Il Fatto Quotidiano

Lavori per la barca di un amico, un pm di Avellino indagato

L’inchiesta Non solo Nocera, dimessosi da capo degli ispettori di Bonafede. Un altro magistrato nel “circoletto” di armatori e politici

- » VINCENZO IURILLO inviato a Marina di Stabia (Napoli)

La vicenda

Il procurator­e D’Onofrio è accusato a Roma per un episodio di concussion­e

Dopo Andrea Nocera, dimessosi da capo degli ispettori del ministero della Giustizia perché sotto inchiesta a Napoli per corruzione, c’è un altro magistrato indagato nel ‘circoletto’ di armatori, politici locali, toghe e 007 con ‘sede’ al porto turistico di Marina di Stabia. Si tratta di Vincenzo D’Onofrio, aggiunto della Procura di Avellino - ufficio del quale tra pochi mesi con il pensioname­nto di Rosario Cantelmo sarà reggente - sul quale la Procura di Roma ha formulato una ipotesi di concussion­e, come ha confidato lo stesso pm a una ristretta cerchia di amici e colleghi. La presunta concussion­e si sarebbe consumata sui lavori di riparazion­e della barca in uso al magistrato e di proprietà di un suo amico, l’imprendito­re e vicesindac­o di Piano di Sorrento, Pasquale D’Aniello.

GIOVEDÌ, D’ANIELLO è stato sentito come teste dai pm di Roma, competenti per i magistrati del distretto di Napoli, e ha risposto a domande sulla barca e sui rapporti con D’Onofrio. Venerdì a Roma è stato il turno del maggiore della Guardia di Finanza Gabriele

Cesarano, distaccato a Palazzo Chigi, nei servizi segreti. È indagato. Anche lui frequenta Marina di Stabia e conosce D’Onofrio, anche a lui sono state fatte domande sul procurator­e e sulle sue amicizie e frequentaz­ioni – peraltro note e alla luce del sole – con imprendito­ri della costiera.

A breve anche D’Onofrio sarà sentito: sarà l’occasione per esporre la sua versione.

D’Aniello, indagato e poi archiviato per prescrizio­ne a Torre Annunziata in una inchiesta sugli appalti del servizio idrico gestito dalla Gori, è la figura che collega indirettam­ente D’Onofrio ai protagonis­ti del filone primario su Nocera. In una rete di intrecci che si aggrovigli­a a Marina di Stabia, uno dei porti turistici più grandi d’Europa:

1400 posti barca,

1500 posti auto, capace di accogliere imbarcazio­ni fino a 100 metri, che la scelgono per la sua vicinanza al jet set di Capri, Positano, Amalfi, e la costa sorrentina.

MARINA di Stabia sarebbe però l’epicentro di uno scambio di piaceri raccontato in un lungo verbale da Salvatore Di Leva, imprendito­re marittimo con un cantiere in questo porto turistico, amministra­tore della compagnia di navigazion­e Alilauro Gruson, consiglier­e comunale di Sorrento. Di Leva è stato sentito dalle procure di Roma e Napoli: per Roma l’aggiunto Ielo e la pm Affinito, per Napoli i sostituti Cimmarotta e Woodcock. Dalle sue dichiarazi­oni è scaturita l’indagine su Nocera, al quale Di Leva e l’ex senatore di Forza Italia Salvatore Lauro, patron del gruppo Lauro Navigazion­i, indagati anche loro per corruzione, avrebbero offerto tessere gratis per le tratte Napoli-Capri e il rimessaggi­o gratuito di un gommone a Marina di Stabia in cambio di un int eres same nto su una vicenda giudiziari­a di Lauro. Progettato in un incontro a Marina di Stabia.

D’Onofrio è estraneo a questa vicenda. Ma si è arrivati a lui attraverso il trojan installato il 19 marzo 2019 sul cellulare di Di Leva, che ne ha scandaglia­to per mesi contatti e interessi. L’attenzione si è focalizzat­a su un’intercetta­zione tra Di Leva e D’Aniello, amici da tempo. In cui si fa riferiment­o alle pressioni ricevute per la riparazion­e della barca. Conversazi­one ora al vaglio dei pm romani.

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Il procurator­e aggiunto di Avellino, Vincenzo D’Onofrio
Ansa Toghe Il procurator­e aggiunto di Avellino, Vincenzo D’Onofrio

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