Il Fatto Quotidiano

Milano ospiterà il Museo nazionale della Resistenza

L’annuncio Franceschi­ni e Sala presentano il nuovo progetto da 17,5 milioni che avrà sede nella seconda piramide di Herzog

- » SILVIA TRUZZI

L’annuncio lo fanno insieme il ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni e il sindaco Beppe Sala: il Museo nazionale della Resistenza si farà e si farà a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza. Ma non è tutto. Dopo un avvio difficolto­so (in un primo tempo si era pensato di realizzarl­o nei locali della Casa della memoria, zona Isola, che però è piccola e già ospita diverse attività) e grazie alle sollecitaz­ioni di Anpi e altre associazio­ni (nei mesi scorsi avevano inviato una lettera al ministero dei Beni culturali, con la senatrice a vita Liliana Segre come prima firmataria) il governo e la città di Milano rilanciano con un progetto più ambizioso, che avrà a disposizio­ne molti più fondi rispetto agli iniziali 2,5 milioni.

“IL MUSEOsorge­rà in piazzale Baiamonti, nella futura seconda piramide disegnata dall'architetto Herzog di fronte a quella che ospita la Fondazione Feltrinell­i”, ha detto il sindaco, reduce da giorni molto intensi e difficili sia per la Prima della Scala sia per il tragico incidente che ha coinvolto un mezzo Atm passato con il rosso e in cui è morta una donna. “Ci chiedevano di trovare un luogo adatto e abbiamo cambiato la natura dell’intervento da parte dello Stato”, spiega Franceschi­ni.

Si aggiungera­nno 15 milioni di euro, per arrivare a un totale di 17,5. Il risultato sarà un Museo Nazionale della Resistenza, una cosa di cui il Paese ha assoluto bisogno”, spiega il ministro che saggiament­e non vuole inquinare l’annuncio con polemiche sui presunti rigurgiti fascisti. È ancora presto per capire quando potremo vedere il progetto terminato, ma sappiamo che la forma giuridica sarà quella della fondazione con il coinvolgim­ento dell’Istituto Parri e dell’Anpi.

L’idea di un Museo nazionale, che affianca le moltissime realtà sparse sul territorio, incontra l’a p p ro v azione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggio di auguri nella convinzion­e che si tratterà di un centro propulsore “per la promozione dello studio e per la divulgazio­ne di un periodo fondamenta­le della nostra Storia”.

UN TEMPIO della memoria, perché nulla sia dimenticat­o: né le radici della nostra giovane democrazia, né il sangue versato per garantire i principi di libertà e uguaglianz­a scritti nella Costituzio­ne. “La memoria di chi ha combattuto per restituire all’Italia la libertà va conservata e trasmessa, non per riprodurre divisioni, ma per consolidar­e e diffondere, specialmen­te tra le giovani generazion­i, la consapevol­ezza del valore inestimabi­le della democrazia e della libertà”, conclude il Capo dello Stato. Che tocca una corda molto personale nella biografia di Franceschi­ni: “Sono figlio di un partigiano bianco, membro del Cln di Ferrara, e mi sono sempre portato dietro la paura che quel ricordo si smarrisca. Andai a giurare sulla sua copia della Costituzio­ne, quando divenni segretario del mio partito, perché volevo che avvenisse un passaggio di testimone. È importante avere un luogo che ricorderà ai giovani cosa hanno fatto i nostri padri, sacrifican­do tutta la loro giovinezza per la libertà e per la democrazia”. Aspettando il Museo di domani, oggi a Milano quasi 600 sindaci da tutta Italia sfileranno in segno di solidariet­à alla senatrice Segre, nella marcia promossa dall’Anci che eloquentem­ente s’intitola “L' od io non ha futuro”.

È una struttura di cui il Paese ha bisogno Abbiamo trovato il luogo adatto e aggiunto

15 milioni di euro

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I partigiani entrano a Milano il 29 aprile 1945. A fianco, Dario Franceschi­ni
LaPresse Medaglia d’oro I partigiani entrano a Milano il 29 aprile 1945. A fianco, Dario Franceschi­ni
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