Le pile del Cerrano si spostano di 7 cm L’allarme del Gip
I rilievi del ministero che hanno portato allo stop ai Tir sul viadotto dell’A14. Autostrade: “Si è mosso il terreno”
Il provvedimento del Gip di Avellino, Fabrizio Ciccone, che interdice ai Tir e ai mezzi pesanti il passaggio sul viadotto di Cerrano, lungo l’autostrada Adriatica A14 tra i caselli di Pescara Nord e Pineto, perché “le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra… mentre in corrispondenza delle pile… sono presenti degli spostamenti in profondità dell’ordine di 7 centimetri”, è nelle mani dei dirigenti e dei tecnici di Autostrade per l’Italia dal 18 dicembre. Da più di tre settimane. Quattro pagine inquietanti, che raccontano lo stato precario di un viadotto che si stava rovinando. E di come si sia reso “assolutamente necessario, per mitigare i rischi connessi al diffuso ammaloramento dell’opera, intervenire con un intervento di limitazione del carico verticale massimo che potrà transitare sul viadotto”. “Ciò – scrive il Gip – avuto riguardo, da un lato, alle imponenti dimensioni del viadotto, alto ben 89,7 metri e con l’interferenza della sottostante presenza di una strada, dall’altro, al mancato rilascio dell’autorizzazione sismica al progetto di risanamento presentato da Autostrade per l’Italia”.
ECCOLA, l’ennesima criticità della rete autostradale. Scoperchiata dalle inchieste del procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo e dal lavoro dell’Ufficio tecnico ispettivo (Uit) del ministero delle Infrastrutture, diretto dall’ingegnere Placido Migliorino, il ‘cane da guardia’ della sicurezza delle infrastrutture gestite dalle concessionarie autostradali. E, in particolare, di quelle in mano alla società controllata dalla famiglia Benetton, i cui dirigenti volevano “tenere a bada” coi report sui ponti che la procura di Genova considera ‘addomesticati’.
L’ingegnere Migliorino ha coordinato tre ispezioni sul Cerrano, il 19 settembre 2018, il 5 luglio 2019 e il 25 novembre 2019. Il giorno dopo l’ultima visita ispettiva si è svolta una riunione dalla quale si evidenziava come non fosse “ancora pervenuta all’Uit ( Ufficio Ispettivo Territoriale)… la necessaria documentazione che dimostri il raggiungimento degli adeguati standard di sicurezza in relazione alle criticità segnalate nel corso delle visite eseguite”. Quali? Erano stati riscontrati “ammaloramenti avanzati, costituiti da ossidazione delle parti metalliche e deformazione di singole componenti delle cerniere di taglio”. Mentre “il progetto di risanamento presentato da Aspi al Genio Civile per la prescritta autorizzazione sismica – si legge nel decreto del gip – era stato ‘oggetto di osservazioni e di richieste di chiarimenti che di fatto hanno sospeso l’iter autorizzativo’”.
Uno stallo che ha reso necessario l’intervento della magistratura, che ha ‘rinforzato’ il sequestro delle barriere bordo ponte – oggetto di altre indagini di Avellino sull’insicurezza dei nuovi sistemi di ancoraggio utilizzati in mezza Italia dopo la strage dei 40 morti del viadotto Acqualonga in Irpinia – e la conseguente chiusura della corsia, aggiungendovi il divieto di transito “per i veicoli con massa superiore ai 35 quintali”.
DA ALLORAil traffico su quel tratto di Adriatica è letteralmente impazzito: code chilometriche, automobilisti inferociti e Tir deviati a Silvi Marina, intossicata dal passaggio di quasi 4mila mezzi pesanti al giorno. Mentre il Riesame ha respinto tre istanze di dissequestro. Non ci sono le condizioni per ripristinare il transito pieno.
Nella nota dell’ingegnere Migliorino, ripresa dal gip in un passaggio chiave del sequestro, “si segnala ‘la presenza di un fenomeno di gravitazione che interessa i pendii in cui è ubicato il viadotto’, il quale sta creando ‘all’interno delle strutture e delle fondazioni uno stato di coazione per il quale sono state prodotte adeguate e circostanziate verifiche globali che dimostrino la capacità del sistema strutturale di resistere’. Pertanto - si legge-non avendola Società Autostrade fornito‘ valutazioni documentate e rassicuranti sul raggiungimento di adeguati standard di sicurezza ’, si impone necessariamente, ad avviso d el l’Uit di Roma, l’applicazione di una restrizione della transitabilità d el l’opera, consistente nel divieto di transito per i veicoli con massa superiore a 35 quintali in entrambe le
Sotto sequestro I tecnici di Porta Pia: “Vanno mitigati i rischi connessi al diffuso ammaloramento”
carreggiate”.
Proprio ieri Aspi doveva consegnare al Mit una nuova relazione sulla struttura. E nel pomeriggio ha diffuso un comunicato con cui “si precisa che lo spostamento di 7 centimetri non si riferisce alle pile, ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della Pila 1 registrato dalla strumentazione nell’arco di 3 anni (2016-18). Tale valore non si riferisce dunque alle pile del viadotto, che non hanno mai raggiunto movimenti attenzionabili nel periodo considerato”. E le analisi di un pool di esperti dell’Università Sapienza e dall’Istituto italiano della saldatura “hanno confermato – affermano – la sicurezza statica della struttura”.