“Basta nomine (e grane) politiche in sanità”
L’Aifa ora rischio spoils system anche all’ente per i servizi delle regioni, che sono in rivolta
Sono
ore calde per le nomine in Sanità, soprattutto ai vertici delle agenzie vigilate. Il ministro Speranza ha cambiato quello dell’Agenzia del farmaco (Aifa), mettendoci un uomo di Zaia, nei giorni scorsi ha ricevuto il parere (tendenzialmente negativo) del Consiglio di Stato sull’applicazione dello spoils system anche all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ed è aperta la ricerca per il direttore generale dell’Aifa.
Viceministro Pierpaolo Sileri, le regioni sono nervose per Agenas. È una buona mossa cercare la nomina politica?
Non in questo caso. Serve un nome condiviso con le Regioni, soprattutto ora con il regionalismo differenziato e il patto per la salute. È sempre più importante che le nomine non rispondano a logiche politiche. A tutti i livelli devono essere trasparenti e basate su criteri di merito: dalle direzioni generali degli ospedali agli enti vigilati come l’Aifa o l’Agenas. Gran parte dei danni nei decenni passati nasce proprio dalla politicizzazione. Poco importa per chi voti un dirigente o un direttore generale, interessa che lavori bene e che porti risultati.
Come evitarlo?
Il M5S ha un disegno di legge depositato al Senato a firma Castellone che prevede la creazione di un albo di commissari sorteggiati, una graduatoria di merito da cui può attingere il governatore della Regione. Per gli enti vigilati è prevista una valutazione collegiale dei curricula, con criteri iniziali chiari per stabilire chi ha preparazione, tecnica e di mediazione, più adatta all’ente.
È lontano da quanto accaduto in queste settimane...
Lo spoils system è una prerogativa del ministro ed è giusto che si applichi quando può essere applicato. Ma per Agenas o per gli enti in cui va presa una decisione di concerto, serve dialogo con le Regioni.
Anche perché alcune sono ancora commissariate.
Sono contrario ai commissariamenti perché bloccano tutto, dalle assunzioni all’i nn o v az i o ne . Bloccano la crescita. Nei territori ci sono ospedali che funzionano bene, altri no. E il piano di rientro, per definizione, taglia. Sarebbe quindi importante un commissariamento chirurgico, fatto sul singolo ospedale e per ciò per cui va male. Poi, al termine, fare in modo che le risorse liberate vengano reinvestite in modo corretto. Ecco perché le nomine devono essere tecniche: con le regioni si deve lavorare su questo.
Legge di Bilancio: cosa c’è? C’è l’eliminazione del superticket da settembre 2020. È una battaglia portata avanti da tutte le forze al governo, ma spinta fin dall’anno scorso dall’ex ministra Grillo e dal M5s. Come per i 2 miliardi al fondo sanitario nazionale previsti dalla manovra dell’anno scorso e ora confermati. Ci sono poi 2 miliardi su edilizia e innovazione, intesa anche come innovazione dei processi: se ben introdotti nelle strutture porterebbero un gran risparmio.
In che senso?
Negli ultimi 10 anni la sanità è stata pesantemente definanziata. Quelle che sono riuscite ad affrontarli migliorando i processi sono oggi le più virtuose.
Non basta certo l’efficienza a risolvere i problemi della sanità. Servono più borse di studio, mancano i medici. E mancano perché non c’è stata programmazione. Per questo – e l’Agenas potrebbe farlo benissimo – va calcolato il reale fabbisogno delle Regioni. Inoltre, c’è un emendamento voluto dal ministro per estendere la legge Madia: il M5S ha presentato un subemendamento per estendere il periodo di maturazione dei requisiti per l’assunzione al 31 dicembre e non a giugno.
C’è accordo su questo?
Noi lo portiamo avanti e il buon senso dice che dovrebbe essere approvato. Mancano i medici anche perché sono precari e preferiscono andare dai privati .
Altri emendamenti?
Un bonus per il latte artificiale per chi, causa patologia, non può allattare, un fondo per l’endometriosi, un intensificazione della lotta all’Hiv e all’epatite C.