Il Fatto Quotidiano

Italia Viva, Pd e toghe: quelle riunioni per decidere i vertici dei magistrati

Ecco cosa ha rivelato l’indagine che ha terremotat­o il Consiglio

- » ANTONIO MASSARI

“Si vira su Viola, sì ragazzi”. È la mezzanotte del 9 maggio scorso: il trojaninst­allato nel cellulare del pm romano Luca Palamara intercetta le parole di Luca Lotti. Il parlamenta­re Pd è parecchio interessat­o alla nomina del futuro procurator­e capo di Roma. Alla conversazi­one partecipa anche un altro parlamenta­re Pd, oggi transitato in Italia Viva: Cosimo Ferri, magistrato, ex sottosegre­tario al ministero della Giustizia, ex membro del Csm ed ex segretario di Magistratu­ra Indipenden­te.

C’è anche un consiglier­e del Csm in carica, Luigi Spina, con il quale Palamara discute del futuro di Giuseppe Creazzo, attuale capo della Procura di Firenze, candidato anch’egli a guidare la Procura di Roma. Piazzato Viola a Roma, Creazzo che farà? “Ma secondo te – interviene Ferri – poi Creazzo se una volta che perde Roma, ci vuole andare a Reggio Calabria?”. “Però a Torino, chi ci va?”, chiede Lotti.

Il punto è che Creazzo non ha fatto domanda per Torino e

Lotti riflette:

“Se quello di Reggio va a Torino, è evidente che quel posto è libero e quando lo capisce che non c’è più posto per Roma fa domanda... E che se non fa domanda non lo sposta nessuno”.

L’i n t er c e tt azione del maggio scorso, intercetta­ta dal Gico della Guardia di Finanza di Roma e depositata nel fascicolo aperto dalla Procura di Perugia, è soltanto una delle c o n v e r sa z i o n i imbarazzan­ti che hanno devastato il Csm la scorsa estate. Spina, indagato per rivelazion­e del segreto d’ufficio e favoreggia­mento nei confronti di Palamara, s’è dimesso.

PERSINO il procurator­e generale della Corte di Cassazione Riccardo Fuzio lascia in anticipo il suo posto. È indagato a Perugia per rivelazion­e del segreto d’ufficio: secondo l’accusa avrebbe raccontato a Palamara dettagli sull’inchiesta che lo riguardava­no quando al Csm, la scorsa estate, sono giunte le comunicazi­oni ufficiali dell’indagine in corso.

Indagato per rivelazion­e di segreto d’ufficio e favoreggia­mento nei confronti di Palamara anche il pm romano Stefano Rocco Fava. Non risultano indagati invece Lotti e Ferri. Il nome di Lotti, peraltro, aveva qualche relazione con la Procura di Roma, dove è imputato per favoreggia­mento in un filone dell’i nc h i es t a Consip. In fondo queste ( e molte altre) devastanti conversazi­oni nulla hanno da spartire con il reato per il quale procede la Procura di Perugia: la corruzione di Palamara, indagato in concorso con Piero Amara, Giuseppe Calafiore, Fabrizio Centofanti e Giancarlo Longo.

Intercetta­ti

Le cimici a maggio scorso captano le trame dell’ex ministro dem ora imputato e di Cosimo Ferri

Amara è stato a lungo un avvocato esterno dell’Eni ed è indagato o imputato in più procure, incluse Milano e Roma, in fascicoli per corruzione in atti giudiziari. Longo è un ex pm che ha già patteggiat­o l’accusa d’essere stato corrotto da Amara. L’avvocato Calafiore, secondo le accuse, di Amara era una sorta di braccio destro.

Centofanti è un imprendito­re che per la procura di Perugia s’affiancava alla cricca.

IL TERREMOTO arriva il 30 maggio scorso, quando Palamara viene perquisito. Amara e Centofanti sono accusati di avergli “corrispost­o varie e reiterate utilità” consistent­i in “viaggi e vacanze” che “appaiono direttamen­te collegate alla sua funzione di consiglier­e” del Csm. Per l’accusa avrebbe ricevuto anche 40mila euro per agevolare Longo nella nomina (mai avvenuta) di Procurator­e di Gela. L’inchiesta è ancora in corso.

Ma alcune posizioni, come quelle nei confronti Spina, Fuzio e Fava, almeno teoricamen­te, potrebbero essere travolte da una recente sentenza della Cassazione: tranne in casi circoscrit­ti – per esempio: accuse che prevedono una pena superiore ai 5 anni di reclusione – non sono utilizzabi­li intercetta­zioni captate indagando su altri reati. E le posizioni di Fuzio, Spina e Fava, sono emerse proprio dalle intercetta­zioni nell’i n ch i e st a per la presunta corruzione di Palamara e della cricca Amara, Calafiore e Centofanti.

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Luca Palamara è accusato a Perugia di corruzione e rivelazion­e di segreto. Ex presidente dell’Associazio­ne nazionale dei magistrati, ora è stato sospeso dal Csm
LaPresse Pm sospeso Luca Palamara è accusato a Perugia di corruzione e rivelazion­e di segreto. Ex presidente dell’Associazio­ne nazionale dei magistrati, ora è stato sospeso dal Csm

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