Il Fatto Quotidiano

Caos commissari, al Mise non c’è più la direzione

La struttura che seguiva le amministra­zioni straordina­rie. Via i dirigenti di vecchia data

- » DANIELE MARTINI

Ècome se in città fosse scoppiata un'epidemia e invece di potenziare l'ospedale avessero deciso di chiuderlo. L'epidemia che ha investito l'Italia è quella delle crisi aziendali e per tentare di arginarla affrontand­o almeno i casi più gravi per dimensione e importanza, al Mise (Ministero dello sviluppo economico) avevano messo su una struttura apposita. Era la Direzione a cui i ministri negli ultimi anni avevano affidato il compito di seguire le complicate vicende delle amministra­zioni straordina­rie e che aveva se non altro affinato competenze e accumulato esperienza, soprattutt­o nel campo della vigilanza e del controllo delle scelte dei commissari. Visto l'aggravarsi della situazione, con l'incedere di crisi sempre più devastanti e complesse, dall'Ilva di Taranto all'Alitalia, sarebbe stato logico che quella struttura ministeria­le fosse stata potenziata. E invece l'hanno praticamen­te soffocata togliendol­e autonomia e facendola dipendere dalla Direzione che si occupa delle politiche industrial­i con cui ha scarse affinità.

È IN QUESTO contesto che sono maturati gli ultimi scivoloni del ministero guidato da Stefano Patuanelli (M5S) a proposito della scelta dei commissari, compreso quello dell'Alitalia, Giuseppe Leogrande, nominato a dicembre e su cui grava il sospetto di nullità. Patuanelli ha proceduto alla nomina ignorando le regole che lo stesso ministero si era dato alcuni mesi prima quando alla guida c'era Luigi Di Maio. L'anomalia è stata evidenziat­a dal Tar del Lazio con una sentenza che mette in mora i criteri seguiti per la scelta dei commissari della società Condotte, ma che per proprietà transitiva riguarda anche Alitalia. Il sindacato Cub Trasporti guidato da Antonio Amoroso sta valutando di ricorrere contro la nomina Alitalia.

L'operazione di ridimensio­namento della Direzione ministeria­le per i commissari straordina­ri è recente, risale alla fine d'autunno e oltre a quella del ministro Patuanelli porta la firma del segretario generale, Salvatore Barca. Al posto delle due vecchie direzioni che si occupavano separatame­nte di gestioni commissari­ali e di politiche industrial­i, è stata creata un'unica struttura affidata a Mario Fiorentino. Per anni il pilastro della Direzione per le amministra­zioni straordina­rie era stata Simonetta Moleti, costretta a lasciare il suo incarico per una serie di problemi di salute. Al suo posto era subentrata Cristina Reali che ha diretto la struttura con una sorta di interim al termine del quale sembrava scontato che la guida dell'ufficio sarebbe stata affidata proprio a lei. Così non è stato, anzi, la Reali n si è ritrovata perfino con uno stipendio più basso di quelli precedenti. A quel punto ha preferito salutare il Mise per andare al ministero della Salute di Roberto Speranza. Nel frattempo la Direzione delle amministra­zioni straordina­rie era stata lasciata anche da Giampiero Castano che aveva il compito di tenere i rapporti con i sindacati. Per sostituirl­o, Di Maio era andato a pescare tra i suoi amici di Movimento: la scelta è caduta su Giorgio Sorial, ingegnere di Brescia, ex deputato 5 Stelle non rieletto.

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Il caso Alitalia (commissari­ata) riguarda quasi 11 mila lavoratori
LaPresse La crisi Il caso Alitalia (commissari­ata) riguarda quasi 11 mila lavoratori

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