Il Fatto Quotidiano

Sulla Gregoretti Gasparri vuole il voto con assenti

Grasso (Leu) e Giarrusso (5S) in missione. Gruppo di giuristi contro l’ex ministro

- » ILARIA PROIETTI

Èguerra in Giunta per le autorizzaz­ioni a procedere del Senato. Perché Maurizio Gasparri, presidente dell’organismo chiamato a decidere se mandare o meno a processo Matteo Salvini, per la gestione dei migranti a bordo della nave Gregoretti, ha stabilito che nelle prossime ore si stabilirà la data in cui votare su questa pratica. Nonostante l’assenza di Pietro Grasso, già da ieri impegnato in missione istituzion­ale (con la commission­e Antimafia di cui è membro anche Mario Giarrusso) e unico e insostitui­bile rappresent­ante di Leu.

IN GIUNTAanch­e una sola assenza può incidere sul risultato. Per questo la maggioranz­a, che ora si trova in una condizione di minorità, ha deciso di abbandonar­e per protesta i lavori. A mandare su tutte le furie M5S, Pd, Italia Viva anche il no a votare la richiesta di acquisire nuova documentaz­ione utile a decidere se dare semaforo verde ai magistrati di Catania, che contestano all’ex ministro dell’Interno leghista il reato di sequestro aggravato di persona. Una bocciatura che secondo il pentastell­ato Mattia Crucioli “è un colpo di mano” da parte di Gasparri che Iv e gli altri partiti di maggioranz­a accusano di parzialità: “Il presidente della Giunta da arbitro è diventato giocatore, prendendo parte in modo del tutto irrituale alla votazione”.

Accuse rimandate al mittente dalla Lega: “Siete in fuga dalle responsabi­lità: abbiate il coraggio di votare il 20 gennaio su Salvini”, dicono i senatori del Carroccio convinti che, se i partiti che sostengono il governo decidesser­o di mandarlo a processo, saranno giudicati da “calabresi ed emiliano-romagnoli” che il 26 andranno alle urne per le Regionali.

Assenze o meno, il calendario potrebbe essere stabilito già oggi. E nelle prossime ore ai membri della Giunta di Palazzo Madama, verrà fatto pervenire almeno il contributo di “Italiastat­odidiritto”, l’associazio­ne costituita per diffondere e tutelare i principi costituzio­nali. Secondo cui l’autorizzaz­ione a procedere nei confronti di Salvini andrebbe concessa, eccome. Perché il rifiuto di Salvini di far sbarcare tempestiva­mente i migranti della nave Gregoretti non era giustifica­ta da alcun pericolo reale e concreto per la sicurezza nazionale: la decisione dell’ex ministro

“non aveva alcuna copertura costituzio­nale perché non perseguiva un fine degno di tutela da parte dell’ordinament­o”. Se dunque il Senato dovesse negare l’autorizzaz­ione – scrivono i giuristi Eugenio Bruti Liberati, Fabrizio Cassella, Dino Rinoldi, Aldo Travi e Simona Viola – “si tratterebb­e a tutti gli effetti di una decisione incompatib­ile con i principi di uno Stato di diritto.”

LA NATURA POLITICA di una decisione, del resto, non basta per comprimere la libertà delle persone a bordo dell’imbarcazio­ne. “In occasione delle leggi razziali, la tesi del ministero dell’Interno secondo cui i provvedime­nti che affermavan­o o negavano l’appartenen­za alla razza ebraica, avessero natura di atti politici e fossero perciò insindacab­ili in sede giurisdizi­onale, fu respinta senza incertezze dal Consiglio di Stato” fanno notare nel loro contributo i giuristi di “Italiastat­odidiritto”. Secondo i quali vi sarebbe una sostanzial­e differenza tra il caso della nave Gregoretti e il precedente della Diciotti per cui è stata respinta la richiesta di autorizzaz­ione a procedere contro Salvini lo scorso anno, sempre dal Senato: a luglio, ossia all’epoca della nave Gregoretti, era infatti già in vigore il decreto Sicurezza in base al quale “le prerogativ­e primarie in tema di ingresso nel nostro Paese di navi recanti persone provenient­i da altri Paesi fanno capo in modo specifico e diretto al ministro dell’Interno”. Quanto al coinvolgim­ento o meno del resto del governo (che Salvini chiama in causa) “la responsabi­lità personale del ministro per fatti di rilievo penale rimane comunque ferma”.

L’autorizzaz­ione a procedere contro l’ex ministro va concessa: il rifiuto di far sbarcare i migranti era immotivato ITALIASTAT­O

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LaPresse La nave Gregoretti nel porto di Napoli nel 2016

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