Il Fatto Quotidiano

“La nostra piazza aperta a tutti, pure a CasaPound”

Paradossi La “sardina” romana Ogongo: “Per ora niente paletti, non siamo un partito”

- » PAOLO FROSINA

“Per me, almeno per ora, chiunque vuol scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo”. Stephen Ogongo ha 45 anni, viene dal Kenya e vive in Italia da quando ne aveva 20. Fa il giornalist­a e nel 2018 ha fondato un movimento, Cara Italia, per dar voce agli italiani senza cittadinan­za, che prima o poi vorrebbe trasformar­e in una forza politica. Negli ultimi mesi ha ingaggiato vari duelli a distanza contro Matteo Salvini, come quando annunciò di aver fatto rimuovere vari post dalle pagine social del leader leghista per “istigazion­e all’odio”. Oggi è il plenipoten­ziario delle Sardine di Roma, che su Facebook contano quasi 140 mila iscritti.

Ogongo, qual è il futuro delle Sardine?

È presto per dirlo e non c’è bisogno di saperlo ora. A noi basta aver unito centinaia di migliaia di persone, che si sono ritrovate in modo spontaneo a dire no a un linguaggio politico pieno di odio e discrimina­zione. E poi le cose prendono pieghe che nessuno può immaginare: chi l’avrebbe detto che dalla piazza di Bologna sarebbe venuto fuori questo?

Vi contestano di non avere proposte. Da Roma, il 14 dicembre, arriverà un messaggio al governo? Probabilme­nte no. Gliel’ho detto, è presto, bisogna far sfogare questa energia spontanea, lasciare che trovi da sola la propria identità. Per quanto mi riguarda le Sardine possono anche finire qui. L’importante è aver dimostrato che l’Italia ha gli anticorpi. Lei si è battuto per lo Ius soli e contro la Bossi-Fini. Se fossero le prime proposte delle Sardine? Sicurament­e sono punti che mettono d’accordo tante persone che scendono in piazza. A me piacerebbe che le Sardine diventasse­ro un movimento per l’inclusione, per una società multicultu­rale, come il mio Cara Italia. Ma per avere un programma bisogna essere un interlocut­ore politico e noi al momento non lo siamo. Non so nemmeno se lo diventerem­o mai.

Non c’è il rischio che la sovraespos­izione di alcuni leader, come Mattia Santori, confonda le loro idee con quelle del movimento?

Io non lo vedo. Quello che ho sentito dire in tv da Mattia e da altri rispecchia più o meno quello che diciamo tutti insieme in piazza. E poi loro non parlano a nome di nessuno. Non siamo un soggetto politico, per l’appunto. Negli ultimi giorni vi è arrivato l’endorsemen­t di Mario Monti e di Francesca Pascale. Non è il caso di mettere dei paletti?

Quelli li metteremo se, e quando, ci daremo un’identità politica. Per ora è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound va benissimo. Basta che in piazza scenda come Sardina.

Non abbiamo una chiara identità politica, forse ce la daremo in futuro

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Giornalist­a Stephen Ogongo, responsabi­le romano delle Sardine
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