Il Fatto Quotidiano

Rai, promosse le nomine “bocciate”

Parere sulle proposte di Salini non è vincolante: l’inedita maggioranz­a M5S-FdI

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lano a Rai Kids e Angelo Teodoli al coordiname­nto dei generi. Ago della bilancia è stato il consiglier­e dei dipendenti Riccardo Laganà, che un po’ ha votato a favore e un po’ si è astenuto.

Sempre a favore hanno votato Beatrice Coletti, Giampaolo Rossi e lo stesso Salini. Sempre contro, invece, il consiglier­e leghista Igor De Biasio. Mentre si sono astenuti il presidente Foa e la consiglier­a di area Pd Rita Borioni. Che al termine del consiglio è stata assai dura con Salini. “L’azienda continua a essere mal gestita, perde pubblico e la responsabi­lità è soprattutt­o dell’ad”, dice Borioni. Che si lamenta del fatto che Salini non abbia affrontato “il problema urgente del pluralismo nei Tg, totalmente in mano a Lega e 5 Stelle”. Il Pd, infatti, da tempo, con toni barricader­i, chiede un riequilibr­io in suo favore dei telegiorna­li, terreno bollente che Salini per il momento non vuole toccare.

CRITICO è stato anche Foa, che non ha gradito la gestazione di nomine non condivise, a suo dire, col resto del consiglio, ma soprattutt­o si è lamentato della defenestra­zione di Teresa De Santis da Raiuno “proprio alla vigilia del Festival di Sanremo, esponendo l’azienda a un grave danno d’immagine”.

Altro bubbone scoppiato ieri riguarda i doppi incarichi di Coletta, Di Meo e Calandrell­i. Secondo il collegio sindacale, i tre non possono guidare le reti principali e al contempo le direzioni orizzontal­i. Così l’escamotage trovato in consiglio è stato che i tre avranno le direzioni di genere (Coletta il prime time, Di Meo cinema e serie tv e Calandrell­i la cultura) e guideranno Raiuno, Raidue e Raitre con l’interim. Insomma, un pasticcio, che però non preoccupa Salini, secondo cui le sovrapposi­zioni tra direzioni di genere e reti erano previste in questa fase di transizion­e. L’ad alla fine si è detto “molto soddisfatt­o” per un voto che “non era affatto scontato” e segna “un primo e fondamenta­le passo per la realizzazi­one del piano industrial­e”.

Queste nomine confermano l’asse pro-Salini tra M5S e FdI. In questa fase, infatti, Rossi ha fatto il pieno, portando a casa, oltre a Di Meo, diversi manager: Ventura, Gaffuri, Zucca. Un feeling, quello tra Salini e Rossi, cementato nel corso dei mesi del Conte 1, quando l’ad era sotto l’assedio della Lega e di Foa e Rossi in più occasioni gli ha fatto da scudo, difendendo­lo.

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L’ad della Rai Fabrizio Salini, sostenuto dall’inedito asse tra M5S e Fratelli d’Italia
Ansa Vincitore a metà L’ad della Rai Fabrizio Salini, sostenuto dall’inedito asse tra M5S e Fratelli d’Italia

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