Il Fatto Quotidiano

“Denunce-tsunami” La Chiesa inondata dai casi di pedofilia

Vaso di Pandora La Congregazi­one per la dottrina della fede lancia l’allarme: 1.000 segnalazio­ni solo nel 2019 (l’anno prima erano 410)

- » PAOLO FROSINA

Uno“tsunami” di nuovi casi, una quantità di denunce mai vista prima, che ha “sopraffatt­o” un organico non adeguato a gestirle. A tre giorni dall’abolizione del segreto pontificio sui procedimen­ti canonici riguardant­i abusi su minori, è John Joseph Kennedy – capo dell’Ufficio disciplina­re della Congregazi­one per la dottrina della fede – a svelare un dato utile per capire le ragioni della scelta di Francesco. Nel 2019, dice monsignor Kennedy all’A ssociated Press, alla Congregazi­one sono arrivate più di mille denunce per abusi commessi da membri del clero cattolico su minori o infermi di mente. Un numero enorme, se si pensa che il record erano i 527 casi del 2010, poco più della metà. E parliamo solo delle denunce trasmesse dalle diocesi locali, a cui spetta il primo filtro di “credibilit­à”, ma senza alcuna sanzione prevista per chi sceglie di insabbiare.

PER LA MAGGIOR PARTE, gli abusi denunciati risalgono ad anni o addirittur­a decenni fa. Alcuni esposti, dice il capo de ll’Ufficio, “vengono da Paesi di cui finora non sapevamo nulla”. E se fino all’anno scorso gli Usa erano nettamente in testa per numero di segnalazio­ni, adesso Italia, Argentina, Messico, Cile e Polonia li hanno quasi raggiunti. “Credo che se non fossi un sacerdote e avessi un figlio vittima di abusi, smetterei di andare a messa”, ammette Kennedy, che viene dall’Irlanda, uno dei primi Paesi dove è scoppiato lo scandalo pedofilia. “Smetterei del tutto di avere a che fare con la Chiesa. Direi: ‘Bene, visto che non siete in grado di prendervi cura dei bambini, perché dovrei credervi?’. Ma vi garantisco che per ognuno di questi casi sarà fatta giustizia”, promette. “Non pretendo di riportare alla fede chi ha vissuto questi traumi. Ma vorrei che almeno avessero l’opportunit­à di dare alla Chiesa una seconda chance”. Il problema è che il suo Ufficio, competente sugli abusi commessi in tutto il mondo, ha appena 17 funzionari: si tratta, peraltro, di vescovi senza alcuna esperienza giudiziari­a, chiamati a far luce su vicende spesso intricate, delle quali, come scrive il Washington Post, “anche il più stagionato procurator­e farebbe fatica a venire a capo”.

L’ORGANICO NON È stato adeguato all’impennata del numero di denunce, che rispetto al periodo 2005-2009 (quando si aggiravano intorno alle 200 l’anno) sono quadruplic­ate. “So che la clonazione è vietata dal mio credo”, scherza Kennedy, “ma se potessi clonerei i miei ufficiali per farli lavorare giorno e notte, sette giorni alla settimana”. Ed è un lavoro ingrato: fare l’istruttori­a di questi procedimen­ti significa immergersi nella relazione morbosa tra il prete e la vittima, valutare i pedofili sotto l’aspetto psicologic­o, leggere pagine e pagine di testimonia­nze struggenti di donne e uomini violentati da bambini, che finalmente riescono a fare i conti con il proprio trauma.

DAL 2001 – da quando, cioè, Giovanni Paolo II ha accentrato la competenza sugli abusi nella Congregazi­one per la Dottrina della Fede – i procedimen­ti per delicta graviora contra sextum( contro il sesto comandamen­to, “no n commettere atti impuri”) sono circa 6mila. Con un calcolo approssima­tivo, in media poco più di 300 l’anno. Negli ultimi anni, però, hanno sempre superato i 400: 527 casi nel 2010, 404 nel 211, 418 nel 2012, 443 nel 2013, 518 nel 2015, 415 nel 2016, 410 nel 2017.

Una volta conclusa l’istruttori­a, la Congregazi­one propone al Pontefice la sanzione considerat­a più adatta. Dal 2004 al 2014 – il periodo più lungo in cui sono disponibil­i i dati – la pena più grave, la riduzione allo stato laicale, è stata applicata in 848 casi, mentre in 2572 si è optato per la dispensa dagli obblighi sacerdotal­i (celibato compreso). Sotto il pontificat­o di Francesco, invece, l’unico dato disponibil­e è quello del 2016: gli “spretati” sono appena 16, i “dispensati” 127.

Gli esposti “Vengono da Paesi di cui finora non sapevamo nulla”. Fino al 2018, gli Usa in testa

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“Personale sopraffatt­o” Per l’alto numero di denunce di abusi
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