CASO RUBLI, IRINA INGUAIA SALVINI&C.
I VERBALI DELLA CRONISTA RUSSA ALEKSANDROVA DELLA TASS SUGL’INCONTRI DEI LEGHISTI A MOSCA
La giornalista racconta che cenò col leader e Savoini la sera prima dell’incontro al Metropol in cui si parlò del petrolio e di quel 4% per la Lega
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Allo scadere dei primi sei mesi d’indagine, il dossier Moscopoli si arricchisce di nuovi elementi. A dare benzina al motore delle indagini è il caso di Irina Aleksandrova, la giornalista russa dell’agenzia di stampa Tass. I rendez-vous a Mosca tra lei e l’ex vicepremier della Lega aumentano. Sentita dai pm di Milano, dirà: “Il 17 ottobre ho cenato con Salvini e Savoini”. La mattina dopo ci sarà il summit all’hotel Metropol. E così dal primo incontro noto del 16 luglio 2018 saliamo almeno ad altri due confermati. Un dato di non poco conto se, come Il Fatto è in grado di raccontare, si pensa che gli ultimi sono avvenuti entrambi il 17 ottobre 2018, ovvero poche ore prima dell’incontro al Metropol del 18 mattina, dove Gianluca Savoini, assieme a un avvocato d’affari, a un consulente finanziario e a tre russi vicini all’entourage del presidente Putin, ha pianificato come triangolare sui conti della Lega il 4% di una compravendita di gasolio da 1,5 miliardi di dollari. Progetto che come è noto è stato immortalato da un audio il cui autore resta ancora oggi un decisivo omissis.
I PARTICOLARI fino a oggi inediti emergono dal verbale d’interrogatorio della stessa Aleksandrova sentita come testimone giovedì in Procura a Milano dai magistrati che si occupano dell’inchiesta. La donna non è arrivata da Mosca, ma era già nel capoluogo lombardo. Come i pm l’abbiamo capito resta un interessante omissis dell’inchiesta. Il fascicolo, avviato nel febbraio 2019 ma entrato nel vivo a fine maggio, vede al momento tre persone indagate con l’accusa di corruzione internazionale: Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex politico locale del Pd Francesco Vannucci. Così nelle pagine del verbale chiuso giovedì sera e subito secretato si chiariscono i contatti tra la giornalista e il capo della Lega avvenuti il 17 ottobre. La sera di quel giorno di autunno, dirà Aleksandrova “sono stata a cena con Salvini e Savoini”. Il rapporto tra la giornalista, che non è indagata, e l’entourage del capo del Carroccio è certamente datato nel tempo e ben consolidato, se, come si legge sul profilo Fb dell’associazione Lombardia-Russia presieduta da Savoini la donna viene definita “amica giornalista”. La frase è a corredo del video di una conferenza stampa di Salvini a Mosca tenutasi il 16 luglio 2018 e moderata da Aleksandrova che pur di origini russe parla un perfetto italiano e che alla fine ringrazierà pubblicamente “Gianluca Savoini”. Questo è il primo incontro certificato.
TRE MESI DOPO riecco Aleksandrova alla corte dell’allora ministro dell’Interno (non indagato in questa indagine). Quel 17 Salvini è a Mosca per presenziare a un convegno organizzato da Confindustria Russia e dal suo presidente Ernesto Ferlenghi, già manager di Eni in Russia. L’allora ministro parla in una sala dell’hotel Lotte davanti a molti imprenditori. Tra loro c’è anche la giornalista della Tass. Irina Aleksandrova, dunque, compare già qui ed è lei stessa a spiegarlo ai magistrati. Nel pomeriggio di quel giorno, poi, Salvini incontra in modo riservato il vicepremier russo all’energia Dimitry Kozak. Il vertice, mai appuntato sull’agenda ufficiale, avviene nello studio dell’avvocato Vladimir Pligin, personaggio molto vicino a Putin. Il nome di Pligin viene citato più volte nell’ormai noto audio del Metropol. Secondo la registrazione doveva essere lui a dare il semaforo verde per l’operazione. A quel tavolo due dei tre russi, Andrej Kharchenko e Ilja Andreevich Jakunin, sono vicini a Pligin e al filosofo di estrema destra Aleksander Dugin, quest’ultimo conosciuto da Salvini e amico dello stesso Savoini.
SECONDO quanto scritto sabato dall’Espresso nello studio di Pligin a tradurre per Salvini c’era la stessa giornalista. Il particolare, ieri, però non è stato confermato in Procura. Di certo la presenza di Aleksandrova è plausibile visti i rapporti con Savoini. La vera domanda, però, è un’a ltr a: all’incontro con il vicepremier russo oltre al capo della Lega c’era anche Savoini? Ieri in Procura la circostanza non è stata né smentita né confermata. Su questo si sta lavorando. Aleksandrova nel verbale non ne fa cenno. Spiega, invece, che la sera del 17 sarà a cena con i due leghisti e altre persone al ristorante Rusky all’85° piano del grattacielo Eye di Mosca. Ai magistrati Irina dirà: “Ho chiamato Savoini per dirgli che lo avrei raggiunto al ristorante”. A quel tavolo, oltre a Salvini, Savoini e la giornalista della Tass, c’erano Ferlenghi, Luca Picasso, direttore di Confindustria Russia e Claudio D’Amico, allora consulente di Salvini per le questioni strategiche. Dei commensali di quella cena nessuno, tranne Savoini, al momento risulta indagato dalla Procura di Milano.
Con il vicepremier
Il segretario vide anche Kozac, responsabile dell’Energia per Putin e l’avvocato Pligin