IL TWEET FANTOZZIANO CHE CHIEDE LE SCUSE
Con un tempismo fantozziano, proprio mentre Renzi twittava “La Cassazione spiega che l’arresto del sindaco di #Bibbiano era infondato. Ci sarà oggi qualche coraggioso grillino o leghista pronto a scusarsi per lo squallido sciacallaggio?”, ieri la Procura di Reggio Emilia notificava la conclusione delle indagini preliminari a 25 persone tra cui il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti. Dunque, salvo improbabili colpi di scena, per il momento, al massimo, a Carletti deve delle scuse il magistrato che ha imposto le misure cautelari. Le accuse principali nei suoi confronti (falso e abuso d’ufficio) invece restano in piedi, ma per Renzi, che ieri ha definito Craxi “un gigante”, il 13 gennaio evidentemente doveva essere la giornata del 2x1 della riabilitazione mediatica. Comunque, non è certo il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti il nome ricorrente nelle 71 pagine che riassumono con dettagli inquietanti la chiusura delle indagini preliminari dell’inchiesta “Angeli e demoni”. Quell’inchiesta che il Dubbio, un mese fa, ha definito “una sorta di fiction” e quel sistema che Giuliano Limonta, presidente della commissione tecnica regionale sui minori voluta dal Pd, ha definito “un raffreddore”, sembrerebbero essere invece una realtà in coma profondo. Non è solo la quantità dei capi di imputazione ad impressionare (ben 107) ma anche e soprattutto la “varietà”: si passa dalla frode processuale alla violenza, dalla minaccia a pubblico ufficiale ai maltrattamenti in famiglia, e poi falso ideologico, truffa, lesioni, tentata estorsione e così via. Solo l’ex dirigente dei servizi sociali della Val d’Enza Federica Anghinolfi è per esempio accusata di falso ideologico, violenza privata, abuso d’ufficio, falsa perizia, frode processuale (a titolo esemplificativo, una delle bambine che aveva in cura diceva che le mancava la mamma e che era triste di non stare a casa con i suoi e lei riferiva che la minore rifiutava di incontrare i genitori). I capi di imputazione a suo carico sono un numero spaventoso: 64.
Anche la psicologa Nadia Bolognini, moglie di Claudio Foti, è in una posizione molto complicata: i capi d’accusa per lei sono ventuno, tra cui la frode processuale (ad esempio, secondo l’accusa, la psicologa suggeriva con tono suggestivo e suggerente a una bambina che la madre fosse una prostituta). C’è poi chi viene accusato di maltrattamento che avveniva tramite una costante denigrazione delle figure genitoriali e chi accusava perfino una bambina “di pratiche sadiche e masturbatorie nei confronti di un gatt o”. Per il direttore del centro Hansel e Gretel, Claudio Foti, la situazione si è aggravata: era indagato per concorso in abuso d’ufficio, ora è accusato anche di frode processuale e lesioni personali gravissime.
Insomma, è vero che il processo si deve ancora celebrare, ma per chiedere scusa a tutti direi che c’è tempo.
Limonta, presidente della commissione regionale sui minori dice che è solo un raffreddore, ma non è così