Giochi di correnti sul pm Prestipino. Renzi testimone in aula su Consip
Giustizia Dopo lo scandalo cambia tutto. Per l’ufficio più ambito della Capitale due voti a Lo Voi, uno al reggente Prestipino e uno a Creazzo Astenuti Area (sinistra) e M5S
Spaccatura in tre in V commissione del Csm, con tanto di astensione senza precedenti del presidente, sul voto più atteso: quello del procuratore di Roma. Ora entrano nel vivo le trattative per una maggioranza ampia e non risicata come è adesso, su un candidato che era dato in pole position: Michele Prestipino, il reggente della Procura di Roma. Per alcuni, resta il favorito, per altri la sua vittoria è più incerta. Per diversi fattori la sua corsa è sempre più in salita, dovrà vedersela non solo con il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, ma anche con il procuratore di Palermo, Franco Lo Voi, che ha ripreso quota. Sia Lo Voi sia Prestipino sono i candidati più vicini a Giuseppe Pignatone, che ha guidato la Procura della Capitale fino alla pensione.
L’incertezza regna a Palazzo dei Marescialli, da qui al voto definitivo del plenum ci sono almeno tre-quattro settimane in cui può succedere di tutto. Dunque, otto mesi dopo lo scandalo nomine che ha fatto precipitare il Csm sull’orlo dello scioglimento, i consiglieri non sono riusciti a trovare neppure una maggioranza ampia, se non l’unanimità, sulla nomina delle nomine, quella che ha fatto emergere rapporti indecenti tra consiglieri, ex consiglieri e politici. Non certo i primi, ma finora gli unici a essere registrati da un troyan, inoculato nel cellulare dell’ex Csm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione.
Ieri, in Quinta, Lo Voi ha avuto il voto del laico di FI, Michele Cerabona e, come da previsione, di Loredana Micciché, togata di Magistratura Indipendente, la sua corrente che l’anno scorso, invece, lo aveva scaricato, preferendo il Pg di Firenze, Marcello Viola, pure lui di Mi, il candidato suo malgrado di Palamara, Cosimo Ferri e Luca Lotti nel famoso incontro notturno di maggio con 5 togati, poi costretti alle dimissioni. Per Prestipino ha votato Piercamillo Davigo, di AeI, l’unico del suo gruppo a essere convinto di questa candidatura, gli altri quattro propendono per Creazzo, anche se un paio di loro, più incerti, alla fine potrebbero optare per Prestipino. Una variabile che pesa, e non poco, sull’esito finale di questa partita all’ultimo voto. Per Creazzo ha votato Marco
Mancinetti di Unicost, come il procuratore. Si è astenuto Alberto Benedetti, laico di M5s e – come detto – il presidente Mario Suriano, che è togato di Area.
LE DUE PREFERENZE per Lo Voi in Commissione, però, non fanno del procuratore di Palermo il procuratore in pectore di Roma. Per lui, i voti certi in plenum, al momento, sono 6-8 tra togati e laici del centro- destra. D’a l tr o n d e , l’astensione di Area, attraverso il suo presidente e quella del laico M5S Benedetti è il segnale lampante che si tratta ancora.
Area ha provato prima del voto di ieri a trovare una maggioranza ampia a favore di Prestipino, ma senza riuscirci. Ce la farà prima del plenum o dovrà cambiare candidato in nome della convergenza? L’anno scorso, prima dell’azzeramento del voto della Commissione per lo scandalo nomine, che aveva visto vincente Viola, Area era per Lo
Voi. Anche l’astensione di Benedetti è il segnale che neppure tra i 7 laici (il vicepresidente David Ermini si asterrà) c’è intesa e il loro voto potrebbe essere determinante. Benedetti, dunque, non ha voluto scoprire la sua preferenza. Secondo voci di Palazzo dei Marescialli, il suo collega di gruppo, Donati, fiorentino, vorrebbe convincere altri laici a votare Creazzo. Che si voglia evitare di nominare il procuratore di Roma con una manciata di voti, anche per non disattendere l’auspicio del Quirinale, è chiaro dal tono dei comunicati sulle astensioni. Il gruppo di Area si stringe attorno al presidente Suriano: “La delicatezza della pratica soprattutto dopo i fatti di maggio, imponevano ogni sforzo per il perseguimento di una soluzione unitaria” e Suriano, come presidente, “ha scelto di astenersi al fine di favorire una più ampia convergenza su un unico candidato”. Idem Benedetti. Ma su questa nomina incombe lo spettro ricorsi, ben chiaro ai consiglieri. Prestipino, che in diversi vorrebbero, ha “un’aggravante”: è procuratore aggiunto, ragionano alcuni consiglieri del Csm, mentre gli altri candidati sono o procuratori, Lo Voi e Creazzo o procuratore generale, Viola. A meno che al Consiglio si continui con le nomine a pacchetto e si pensi di fare tutti contenti. Per esempio, nominando almeno due degli esclusi in posti prestigiosi. Il caso vuole che sia libero il posto di Pg di Roma, lasciato da Giovanni Salvi, ora Pg della Cassazione e a breve quello di Pg di Milano, Roberto Alfonso, andrà in pensione.
Ci vorrà un mese Ora si cerca un’ampia maggioranza, altri importanti incarichi prossimi alla scadenza