La Lega pressa la Consulta sul maggioritario
Oggi la sentenza sul referendum chiesto da Calderoli, che vuole il Mattarellum
Dalle
parti dei 5Stelle la proposta di Matteo Salvini di tornare al Matarellum è vista più o meno così: vuole precostituirsi una exit strategy perché ha paura che la Consulta dichiari inammissibile il referendum che chiede il Carroccio per imporre una legge elettorale maggioritaria. “In un mese ha già proposto tre sistemi diversi”, commenta il pentastellato Giuseppe Brescia che è l’estensore del Germanicum, la proposta di legge elettorale proporzionale che è frutto dell’intesa della maggioranza. Incardinata proprio ieri alla Camera a poche ore dalla decisione della Corte, tanto per riaffermare che le leggi le fa il Parlamento.
Ma nel Pd, altro azionista di riferimento del governo insieme ai 5 Stelle, il pensiero corre all’eventualità che la Corte costituzionale possa ammettere il referendum in questione. E così stroncare sul nascere la discussione sul Germanicum. “La proposta di Salvini sul Mattarellum fa parte di una precisa strategia processuale in vista della decisione della Corte, ma diventa credibile solo se la richiesta viene ammessa. In caso contrario la Lega sarà costretta a trattare sul proporzionale, ma con una forza negoziale ridotta” si ragiona tra i dem. Che ovviamente sperano che vada a finire proprio così. E così nessuno è disponibile, almeno ufficialmente, a ragionare su un piano B, laddove le cose dovessero andare diversamente.
“AL MOMENTO la nostra proposta rimane questa: un proporzionale con uno sbarramento al 5 per cento e il diritto di tribuna per i piccoli che ci ha consentito di fare una sintesi all’interno di tutte le forze di maggioranza. Non stiamo valutando ipotesi alternative” mette le mani avanti Emanuele Fiano relatore per il Pd del Germanicum. Un testo che però resta aperto “al contributo di tutti i partiti anche quelli dell’opposizione. Quanto a Salvini dovrebbe pure riflettere sulla storia degli ultimi 25 anni: il maggioritario non garantisce necessariamente una maggiore governabilità”.
Ma la Lega insiste. E per rendere più appetitoso il piatto, mette nero su bianco la sua proposta: ieri Roberto Calderoli ha depositato il testo di legge per reintrodurre il Mattarellum per dimostrare che il Carroccio è disponibile ad abbandonare la strada del referendum pur di andare alle urne al più presto. Salvini suona la carica. “Usiamo il Mattarellum e andiamo a votare: poi chi vince vince”. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti per ora gioca a carte coperte, ma qualcosa pur dice. “Il Germanicum è un buon punto di approdo ma siamo disponibili per rafforzare il bipolarismo a puntare sul rafforzamento dei poteri governativi. Non so con quale formula, forse il cancellierato”. Opzione che però potrebbe andare di traverso ai 5 Stelle perché incardinare subito una nuova riforma costituzionale potrebbe determinare il rinvio del referendum che si dovrebbe tenere tra qualche mese (sempre che non si torni a votare prima) per confermare quella sul taglio dei parlamentari.
Un sudoku di proposte, controproposte (pure Forza Italia è pronta a presentare la sua legge elettorale) e rilanci a ridosso delle elezioni in Emilia-Romagna e prima ancora della decisione della Consulta sul referendum di Salvini. Una manciata di giorni che per il capo della Lega, contando pure la decisione del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, sono decisivi: tre colpi micidiali o tre gol formidabili. Un all in, almeno sulla carta, senza possibilità di pareggio.