Conclave Pd Né la Leopolda né il nuovo partito: la ricerca dell’identità continua
Il caso della ministra Azzolina è l’ennesimo esempio di ignoranza e malafede, valido supporto alla disinformazione. Sono stata per più di 40 anni docente presso l’Università di Pisa e ho insegnato anche alla Siss frequentata dalla Azzolina. Non entro nel merito di quanto e se sia stato copiato qualcosa. So, però, di cosa si sta parlando: di un breve elaborato finale sull’attività di tirocinio svolta per il quale non si richiedeva né originalità né valore scientifico. Capisco Salvini, la cui incompetenza, sia pure non giustificabile, è risaputa. Ma non capisco e non giustifico i giornalisti che hanno equiparato il caso Azzolina con il caso Madia. Una fake news è una menzogna: si occulta e maschera la realtà. Una tesi di dottorato, per statuto, deve essere originale, apportare un contributo scientifico alla ricerca oggetto della trattazione e deve essere il risultato finale di 3 anni di studio e di ricerca sotto la guida di tutor con step e verifiche calendarizzate. A ciò si aggiunge che il dottorando è un borsista, che per tutto il periodo del dottorato dovrebbe dedicarsi solo a studio e ricerca e, proprio per garantirgli questa possibilità, viene pagato (anche bene). I giovani che frequentavano la Ssis (per fortuna, abolita!) dovevano anche pagare, profumatamente, ed erano sottoposti a un impegno massacrante: perlopiù precari che il mattino insegnavano e il pomeriggio dovevano frequentare i corsi, anche facendo chilometri di strada. Aggiungo che la Madia, all’epoca del dottorato, era un deputato. Una posizione che richiederebbe dignità e onore.
Celibato dei sacerdoti: un puntiglio anacronistico
Se tocchi dio, non puoi toccare una donna. Su questa contrapposizione arcaica tra sublime e subalterno si basa l’obbligo di celibato. Ma anche sull’esaltazione della privazione di uno dei bisogni più
CARO FATTO, a me pare che nell’algida Abbazia del San Pastore nel Reatino, dove si è svolto il cosiddetto conclave di due giorni del Pd, sia andata in scena soltanto una pallida copia dell’ultima Leopolda di Matteo Renzi con due sedute plenarie di orazioni dei big e cinque tavoli programmatici di lavoro. Non sembra anche a voi che quanto visto e udito in quel convegno sia troppo poco per parlare di una storica svolta o addirittura di un inizio di rifondazione di un partito “nuovo” che magari si limita a cambiarne solo il nome da Pd a I Democratici?
GENTILE VINCENZO, di due cose bisogna dare atto a Nicola Zingaretti. La prima è che ha cambiato totalmente lo stile comunicativo del Pd rispetto a quello di Renzi. La Leopolda è tradizionalmente fuochi d’artificio (nel senso di annunci, video, musica, ospiti a sorpresa, format da spettacolo tv piuttosto che da manifestazione di partito). Le iniziative del Pd di oggi sono molto più austere e più classiche: relazione di apertura, relazione di chiusura, interventi di parlamentari e dirigenti. I tavoli della Leopolda sono sempre stati una sorta di brainstorming, quelli messi in piedi dal segretario fin dai tempi di Piazza Grande hanno l’ambizione di essere gruppi di lavoro. La seconda è che sta perseguendo, ormai da mesi, e in maniera sistematica, un’alleanza organica con i Cinque Stelle, che da quando è partito il governo, l’ha spinto a provarle tutte (e anche a inghiottire non pochi rifiuti): e dunque, il tentativo (per ora fallito) di presentare candidati civici in tutte le Regioni; i ripetuti incontri con Luigi Di Maio, alla ricerca di punti comuni; il corteggiamento di Giuseppe Conte, come umani – la vita completa di coppia – che rende la castrazione clericale la prova di una resistenza alla sofferenza, tale da elevare il celibe- pastore sopra la massa-gregge.
Il tema è ritornato dirompente con la pubblicazione di un ennesimo richiamo di un porporato tradizionalista – con il coinvolgimento del Papa emerito. Da credente – sebbene inquieto – non capisco come di fronte alla povertà leader in pectore di una coalizione con dentro i dem; la chiamata agli elettori M5S con la difesa di loro bandierine, tipo il Reddito di cittadinanza. Quanto a storiche svolte verso un “partito nuovo” non ci sono e neanche si intravedono. Il conclave in Abbazia ha dimostrato ancora una volta che il Pd è un partito alla ricerca di una propria identità e di contenuti propri che non riesce a trovare. Peraltro, su molte questioni centrali, come la politica economica, il disaccordo è costante. Un’iniziativa programmatica dopo l’altra non fanno una linea politica. Va detto che da questo punto di vista, la crisi arriva da lontano. E anche che accomuna un po’tutti i soggetti politici in questo inizio di Terzo millennio. dilagante, alle ingiustizie smisurate, alle guerre di pura aggressione, ai crimini ambientali, la chiesa tradizionalista debba soffermarsi su un aspetto così anacronistico. Non capiscono questi porporati che sono fuori dalla storia? Che non siamo più in una cultura silvo-pastorale dove lo sciamano ha l’esclusiva della “verità” perché è l’unico che parla con dio e riferisce al popolo?
Ogni inverno, quando c’è l’a lt a pressione atmosferica, si registra lo stesso fenomeno: le città soffocano sotto una cappa di smog. Ogni inverno, le amministrazioni locali, per far finta di fare qualcosa, limitano il traffico ai veicoli più inquinanti. Ogni inverno, appena arriva una perturbazione, che ripulisce l’aria, tutto ritorna come prima. E questo avviene da decenni.
I NOSTRI ERRORI
Nel pubblicare alcuni “meme” di Lucia Borgonzoni, estrapolati da Facebook, ieri non ci siamo accorti che erano stati realizzati dal giornalista Luca Bottura il quale se n’è lamentato pubblicamente sui social (ma non con noi). Rassicuriamo il collega: non avevamo alcuna intenzione di oscurarlo né di arrecargli danno. Ci scusiamo dell’errore, la prossima volta staremo molto più attenti.
Nell’occhiello dell’articolo su Julian Assange pubblicato a pag. 18 del giornale di ieri, abbiamo scritto per una svista che l’hacker è di origine svedese. Assange invece è nato in Australia. La Svezia è uno dei paesi che ne chiedevano l’estradizione. Ce ne scusiamo.