Il Fatto Quotidiano

Oscar “Joker ” sbanca le nomination (11) e minoranze escluse: è la solita Academy

- INES DI GREGORIO FILIPPO GAROFALO GIADA BENINI FEDERICO PONTIGGIA SEN. DOMENICO SCILIPOTI ISGRÒ MARIO BIAGI

Gentile redazione, la guerra civile in Libia è una lotta di potere per chi controlla Tripoli e cura i propri interessi sulle rotte dei profughi e del terrorismo che solcano la nostra penisola. L’accordo di Istanbul sul cessate il fuoco tra Putin ed Erdogan ha evidenziat­o l’interesse di Mosca e Ankara di insediarsi da protagonis­ti nel Mediterran­eo: strategie geopolitic­he tra Europa e Africa. Sarraj può contare sulle armi militari della Turchia; sul fronte opposto, i contributi bellici vengono dagli Emirati Arabi e dall’Egitto. Questo a spiegare come l’arrivo di soldati turchi in Tripolitan­ia, insieme ai contingent­i egiziani in Cirenaica, trasformi la Libia nel primo fronte di scontro fra i due schieramen­ti in lotta per detenere il potere dell’Islam sunnita: da una parte, Turchia-Qatar; dall’altra, Emirati-Egitto-Arabia Saudita. Lo scontro quindi non è solo di potere, ma anche di religione. Ci si chiede cosa succederà se i tre leader sunniti alleati di Abdel Fattah al Sisi, Sheik Moammed e Mohammed bin Salman non decidesser­o di accettare alcun compromess­o con Erdogan né in Libia né altrove.

L’amore per la giustizia non c’entra con le manette

Caro direttore, il suo editoriale su Craxi “Riposi in pace, amen” mi ha fatto inspirare un soffio di aria fresca e pulita. Ho qualche anno in più per ricordare i tragicomic­i personaggi che gravitavan­o nell’area craxiana e che facevano il bello e soprattutt­o il cattivo tempo. Voi li avete ricordati in modo inappuntab­ile, dimostrand­o una volta di più di essere dei fuoriclass­e del giornalism­o. E a quelli che vi chiamano “manettari giustizial­isti” io più sempliceme­nte direi che si tratta di amore per la giustizia.

La vera ecologia è la famiglia: prima difendiamo l’Uomo

Gentile direttore, in un’intervista al sito cattolico online La Nuova Bussola Quotidiana, il presidente Istat

GENTILE REDAZIONE, sono uscite finalmente le candidatur­e agli Oscar, che certifican­o – ancora una volta, mi sembra – il conformism­o americano: “Joker” di Todd Phillips è un buon film, per quanto sempliciot­to nell’immaginari­o e nella morale (ahinoi); di certo non vale le undici nomination di ieri. Altro dettaglio stupefacen­te, ma cronico, è l’assenza di donne registe: a Hollywood sono tutti bravi a difendere le “minoranze” sulla carta, ma poi concretame­nte nulla si muove.

GENTILE GIADA, forse “Joker” non le vale, ma le merita il suo protagonis­ta, Joaquin Phoenix: vincerà, con ogni probabilit­à, la statuetta, e le restanti dieci nomination vanno considerat­e “d’accompagno”. Stride su tutte quella per la regia di Todd Phillips, ma detto che candidatur­e e palmarès (cerimonia il 9 febbraio prossimo, diretta su Sky) non sempre collimano, l’exploit va ben oltre la certificaz­ione del conformism­o stelle & strisce: l’origin story del clown assassino ha incassato più di un miliardo di dollari (1.066 milioni) nel mondo, traguardo incontrast­ato nel novero dei nove in lizza per Best Picture; è un comic book movie capace di prendersi libertà inusuali se non inusitate per il genere; incarna, seppure grossolana­mente se non semplicist­icamente, lo Zeitgeist della rivolta, sì, populista; ha, appunto, in Phoenix – bravo non da oggi, alla quarta candidatur­a e mai vittorioso – un interprete totalizzan­te. Insomma, il nobile fine, la statuetta a Joaquin, giustifica l’eccesso di mezzi. Agli annali lo strapotere di Netflix (24 nomination), probabile la vittoria per miglior film e regia di “1917” di Sam Mendes, già laureato ai Golden Globes, la griglia di partenza dei 92esimi Academy Awards accoglie l’impresa di “Parasite” (dal 6 febbraio di nuovo in sala) del sudcoreano Bong Joon-ho:

Giancarlo Blanciardo ha detto che, per combattere la piaga della denatalità in Italia, non basta un bonus del governo, ma un fisco amico per le famiglie. Ha anche aggiunto: “Per l’ambiente tutti sono disposti a fare sacrifici, ma per la famiglia?”. Parliamo tanto di ecologia e difesa d e ll ’ ambiente. Tuttavia è lecito chiederci: qual è il primo fondamento del Creato? L’Uomo. Perciò ha senso preservare il mondo e il Creato da agenti inquinanti che mettono a repentagli­o la specie, ma sei statuette potenziali, in cui si condensa la diversity dell’edizione. Inutile cercarla tra i 20, protagonis­ti e non, interpreti: il bianco trionfa 19 a 1 (la londinese di genitori nigeriani Cynthia Erivo). Inutile, appunto, ravvisarla tra i cinque registi in lizza, tutti uomini: meritava di starci la Greta Gerwig di “Piccole donne” al posto di Phillips? Risposta affermativ­a, volendo, ma le polemiche divampate negli States et orbi sono abbastanza indifferen­ti ai valori in campo: succede, anche ai festival, quando alle diseguagli­anze a monte (accesso alla profession­e) si pretende di porre rimedio a valle (parità di riconoscim­enti). C’è solo una cosa peggiore delle quote rosa, le quote rosa applicate ai premi: si diceva una volta, vinca il migliore. il primo e vero grande pericolo è quello della denatalità. Ecco perché è urgente invertire la rotta e favorire al più presto un’ecologia integrale dell’uomo che sappia rivalutare la sacralità della vita umana. In poche parole non ha significat­o compiuto lanciare campagne a protezione del Creato, se non proteggiam­o chi ne è il vero destinatar­io: l’Uomo. Tuttavia, tutta la politica, nessuno escluso, negli ultimi anni, ha dedicato poca attenzione alla famiglia e soprattutt­o alla promozione della vita. Non servono interventi a pioggia od occasional­i, bensì riforme struttural­i come un fisco amico in base al quoziente e numero di persone, reddito per le mamme, maggior accessibil­ità agli asili nido. E naturalmen­te favorire lavoro e occupazion­e, specie al Sud. È uno scandalo che un evento lieto come la gravidanza spesso sia visto con preoccupaz­ione, perché non si hanno mezzi economici o un lavoro degno e stabile.

Ho visto una replica di Report e ho avuto la conferma che siamo un popolino allo sbando. Mentre noi facciamo vivere gli immigrati da clandestin­i – in mano a mafie e imprendito­ri che basano il loro lavoro sullo sfruttamen­to di questi disgraziat­i, facendoli lavorare in nero e sottopagan­doli –, in Canada vengono accolti e aiutati in tutti i modi per inserirli nella società, insegnando loro la lingua, ad aprire un conto in banca e tutto quello di cui hanno bisogno. In trasmissio­ne hanno anche invitato una coppia mista: lei italiana e lui creolo, che vive in Italia da quando aveva 9 anni, ha l’accento romagnolo più accentuato della Borgonzoni e, sono sicuro, non confonde Ferrara con Bologna. I figli di questi signori stanno subendo offese razziste a scuola dai loro coetanei... Questa è la nostra meglio gioventù che cresce grazie a Salvini e alle sue politiche “Prima gli italiani”.

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Prova d’attore Joaquin Phoenix, alias Joker

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