Scarda il cinico, che smette quando vuole
Una candidatura ai David per il film di Sibilia, due album e un tour sold-out, ma “resto ironico”
Come avvocato non sarebbe stato un principe del Foro. Laurea con 80/100, tesi sul diritto economico. Meglio Paolo Conte, se cerchi un azzeccagarbugli fra i cantautori. “Non era mia intenzione esercitare!”, protesta Domenico Scardamaglio, in arte Scarda, che sembra piuttosto voler emulare Guccini. “La mia passione è la scrittura. Ho riletto da poco un romanzo che avevo buttato giù a vent’anni, Non resta che bussare. Lo stile è pessimo, ma la trama non era male. Parla di un cantante che lascia tutto per cercare la sua donna scomparsa. Alla fine diventa un giallo”. Niente autobiografia, giura il nuovo nome caldo della scena pop: “Io non mollerei mai. Ho composto le prime canzoni affidabili a 26 anni, ora tiro dritto”. Scarda non è più un ragazzino: nato nell’86 a Napoli, ha vissuto con la famiglia a Vibo Valentia, poi l’università lo ha catapultato a Roma, dove ha fatto la gavetta nei locali in cui è germinato il nuovo indie. “Che oggi ha mutato pelle. I cantautori si sono formati in gran parte nella Capitale, mentre a Milano le major li hanno tenuti d’occhio, per poi ingaggiarli. Così, a suon di contratti, chi era ruspante si ritrova in breve tempo nei palazzetti, vuole che i suoi pezzi vengano passati nelle radio, e che gli sponsor gli finanzino i post sui social. Un salto che può rivelarsi traumatico. Ma se tieni botta non c’è nulla di male: basta trovare il giusto compromesso. Anch’io sono a un bivio: aspiro a milioni di streaming”, giura ridendo Scarda. Di certo, è alla fine di un tour (ultime date il 12 a Bologna e il 14 a Roma) che lo ha visto fare sold-out nei club di tutta Italia con un repertorio malandrino (chitarra d’antan, suono da fine anni Dieci, testi brillanti) basato sui due album I piedi sul cruscottoe il recente Tormentone, più una candidatura ai David nel 2014 per il contributo a Smetto quando voglio di Sibilia.
“IL MIO PUBBLICOdovrebbe essere composto da ultraventenni, ma vengono un sacco di adolescenti. Mi stupisco quando rivelano di essersi innamorati con le mie canzoni. Poi magari tornano dopo essersi lasciati, e provo sollievo. Alla mia età rivendico il diritto a un sano cinismo. Creativo, almeno”.