Il Fatto Quotidiano

Di Battista, pace con Di Maio: “Via Autostrade e ripartiamo”

ILMOVIMENT­O Nuovo asse tra i due big dei 5 Stelle

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“Con Luigi ci sentiamo regolarmen­te” spiega chi ha parlato con l’ex deputato dei 5Stelle. Obiettivo: un asse per dare più autonomia al movimento. E dall’associazio­ne Rousseau viene confermato il suo ruolo

Il big che guarda da fuori in questi giorni vive molto lontano da Roma. Ma il capo che è ancora tale vorrebbe già riportarse­lo vicino: e poi si vedrà. Luigi Di Maio cerca Alessandro Di Battista, spesso. E l’ex deputato romano risponde, volentieri. “Mi sento con Luigi regolarmen­te ”, ha spiegato Di Battista dall’Iran a chi lo ha sentito nelle ultime ore. Confermand­o che da Roma lo compulsano, per capire cosa pensa e cosa avrebbe voglia di fare nel Movimento in futuro. Anche se cosa sarà il M5S da qui a poche settimane non è affatto chiaro, a nessuno.

DI SICURODi Battista c’entra e c’entrerà, con i Cinque Stelle. E infatti ieri il blog delle Stelle ha reso noto che l’ex parlamenta­re avrà il ruolo di responsabi­le del portale Eventi della piattaform­a web Rousseau assieme a Paola Taverna e al senatore Marco Croatti. “Un nuovo ruolo, un ritorno” il commento generale. Ma non è esattament­e così, fanno notare persone a lui vicine. “Alessandro era già referente della funzione call to action (quella per organizzar­e iniziative sui territori tramite la piattaform­a, ndr), ma poi questa funzione si è fusa con quella activism, gestita dalla

Taverna. Da agosto entrambe le sezioni rientrano in quella degli Eventi, a cui ora è stato aggiunto Croatti”. E infatti in serata lo stesso senatore ha chiarito “l’equivoco”. Di sicuro Di Battista è ancora dentro Rousseau con un ruolo, cioè è ancora formalment­e nel M5S. La novità rumorosa casomai è l’addio di Max Bugani all’associazio­ne Rousseau, di cui non è più socio. Un passo di lato che riflette la sua amarezza per molte vicende, compreso il fatto che il Movimento si sia presentato alle Regionali nella sua Emilia-Romagna con una propria lista, scelta “suicida” secondo Bugani. E la sua uscita non aiuta Davide Casaleggio, che sta attraversa­ndo il suo momento più difficile: pressato dai parlamenta­ri in rivolta contro la sua creatura (e contro i versamenti con cui viene sostenuta), alle prese con un Di Maio che nonostante le smentite non lo sta più coprendo con gli eletti.

PIUTTOSTO il capo parla di continuo con Di Battista, nonostante lo strappo a inizio anno sull’espulsione di Gianluigi Paragone. Il sostegno dell’ex deputato a Paragone aveva amareggiat­o Di

Maio, che però resta un pragmatico. Sa che, qualunque cosa decida di fare del suo ruolo di capo e qualunque partita vorrà giocare da qui agli stati generali di marzo, avrà comunque bisogno del sostegno di Di Battista. Per questo poche settimane fa gli aveva ventilato addirittur­a un incarico di governo, quello di ministro dell’Istruzione al posto del dimissiona­rio Lorenzo Fioramonti. Ma l’ex deputato aveva declinato. Impossibil­e per lui entrare in un esecutivo con il Pd. Però voleva e vuole sostenere Di Maio in cambio di segnali concreti, cioè di battaglie sui temi identitari del M5S.

Anche per questo il capo non molla sulla revoca delle concession­i ad Autostrade. E Di Battista in alcuni colloqui privati gliene ha dato atto: “Sono entusiasta della revoca, è la cosa più importante che il M5S possa fare assieme al reddito di cittadinan­za. Sarebbe il definitivo salto di qualità per riaccender­e il Movimento”. Del resto lo aveva scritto anche nella lettera al Fatto di venerdì scorso: “Ho sempre ritenuto difficile raggiunger­e con il Pd – partito di sistema – la revoca delle concession­i, ma se ciò avvenisse sarei il primo a rallegrarm­ene”. Perché l’idea resta quella di riportare Di Maio e soprattutt­o i 5S lontano dai dem. Cioè ai vecchi tempi del M5S, in cui Di Battista riempiva le piazze e Di Maio non era un capo sempre in guerra.

@lucadecaro­lis

Le telefonate L’ex deputato ai suoi amici: “Sento Luigi regolarmen­te” L’addio di Bugani a Rousseau

Chi è Alessandro Di Battista è stato deputato dei 5 Stelle nella scorsa legislatur­a, poi la decisione nel 2018 di saltare un giro e non ricandidar­si. Considerat­o uno dei cosiddetti big del Movimento (insieme con Luigi Di Maio e Roberto Fico), adesso si trova in Iran, a Teheran

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