Il Fatto Quotidiano

IN USCITA VENERDÌ Noi contro loro, il rock politico degli Algiers

Nel terzo lavoro della band di Atlanta i “cattivi” non sono neanche nominati

- » CARLO BORDONE

on’t forget, it’s us against them”. Volendo sintetizza­re in un payoff il fervore ribelle racchiuso in There Is No Year, il nuovo disco degli Algiers in uscita questo venerdì, l’eterno “noi contro di loro” gridato nel refrain del brano Repeating Night funziona benissimo. Ma anche l’attacco del singolo Dispossess­ion(“run around run away from your America/ while it burns in the streets /’ll be here standing on top of the mountain shouting down what I see”) sarebbe una perfetta introduzio­ne all’apocalisse incombente. Ascoltando la voce e le parole del cantante Franklin James

Fisher vengono in mente tanto il Curtis Mayfield che invitava a tenersi pronti per la salvezza in People Get Ready quanto i Public Enemy, il Gil Scott-Heron di The Revolution Will Not Be Televised quanto Kendrick Lamar. Il terzo lavoro della band di Atlanta è il primo disco importante di questo nuovo decennio perché dimostra che la musica rock ( intesa qui in senso lato: il suono mescola industrial e gospel, Prince e Depeche Mode, suoni sintetici e chitarre, soul e hardcore) può ancora rivendicar­e una dimensione politica. E che essere “politici” nel 2020 non significa scagliare slogan ormai estenuati, e neppure fare nomi e cognomi. Nei brani non viene mai nominato nessuno dei “lor o” ( che si tratti di Trump o del neocapital­ismo spietato, sappiamo tutti come si chiamano). Molto più decisiva, tra immagini ricorrenti di “piogge di fuoco” sulle strade e di punti di rottura incipienti, è l’esortazion­e a rialzarsi, fare pace con le proprie umane debolezze e unirsi (“in a siren made of terror/ in a fate made of glass/ we are the blade and the groove that come together” si proclama sempre in Dispossess­ion, così come in Hours of the Furnace, che cita un film rivoluzion­ario terzomondi­sta, brilla una immagine icastica come “we all dance into the fire”). Perché non è più tempo di crogiolars­i nei dubbi, nel dolore e nel catastrofi­smo impotente: “If you see it coming get out/ and it’s coming around/It’s opportunit­y”. Abbiamo una occasione per reagire. Ma solo se riusciamo a ritrovare un “noi” in grado di contrappor­si a “loro”.

 ??  ?? “Fuori dall’America” Gli Agiers si sono formati nel 2012
“Fuori dall’America” Gli Agiers si sono formati nel 2012

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy