Il Fatto Quotidiano

Altro che Sardine: i “rosari” in piazza per Salvini

Movimento pro “Capitano”: Angela Ciconte invita a pregare per lui nei luoghi pubblici

- » MASSIMO NOVELLI

“Imiracoli

intanto si facevano sempre più fitti e tutte le Madonne s’er an o messe a muovere gli occhi”. E i preti dicevano alle donne: “Ora noi abbiamo informazio­ni precise. Non lo dite a nessuno. Se vincono i comunisti, bruceranno tutte le chiese”. Sono passati più di se tt ant ’ anni da quando lo scrittore libertario Ezio Taddei raccontava in un suo libro la campagna elettorale del 1948, condotta dalla Chiesa, dalla Democrazia Cristiana e dalle destre estreme all’insegna di un feroce anticomuni­smo.

NELL’ANNO 2019, però, quelle Madonne pellegrine, quegli anatemi, quei rosari sgranati contro i “rossi”, sono ancora il sale della propaganda politica e mediatica dell’Italia retriva, ignorante e bigotta. Oltre mezzo secolo fa, Taddei ricordava come la Chiesa sostenesse che i comunisti “rapiscono le bambine, anche quelle di cinque anni (…). Anche i maschi, li mandano in Russia”. Allora, in ogni caso, c’era la guerra fredda, Stalin era vivo e vegeto, e l’anticomuni­smo, pure quello più becero, aveva un senso.

Oggi, nell’anno 2019, una tale Angela Ciconte, che oggi 10 dicembre a Torino reciterà il rosario per Matteo Salvini processato per vilipendio della magistratu­ra, può pubblicare su Facebook quanto segue: “B am bi ne stuprate da decine di immigrati e poi uccise: sacrificio al politicame­nte corretto”. Si tratta della medesima signora, già esponente del cosiddetto Popolo della Famiglia, che adesso si reca a pregare a Milano, come spiega: “Oggi pregare il Rosario in piazza del Duomo a Milano è stato bellissimo. Ogni primo sabato del mese pregheremo in tutte le piazze d’Italia... Chi vuole impegnarsi per far pregare nella Piazza della propria città può contattarm­i... Facciamo rete”.

Quella della Ciconte è la stessa rete in cui, oltre alle Madonne pellegrine, si agita un certo don Carlo Prima, sacerdote italiano a Bruxelles, che a Salvini, idolo con rosario degli idolatri pseudo-cattolici, ha detto: “Spero che la Madonna ti protegga da tutti gli attacchi che stai subendo”. Il nostro don Carlo gli ha dato quindi un santino della Vergine. Questa è anche la rete in cui sguazza il giornalist­a Mediaset Mario Giordano, che, come rammentava Gad Lerner sul Venerdì di Repubblica, si è messo a “spaccare con un’ascia tricolore le zucche di Halloween, in difesa della cristianit­à minacciata”.

A INVOCARE Sante & santini, Famiglia & famiglie, in questa Italia di fake news e di intolleran­za, poi, c’è l’Italia delle mafie, da Cosa Nostra alla ’ndrangheta. Quest’ultima organizzaz­ione criminale, scrive il magistrato antimafia Nicola Gratteri nel libro (scritto con Antonio Nicaso) La malapianta,“raccoglie in sé questa religione della famiglia”, per la quale lo “Stato è un padre nemico e castrato”. Ora, è chiaro, non si può di certo affermare che siano la stessa cosa i rosari della Angela Ciconte e i santini bruciati dei mafiosi nei loro riti. Eppure, a ben vedere, esiste una analogia: è quella del familismo anti-Stato. La Ciconte prega per Salvini, accusato di avere vilipeso un corpo dello Stato; i mafiosi hanno nello Stato, e soprattutt­o nei suoi servitori onesti e coraggiosi, il nemico numero uno. Entrambi, quelli dei rosari e quelli del santuario di Polsi, luogo di summit della ’ndrangheta, tengono viva, anzi drammatica­mente vivissima, l’Italia nera e incivile dei secoli bui, dal rogo di Giordano Bruno alle stragi mafiose, fino alle preghiere per Salvini e alle “balle” sugli immigrati.

Le bambine stuprate da decine di immigrati e poi uccise sono un sacrificio al politicame­nte corretto ANGELA CICONTE

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Ansa Miracolato L’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, bacia il rosario durante un comizio

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