettivi. Un gioco di poker, in cui ciascuno cerca di strumentalizzare l’altro.
Il primo oggetto del dialogo, in questo momento, è la legge elettorale.
Nella maggioranza ( Pd, M5S, Italia Viva e Leu) si sta arrivando a un accordo per un sistema sul modello di quello spagnolo, un proporzionale corretto, perché avendo collegi molto piccoli, è di fatto un maggioritario. Che penalizza i partiti piccoli.
PER LA LEGA a trattare è Giancarlo Giorgetti, che interloquisce anche con Zingaretti. Il Carroccio, dunque, è d’accordo, almeno a grandi linee. Fare una legge elettorale permette di arrivare più rapidamente alle elezioni. L’importante per il partito di Salvini sono i collegi piccoli (proprio perché garantiscono un alto tasso di bipolarismo). E poi il leader leghista non vuole presentarsi alle urne insieme a Giorgia Meloni, ma casomai trovare un accordo dopo il voto. Dunque, i più penalizzati sarebbero Italia Viva e Leu.
VANNO lette alla luce di questi dati le due interviste al Corriere della Sera di ieri di Salvini e di Renzi. “Un sistema proporzionale? Io sono laico. L’importante è che chi vince possa governare”, dice il primo. E il secondo: “Con il proporzionale sarebbe più facile andare alle elezioni, e dopo ci sarebbe un’altissima possibilità di non eleggere un Presidente della Repubblica sovranista, perché la Lega non avrebbe il 70% del P ar la m en to ”. Apparentemente, si tratta di dichiarazioni sovrapponibili. Ma in realtà non lo sono. Se per Salvini “propor zionale” può voler dire pure sistema spagnolo, per Renzi è esattamente quello da scongiurare a tutti i costi, perché lo farebbe fuori definitivamente.
Ecco dunque, allora, rientrare il tema della caduta del governo. Per Salvini interesse numero uno, per Renzi disgrazia assoluta. Seconda solo al varo di una legge elet
Un sistema proporzionale? Io sono laico, chi vince poi deve governare
MATTEO SALVINI
Sono i due migliori alleati, perché sono pronti ad andare al voto a febbraio
FONTE LEGHISTA
torale che lo esclude. E dunque, l’ex premier sarebbe addirittura disposto a far saltare il banco per tenersi il Rosatellum. Che qualche posto in più glielo garantirebbe, costringerebbe i dem ad allearsi con lui. Senza contare che evitare il taglio dei parlamentari di per sé permette di arrivare in Parlamento con una truppa più sostanziosa.
Ecco la “trattativa” tra i due Matteo. Che si sentono più o meno tutte le settimane dall’inizio della legislatura. Un asse fortissimo contro gli altri, che però funziona soprattutto come arma di pressione. Quello che fa dire a una fonte leghista: “Sono i due migliori alleati, perché sono pronti ad andare al voto a febbraio”. Ma Renzi è pronto fino a un certo punto e la Lega di Salvini sulla legge elettorale ha un canale aperto con il Pd. Peraltro, non a caso Zingaretti (un altro che le elezioni continua a volerle) ha convocato la direzione del partito per venerdì: un modo per velocizzare tutte le pratiche e per spingere Renzi sempre più fuori dai giochi.
E poi, in fondo, c’è anche un precedente. Quest’estate, nel far cadere il governo, il leader della Lega si basava anche sul fatto che Renzi non avrebbe consentito il governo Pd-Cinque Stelle. I segnali che le cose andavano in un’altra direzione, per la verità, c’ erano tutti già allora. Ma i due sono uomini di mondo e nessuno porta rancore. Però, sbagliare una volta va bene, sbagliare ancora per Salvini sarebbe imperdonabile. Quindi, va bene parlarsi, l’importante è condurre il gioco. Senza troppi riguardi per il compagno di viaggio.
Sul “Corriere” Renzi e Salvini hanno fatto due interviste a favore del proporzionale Ma non è detto sia lo stesso