Il Fatto Quotidiano

Zinga solo, i big dem stanno con Conte: l’Emilia non conta

In clausura Il segretario rinchiude il partito nell’abbazia di Contiglian­o, nel Reatino, e al “Fatto”: “Se Salvini perde il 26 gennaio e inizia la frana...”

- WA. MA.

Patto preventivo La proposta di Dario Franceschi­ni: un accordo con 5S per evitare le urne

“Non ho capito perché se si perdono le elezioni in Emilia- Romagna, il disastro deve essere del Pd. Non è al nostro partito che succede qualcosa con una sconfitta. Perché i nostri colleghi di governo lì o non si presentano o si presentano contro (M5S, ndr)”. Nicola Zingaretti, parlando con il Fatto , mentre il Pd si riunisce nell’Abbazia di San Pastore a Contiglian­o, la mette così. Proprio ieri Giuseppe Conte ha detto al Corsera che l’Emilia non influirà sul futuro del governo. Assomiglia tanto a un mettere le mani avanti collettivo. Il segretario prova a rovesciare la questione: “Se Bonaccini vince, quello che si dimostrerà è che Matteo Salvini frana”. Il corollario di questa affermazio­ne sarebbe la tentazione del segretario di andare al voto, per capitalizz­are quella vittoria. Posizione, questa, però, tutta da ponderare. E sulla quale sarebbe comunque solitario. Meglio lavorare al “partito nuovo”.

QUEL CHE viene fuori dalla giornata di ieri è il governo su tutto, prima di tutto e nonostante tutto. Il tentativo di fare un accordo preventivo col M5S per evitare le urne, comunque vada il 26 gennaio. Basta sentire la relazione di apertura di Dario Franceschi­ni, capo delegazion­e: “Il Pd deve sentire suo il governo. Va avanti solo così, come incubatore di un’alleanza politica”. E ancora, la rivendicaz­ione chiave: “Vorrei che la smettessim­o con questa idiozia sulla mancata discontinu­ità” r ispetto al Conte 1. Poi, però, a proposito di disponibil­ità: “Sui decreti Sicurezza partiremo dalle osservazio­ni di Mattarella e poi il Parlamento potrà intervenir­e”. Esplicito col

M5S: “Va tenuta aperta una prospettiv­a politica con i 5Stelle perché dobbiamo fare in modo che vengano di qua”. E allora, “il reddito di cittadinan­za forse si può correggere e migliorare, ma una nostra battaglia contro sarebbe difficile da capire”. Non manca la chicca finale: “Con la nuova legge elettorale, proporzion­ale con il 5% di sbarrament­o c’è spazio per una nuova vocazione maggiorita­ria del Pd. Il 5% ci spinge a costruire un partito più largo e si pone la questione delle alleanze”. Salto mortale quadruplo: il bipolarism­o che parte dal massimo della proporzion­alità. Ma è coerente con l’idea di prosciugar­e i Cinque Stelle, o almeno renderli sostanzial­mente organici al Pd, allearsi con Conte, che guiderebbe una lista di centro, costruire le condizioni per farsi sostenere dai movimenti civici, dalle Sardine in giù. Sarà un caso, ma nel dibattito sul merito in questa abbazia nel Reatino è tutto assolutame­nte vago. Sui decreti Sicurezza si rimanda al Parlamento. Si annuncia l’estensione del cuneo fiscale. Come, però, non è chiaro.

DOPO la plenaria della mattina, si passa ai tavoli del pomeriggio. Gli ultimi erano stati solo due mesi fa a Bologna. “Tutta un’altra storia” era il titolo di quella tre giorni. Che voleva ripartire dalla sinistra- sinistra ( con tanto di Maurizio Landini come ospite d’onore sul palco e Zingaretti che si era spinto a rinverdire lo Ius soli). Sono bastate queste poche settimane per fare un ulteriore cambio di direzione. Anzi, sempliceme­nte, per evitare una direzione troppo netta. D’altra parte, lo slogan principale è “Oggi per un domani”. Che significa tutto e niente. Dice Franceschi­ni: “Dobbiamo offrire una prospettiv­a di protezione alla gente sul terreno sociale”. Una battaglia generica che Lorenzo Guerini, ormai il capo corrente di Base Riformista (Luca Lotti resta autosospes­o), respinge: “Non basta la protezione, serve la crescita”. E poi: “Dobbiamo fare un partito che guarda al futuro, non che sia la prosecuzio­ne di uno dei due che gli hanno dato vita”. Qualche distinguo negli interventi che seguono. Ma la ciliegina sulla torta per Guerini è chiara: “La vicenda del governo e la vicenda del partito sono intimament­e connesse”. Come volevasi dimostrare.

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Un compunto Nicola Zingaretti ha portato il Pd in un’abbazia del Reatino
Ora pro nobis Un compunto Nicola Zingaretti ha portato il Pd in un’abbazia del Reatino

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