Parma, dove la marea leghista assedia la città ricca e indecisa
Molti paesi attorno al capoluogo sono in mano salviniana. E alle Europee ha superato il 40%
ÈSalvini o una rock star? Un politico o un predicatore? L’ 8 gennaio, nell’ennesimo comizio parmigiano, il leghista sembra Papa Francesco, però meno incazzoso. Lo cingono, lo toccano, lo spingono, lo baciano. Lui non arretra e non si stizzisce. Porta pazienza, regala un sorriso affaticato che finisce in decine e decine e decine di selfie . La scena prende forma in un piccolo comune lontano da tutto: Traversetolo è un borghetto a 20 chilometri da Parma, sulle colline della fascia pedemontana che si allungano verso l’Appennino. È stata città partigiana, medaglia di bronzo al valore militare per la guerra di Liberazione, ha conosciuto giunte democristiane, socialiste e ovviamente comuniste. Ora è nella bolla del consenso leghista: il Comune è governato dal centrodestra dal 2016 (il sindaco Simone Dall’Orto è un civico salviniano), mentre alle Europee il Carroccio ha fatto il botto definitivo, sfiorando da solo il 44%.
Lo show di Salvini conferma uno stato di grazia: da queste parti mai si era visto un politico circondato da questo genere di adorazione. La groupiepiù aggressiva è una signora sull’ottantina, occhi azzurri e lunghi capelli bianchi, lisci. L’accompagna il nipote, che se ne sta in disparte, comprensibilmente imbarazzato. Lei bacia Salvini sul collo, non si stacca, sembra proprio la fedele cinese che ha s tr at to na to Bergoglio, meno disperata, più passionale. A differenza del Papa, l’altro non si sottrae. Si chiama Guglielmina, la signora. Detta Gina. Traversetolese doc. Cosa le piace di Salvini? “Tutto. Tutto me lo bacerei”. Siamo a un passo dalla psicosi erotica. Nella sua campagna parmigiana Salvini è accolto come un feticcio ovunque. Le signore quasi si commuovono, gruppetti di liceali si avvicinano incantati (“Mi ha toccato la spalla!”). È un super vip bonario da pubblicare sui social, da mostrare ai figli, di cui vantarsi con gli amici.
COS’È SUCCESSO a Parma? Sebbene meno centrale e più moderata di Bologna o Modena, anche questa terra un tempo aveva un rapporto privilegiato con il Partito (quello comunista, s’intende). È una delle province più ricche e produttive d’Italia: a Collecchio c’è la Parmalat, a Traversetolo il pomodoro della Mutti, a Felino si fa il salame, a Langhirano il prosciutto più famoso del Paese. Gli industriali e gli imprenditori erano abituati al rapporto con le amministrazioni di sinistra, sembrava una struttura di potere consolidata, inattaccabile. Non lo è più: la Lega avanza, a volte esonda. È forte in città, fortissima nei paesi periferici. Ci sono sindaci salviniani anche a Bardi, Busseto, Colorno, Fontevivo, Lesignano de’Bagni, Tornolo. Il Carroccio alle Europee ha dominato praticamente ovunque.
UNO DEI PRIMI COMUNIa cedere è stato proprio Fontevivo nel 2015, l’ha vinto un ragazzo che aveva 20 anni e ai tempi era il più giovane sindaco d’Italia. Ora Tommaso Fiazza accompagna Salvini nei suoi forsennati giri parmigiani, come la visita-show al salumificio Ferrari di Lesignano de’ Bagni, dove il “Capitano” ha baciato un rotolo di coppa e chiesto di scontare eventuali condanne giudiziarie in una cella frigorifera, circondato dagli insaccati. Fiazza, sciarpa gialloblu del Parma al collo, è poco più di un ragazzo ma ha già 5 anni di esperienza amministrativa alle spalle. Nel suo piccolo comune ha coniugato il verbo leghista della sicurezza (ha installato telecamere, investito in vigili urbani e guardie giurate, lanciato il controllo di vicinato, regalato alle donne 400 bombolette spray al peperoncino) con alcune misure “di sinistra” e di sostanza (come gli asili nido gratuiti). Salvini lo coccola, nella Lega del futuro potrebbe diventare un nome pesante. Intanto misura le parole come un politico navigato: “La Lega vince perché è presente sul territorio, è vicina alle persone, è in mezzo alla gente – dice –. Proprio come faceva il Pci una volta”. Lui non era neanche nato, gliel’avranno raccontato i genitori.
Nei paesi dell’Appennino e nella fascia pedemontana, il 26 gennaio non ci sarà partita: la Lega e Lucia Borgonzoni dovrebbero vincere a mani basse. Ma nella provincia di Parma (447 mila abitanti) buona parte della differenza la fa il capoluogo (194 mila). Qui la situazione è più complessa.
Parma è passata attraverso una crisi finanziaria devastante. La città, governata per una vita dalla sinistra, ha conosciuto anni di sviluppo impetuoso a cavallo del 2000 sotto la prima giunta (civica) di centrodestra, quella guidata di Elvio Ubaldi. Poi con il forzista Pietro Vignali quella crescita è diventata dissesto: un debito da oltre 800 milioni di euro, concentrati nelle società partecipate dal Comune. Una città abituata a considerarsi un gioiellino, un salotto, si è scoperta paralizzata. Quella crisi però è praticamente alle spalle. Le grandi aziende parmigiane hanno superato gli anni peggiori e sono tornate in eccellente salute (Barilla, Parmalat, Pizzarotti costruzioni). Il Comune ha ridotto il suo debito spaventoso senza sacrificare eccessivamente la qualità dei servizi. Quest’anno Parma sarà capitale italiana della cultura: nuovi fondi e molta visibilità. Il merito è soprattutto del sindaco Federico Pizzarotti. Tra i parmigiani circola questa battuta: “Ha imparato sulla nostra pelle, ma alla fine è diventato uno capace”. Delusa dai partiti, Parma si è affidata ai Cinque Stelle. Ma il sindaco è diven
Il sindaco ragazzino A Fontevino il 20 enne della Lega ha puntato sulla sicurezza e ha reso gli asili gratuiti
PIZZAROTTI CON IL PRESIDENTE PD
Tutti sanno che è un bravo amministratore Una sua vittoria potrebbe diventare il primo passo per ricostruire il centrosinistra italiano
tato “adulto” dopo aver rotto con il Movimento. Pizzarotti sarà una delle chiavi del voto parmigiano, con il suo sostegno attivo a Stefano Bonaccini (nel voto d'opinione delle Europee, Pizzarotti ha mosso da solo circa 7 mila voti, l'8% finito alla sua lista civica insieme ai Radicali). "Con Bonaccini – conferma – il rapporto è sempre stato eccellente. Tutti sanno che è un bravo amministratore, a differenza della sua avversaria. Io voglio guardare avanti: una sua vittoria potrebbe diventare il primo passo per ricostruire le fondamenta del centrosinistra italiano. Speriamo che il Partito democratico se ne renda conto”.