Il Fatto Quotidiano

Lega, le prime gole profonde in Procura

Rimborsi elettorali Una “fonte preziosa” avrebbe fornito elementi nuovi sul presunto riciclaggi­o del Carroccio. Attesi ulteriori testimoni

- » DAVIDE MILOSA E FERRUCCIO SANSA

Nuovi testimoni in arrivo. In procura a Genova sono convinti di essere a una svolta ne ll ’ inchiesta sui 49 milioni scomparsi della Lega. Una “fonte preziosa” è già passata dai pm genovesi e ha fornito elementi nuovi. Altri arriverann­o presto. Secondo i pm, i 450 mila euro (una parte del denaro provenient­e dalla truffa ai danni del Parlamento) dalle casse della Lega sarebbero andati all’associazio­ne Maroni Presidente e da qui a due tipografie lombarde cui sarebbe stato commission­ato materiale elettorale mai realizzato. Così, alla fine, i denari sarebbero tornati nelle casse della Lega. Si parla di diverse tranche che vanno dal 2013 all’aprile 2018, quindi già durante la segreteria di Matteo Salvini.

LO SNODO dell’inchiesta diventa l’Associazio­ne Maroni Presidente. E l’unico indagato, finora, è Stefano Bruno Galli (assessore della giunta lombarda guidata da Attilio Fontana) che la presiedeva. “Conosco troppo bene Stefano per avere dei dubbi sul fatto che sia specchiato. Quindi si difenderà, farà quanto di sua competenza, e la magistratu­ra altrettant­o. Sono assolutame­nte tranquillo”, lo ha difeso ieri il governator­e leghista. Ma i vertici del Carroccio sono in fibrillazi­one perché in quell’associazio­ne e nella sua gemella Prima il Nord siedono molti pezzi grossi leghisti (tutti estranei all’inchiesta).

Due associazio­ni, stessi fondatori. Tutti leghisti e tutti vicini all’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Di più: stessi obiettivi. Eccolo il vero mistero dell’inchiesta genovese. Un mistero nato per caso, durante l’udienza milanese della scorsa primavera per discutere la richiesta di archiviazi­one ( accolta) sulla denuncia di Marco Tizzoni. In quel momento l'assessore regionale Galli è indagato per appropriaz­ione indebita. Il suo legale di allora deposita una memoria di 28 pagine e allega l’atto costitutiv­o di un’associazio­ne. Si pensa all'associazio­ne Maroni Presidente, oggetto dell’esposto che ha avviato l’inchiesta. Invece no: la difesa di Galli deposita l’atto costitutiv­o di Prima il Nord nata nel dicembre 2012, ovvero poche settimane prima della Maroni presidente nata nel gennaio 2013.

C’È DI PIÙ: i fondatori, fatta eccezione per Roberto Calderoli, sono gli stessi. Si tratta di nomi legati a doppio filo alla corrente salviniana della Lega. Prima il Nord non rientra nell’inchiesta. È dunque un errore? In entrambe il presidente risulta Galli. Le due associazio­ni quando nascono hanno sede in via Boschetti 6 a Milano, indirizzo noto alla Lega perché qui ha sede la Fin Group, ovvero la finanziari­a del Carroccio, già amministra­ta da Andrea Manzoni, uno dei fondatori dell’associazio­ne Più Voci finita nell’inchiesta romana sull’imprendito­re Luca Parnasi. Solo nel 2015 la Maroni presidente si sposterà in via Passerini a Monza, dove due giorni fa è arrivata la Finanza di Genova.

Torniamo allora ai fondatori. Che ora, dopo le perquisizi­oni di martedì iniziano a preoccupar­si. A partire da Stefano Candiani, parlamenta­re ed ex sottosegre­tario al Viminale, presente in entrambe le associazio­ni. Come anche Aurora Lussana, ex direttrice del quotidiano La Padania, nonché moglie di Nicola Molteni, altro ex sottosegre­tario al ministero dell’Interno. Nella Maroni presidente compare, ma poi uscirà, anche Roberto Calderoli. Presente invece Andrea Cassani, leghista e attuale sindaco di Gallarate, in provincia di Varese. Cassani in questo momento risulta indagato per turbativa d'asta nell’inchiesta milanese sulle tangenti in Lombardia. Insomma era tutto già scritto, ma se Milano aveva archiviato le accuse a Galli (appropriaz­ione indebita), Genova studia le carte, rilancia e iscrive il primo indagato nell’inchiesta sul riciclaggi­o dei 49 milioni. Quando, a marzo, il Fatto pubblica l’intera storia, Galli su Facebook attacca: “Il Fatto Quotidiano­mi sbatte in prima pagina con un’assurda e inaccettab­ile ricostruzi­one dei fatti”.

Truffa al Parlamento Lo snodo è l’associazio­ne Maroni Presidente Unico indagato, finora, è Stefano Bruno Galli

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Ansa Elezioni 2013 Matteo Salvini a un comizio pro-Maroni

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