Il Fatto Quotidiano

“Abusavo di 5 bimbi a settimana”

La confession­e di Preynat Davanti ai giudici, l’ex prete di Lione racconta le molestie durate 20 anni e coperte dal cardinale Barbarin

- » LUANA DE MICCO

“Per vent’anni è successo tutti i fine settimana e durante i campi scout. Quattro, cinque bambini a settimana. All’epoca non mi sembrava di fare del male, le considerav­o carezze, coccole. Ma mi sbagliavo. Me lo hanno fatto capire le vittime con le loro acc u se ”. Finalmente “p ad r e Preynat” è comparso ieri di fronte ai giudici di Lione e a decine delle sue vittime. Queste parole sono la sua terribile confession­e. Tra il 1971 e il 1991 l’ex parroco di Sainte-Foy-les-Lyons ha potuto abusare di decine di bambini tra i 7 e i 15 anni, coperto dal silenzio dei superiori che da anni sapevano e tacevano.

I CASI CHE LA GIUSTIZIA ha potuto ricostruir­e sono 35. E solo 10 di questi non sono prescritti. Bernard Preynat, 74 anni, che ha riconosciu­to la maggior parte delle accuse che gli sono rivolte, rischia 10 anni di prigione. Il processo si è aperto ieri al tribunale di Lione con un giorno di ritardo, sospeso lunedì a causa dello sciopero degli avvocati contro la riforma delle pensioni. Per le vittime era tempo di ritrovarsi faccia a faccia col prete predatore.

Lo scandalo è emerso nel giugno 2015 quando Alexandre Hezer, che subì gli abusi di Preynat negli anni 80, decise di sporgere denuncia. Hezer, oggi 45 anni, non si è però potuto presentare come parte civile al processo perché il suo caso è prescritto. “Scoprire che era ancora vivo mi è diventato insopporta­bile. Per mesi ho sentito dei bambini gridare nei miei incubi. Dovevo parlare”, ha raccontato di recente a Le Monde. Era convinto che come lui anche altri avrebbero trovato il coraggio. Non si è sbagliato. Nel dicembre dello stesso anno, insieme a François Devaux, che subì gli abusi di Preynat da quando aveva 11 anni, ha fondato La Parole Libérée, la prima associazio­ne in Francia a riunire le vittime di preti pedofili. Da allora sono emerse tante verità nascoste. Nel 2014 Hezer aveva deciso di rivolgersi in un primo tempo al cardinale Philippe Barbarin, vescovo di Lione, per denunciare i comportame­nti molesti di padre Preynat. Non aveva ottenuto nessun tipo di reazione. Oggi si sa anche che Devaux da bambino aveva raccontato tutto ai suoi genitori: “Penso che il parroco ha una preferenza per me, mi ha baciato sulla bocca”, aveva detto. Suo padre era corso in parrocchia per chiedere spiegazion­i ai superiori di Preynat: tutti sembravano sapere, ma nessuna misura era stata presa contro il prete pedofilo.

L’inchiesta giudiziari­a ha confermato che la Chiesa di Lione sapeva da quarant’anni. Eppure Preynat è stato allontanat­o dalla parrocchia solo nel 2015 e solo nel 2019 gli sono stati tolti i voti. Barbarin ha ammesso di essere stato messo al corrente di alcuni fatti nel 2007 e che nel 2010 ha persino convocato il prete per fargli delle domande. Lo scorso marzo il cardinale Barbarin è stato condannato in prima istanza a sei mesi di detenzione (con la condiziona­le) per aver coperto gli abusi sessuali di Preynat. Per fine mese è attesa la sentenza in appello. La vicenda ha anche ispirato un film a François Ozon che lo ha intitolato Grazie a Dio, da una frase pronunciat­a da Barbarin: “Grazie a Dio, la maggior parte dei casi sono prescritti”. “Il processo Preynat – ha scritto a ragione Libération – è in un certo senso il processo della pedofilia nella chiesa francese”. Davanti ai giudici ieri Devaux ha ricordato l’odore di tabacco che il prete aveva addosso, le sue carezze spinte che dalle gambe salivano più in alto, i baci che dalle guance si spostavano sulla bocca, di come lo stringeva forte: “Prima ero stato un bambino pieno di vita”. Poi la violenza, l’adolescenz­a difficile, il tentativo di suicidio. “Ero fiero che si interessas­se a me – ha detto ai giudici –, di essere protetto da questo uomo così potente. Mi diceva che era il nostro segreto”.

PARE CHE PADRE P re yn at fosse molto stimato nella parrocchia. Che spesso la domenica era invitato a pranzo dalle famiglie della buona società di Sainte-Foy-les-Lyons, periferia bene di Lione. Jean- François, 41 anni, ha voluto rivelare gli abusi subiti alla sua famiglia nel 2006 ma non è stato creduto. Aveva solo 8 anni, nel 1986, quando il prete lo obbligava a baciarlo. Preynat ha negato: “Non me lo ricordo, non era mia abitudine baciare sulla bocca”. In aula ieri Pierre-Emmanuel Germain-Thill portava il foulard verde degli scout. Il prete ha approfitta­to di lui nei locali della chiesa dal 1988 quando aveva 9 anni: “Mi diceva che ero il suo preferito”. L’avvocato Emmanuelle Haziza ha chiesto all’accusato: “All’epoca sapeva che i suoi erano atti riprovevol­i. Perché non si è andato a denunciare?”. E lui: “Ci voleva un coraggio che io non avevo”.

Succedeva tutti i fine settimana durante i campi All’epoca per me non si trattava di aggression­i sessuali, ma di carezze, di coccole Mi sbagliavo BERNARD PREYNAT

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LaPresse L’orco in oratorio Bernard Preynat ha confessato di aver abusato di minorenni in oratorio. Sotto, il cardinale Philippe Barbarin
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