SE SCRIVI DI LEI LA CASELLATI TI CERCA A CASA
AVVERTIMENTO AI NOSTRI CRONISTI SVELANO I SUOI SCANDALI E RICEVONO A DOMICILIO UNA LETTERA DEL SUO AVVOCATO CHE MINACCIA CAUSE CIVILI
C’è posta per noi. Ieri abbiamo ricevuto tre letterine da un mittente molto istituzionale, nientemeno che la seconda carica dello Stato, la Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per il tramite del suo avvocato, Gian Paolo Belloni Peressutti di Padova. Il quale ci avvisa che la presidente gli ha conferito l’incarico “di avviare la procedura di mediazione obbligatoria” nei confronti di due colleghi, Carlo Tecce e Ilaria Proietti, e di Marco Travaglio, in qualità di direttore responsabile del Fatto Quotidiano. “Si tratta della condizione di procedibilità per la successiva azione civile che il senatore Casellati intende intraprendere con riguardo a vostre pubblicazioni ritenute lesive dei suoi diritti”. Fine. Tutto quel che sappiamo è questo, perché nella lettera non sono indicati gli articoli ritenuti lesivi dalla senatrice Casellati, dunque non sappiamo da cosa si ritenga lesa. C’è di più. Lo scarno messaggio è stato recapitato, come accade sempre, alla sede del giornale soltanto a Marco Travaglio. Carlo Tecce e Ilaria Proietti sono stati raggiunti dalla raccomandata, datata 3 dicembre, a casa loro. Una scelta assolutamente inusuale, e di cui non si capisce la ragione. Forse la si può supporre, perché è certamente più invasivo e – aggiungiamo sfidando il pericolo di incorrere a nostra volta in un’altra letterina – intimidatorio ricevere un avviso di questo tipo a casa che non al giornale. E comunque lo sforzo di trovare gli indirizzi di casa resta incomprensibile: bastava, come detto, scrivere al giornale come fatto con il direttore del Fatto.
C’È POI LA QUESTIONEmediazione, che in caso di diffamazione a mezzo stampa è effettivamente condizione obbligatoria di procedibilità. Quel che non è affatto obbligatorio è il preavviso di mediazione, in cui sembra risolversi la bizzarra epistola mandata ai colleghi. Un annuncio che suona più o meno così: vi stiamo per chiedere i danni. La procedura si avvia tramite il deposito dell’istanza di mediazione, non tramite una raccomandata, che non espone le ragioni della pretesa e non circostanzia nulla, limitandosi a citare “pubblicazioni ritenute lesive”. Quali articoli? Usciti quando? E lesivi perché?
Da quando la senatrice Casellati è diventata presidente del Senato abbiamo diverse volte scritto di lei e dei suoi familiari, per quanto riguarda incarichi pubblici, per esempio a proposito della figlia Ludovica che fu nominata capo segreteria di un sottosegretario alla Salute, che segnatamente era sua madre. Una vicenda di cui si parlò all’epoca dei fatti, nel 2005, ma di cui si tornò a discutere quando la senatrice fu eletta presidente a Palazzo Madama. Ancora: abbiamo scritto dei suoi viaggi ufficiali, come quello negli Usa nel giugno 2018; visita che si è conclusa con un giorno senza appuntamenti ufficiali, che la senatrice ha trascorso da Eataly e al concerto dell'associazione del figlio a Central Park (sponsorizzata da Eataly): impegni taciuti finché il Fatto non ne ha chiesto conto. Abbiamo raccontato le novità introdotte dalla Presidente al secondo Colle, cioè Palazzo Giustiniani, dove si trovano gli uffici di senatori a vita, ex alte cariche della Repubblica e gli appartamenti privati del presidente: un ascensore con chiave e doppio ingresso riservato a lei. E pure dell’intenzione della Presidente di cambiare i vertici della macchina amministrativa del Senato, a cominciare dal segretario generale.
La raccomandata
Il legale non spiega quali articoli avrebbero “leso diritti” della sua autorevole cliente
CREDIAMO che i cittadini abbiano diritto di sapere come si svolgono, con quali modus operandi, le attività dei propri rappresentanti. Ed è qui che rilevano, da ultimo, le ragioni di opportunità di questa for