Metodo Crozza: il Var sui politici e la Hit Parade vinta da Feltri
Ci mancheranno, Crozza e i suoi fratelli ( tornano a febbraio, vacanze lunghe). Ogni volta che compaiono sul Nove, il pensiero corre alla Hit Parade di Lelio Luttazzi. Anni Settanta: l’Italia attendeva con ansia alla radio la classifica dei 45 giri più ascoltati. Crozza fa più o meno lo stesso, solo che al posto dei cantanti ci sono i politici (così si siamo ridotti). Metodo scientifico; ogni imitazione si basa sul Var di quanto è accaduto nella settimana, come deve essere in ogni Hit Parade che si rispetti. Il dubbio amletico di Di Maio davanti al Mes, Gualtieri alle prese con la manovra non tradiscono, autentici h ab it ué dei piani alti della classifica. Poi ci sono le new entry, o per meglio dire gli emergenti; venerdì scorso l’imprenditore- à-penser Alberto Forchielli (“Il bambino è un concetto superato”) e il fondatore di Azione, Carlo Calenda (“Non ho mai capito un cazzo: lo dico per trasparenza. Ci sarà pure un 10 per cento di italiani che non capiscono un cazzo”). E ci sono i coccolini, quelli che anche se non hanno inciso un successo strepitoso Crozza non può fare a meno di mettere in classifica, come Antonio Razzi e Vincenzo De Luca. Infine, c’è Vittorio Feltri. Non il fratello ma il gemello, il sosia di Crozza, roba da Dostoevskij. Mi pare sia stata Pensieri e parole di Lucio Battisti a raggiungere il record di presenze sull’ambito trono di “canzone regina” di Hit Parade; un primato che si avvia a essere polverizzato dai pensieri e dalle parole di Feltri.